Mafia Capitale. La richiesta di condanna dei PM. 28 a Carminati e 26 a Buzzi

di redazione Roma 27/04/2017 ROMA
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Massimo Carminati deve essere condannato a 28 anni di carcere. E' questa la richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e dei sostituti Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli alla X sezione penale del tribunale di Roma, al termine della requisitoria al processo per Mafia Capitale. L'ex Nar è ritenuto dalla procura il capo e l'organizzatore dell'associazione mafiosa.

La procura ha chiesto poi per Salvatore Buzzi, il ras delle Cooperative considerato ai vertici di Mafia Capitale, la condanna a 26 anni e 3 mesi di carcere.

Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e i sostituti Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, hanno impiegato quattro udienze per indicare le prove e le verifiche effettuate che sono alla base delle loro richieste.

Diciannove anni e 6 mesi per Luca Gramazio, ex consigliere prima del comune di Roma e poi della Regione Lazio, e 21 anni per Franco Panzironi, ex Ad di Ama. 

Massimo Carminati ha accolto le parole del pubblico ministero Luca Tescaroli che chiedeva al tribunale di dichiarare l'ex Nar 'delinquente abituale' con le braccia al cielo come se avesse segnato un gol. Quando il pubblico ministero ha chiesto 28 anni per Carminati, lui è rimasto immobile sulla sedia del carcere di Parma, dove è detenuto al 41 bis. Ma quando Tescaroli, sulla base dell'ex articolo 103, ha chiesto al tribunale di dichiararlo delinquente abituale, ha alzato entrambe le mani, con i pugni chiusi.

La procura ha chiesto la confisca dei soldi sequestrati al funzionario del Servizio Giardini del Campidoglio Claudio Turella, 572mila e 500 euro in contanti e oltre 300mila nei suoi conti correnti: troppa sproporzione fra il reddito dichiarato e le cifre detenute.
Per Massimo Carminati è stata chiesta la confisca di tutte le opere d'arte ritrovate nella sua villa a Sacrofano e presso la Imeg di Agostino Gaglianone, dove il numero uno di Mafia Capitale era impegnato a trasferirle.

La procura, inoltre, ha chiesto indietro il corrispettivo delle tangenti frutto del prezzo del reato di corruzione: 298mila e 500 euro a franco Panzironi, 182mila euro a Carlo Pucci, 10 mila euro a Mirko Coratti, 17mila euro a Franco Figurelli, 30mila ad Andrea Tassone, 20mila a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi 20mila euro e 113mila a Luca Gramazio.

"Gli appalti della pubblica amministrazione sono stati gestiti come fette di una caciotta, un qualcosa da spartire e non certo facendo attenzione al bene comune". Aveva detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo, nel corso della requisitoria. Parlando della gestione delle gare pubbliche il magistrato ha aggiunto che "in questa storia, in nome dell'emergenza si è passati troppe volte sopra le regole".


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