Villa Pamphili, il mistero sulle identità della donna uccisa e del presunto assassino. Dalla Grecia almeno due mesi per l'estradizione

di redazione 16/06/2025 ROMA
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Sarebbe russa o ucraina, forse era una ‘Robin Hood della rete’ e si faceva chiamare Stella Ford, la donna trovata morta a Villa Pamphili lo scorso 7 giugno. Gli investigatori della  polizia, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, stanno  cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti della donna in Italia  insieme con Rexal Ford, il 46enne fermato sull'isola  greca di Skiathos.

La Polizia ha diffuso un breve video realizzato in Grecia, dell'arresto del californiano accusato dell'omicidio della neonata e dell'occultamento del cadavere della madre, i cui corpi sono stati ritrovati a Villa Pamphili, a Roma, il 7 giugno scorso.  .

Rexal Ford era stato fotografato con la bambina in braccio, il 5 giugno, due giorni prima del ritrovamento dei corpi. A diffondere lo scatto che ritrae l'uomo in pantaloncini, maglietta e cappellino con la bimba di pochi mesi che indossa un vestitino rosa, è stata la trasmissione "Chi l'ha visto?".

Intorno a lui gli agenti di polizia, chiamati perché - rende noto il programma - la bimba piangeva. A loro ha detto di essere il padre. Grazie alla segnalazione arrivata alla trasmissione, gli inquirenti sono risaliti agli interventi delle volanti in cui era stato identificato.

 

Il giallo sull'identità della donna, sul nome di Ford e sulla vita maltese

Chi è in realtà Rexel Ford? Il nome nel passaporto non coincide con l'anagrafe americana.

Si sarebbe accreditato come regista per un film da tre milioni di euro negli uffici ai Parioli con la donna e la bimba che avrebbe presentato come moglie e figlia. Lo rivela il Tg1 che mostra una mail di un produttore inglese che garantisce per lui con una società cinematografica di Roma.

Si stringe il cerchio anche sull'identità della compagna. Ucraina o russa, sembrerebbe dalle indagini che proseguono al fine di ricostruire gli spostamenti della coppia e per capire se la donna abbia soggiornato a Malta prima di venire in Italia, si stanno facendo verifiche anche sul conto bancario e sulle ultime transazioni fatte dall'uomo con la carta di credito. 

Si apprende da fonti che la donna si sarebbe presentata come Stella Ford durante gli accertamenti avvenuti a Roma a Campo dei Fiori il 20 maggio scorso, scrive il Corriere della Sera; nome però risultato falso, come anche la cittadinanza americana. Da una testimonianza raccolta dal Repubblica, invece, emerge lo stesso nome. Si tratta del racconto di un musicista messicano che afferma di averli incontrati e vissuto con loro, e che sarebbe stato ospite di una struttura ricettiva della coppia, a Malta. 

L'ultimo audio: "Mia moglie mi ha lasciato, non voleva più la bambina"

In un audio pubblicato in esclusiva su Repubblica, Rexal Ford dice ad un amico: “Mia moglie mi ha lasciato per l'ex più ricco” e non vuole pi essere madre. Il messaggio vocale è del 5 giugno, il 7 verranno trovati i corpi della donna e della bambina. Nel messaggio vocale si sente in lontananza la voce della piccola, allora ancora viva. Secondo quanto trascritto l'uomo dice di essere arrivato da solo a Roma e che si sarebbe presto trasferito in America o Inghilterra, nel frattempo chiede all'amico ospitalità.

La testimonianza dell'amico musicista: “Lei era un genio dell'informatica”

"Rexal e sua moglie erano felici e non avevano problemi di soldi. Diceva di avere anche una casa a Roma, o almeno un appoggio". Lo racconta, intervistato da Repubblica, Oskar "El Mariachi", cantante e chitarrista di musica messicana che dice di aver vissuto per mesi a stretto contatto con la coppia nella loro casa di Malta.

"Non posso credere che Rexal possa aver fatto una cosa del genere - aggiunge - . Lui è un uomo di pace, un viaggiatore come me. Deve essergli successo qualcosa, forse si erano messi in giri strani. Lei era un genio dell'informatica, una sorta di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva bene quello che faceva". E ricorda:  "Il suo soprannome era Stella, ma non credo si chiamasse così. Mi pare fosse russa, o forse islandese, comunque del Nord Europa".Poi aggiunge:  "Lui aveva diverse proprietà, da quello che ricordo, affittavano case su Airbnb" e avanza un'ipotesi:  "Non può essere stato lui. Qualcuno deve avergli fatto del male, forse per il lavoro di lei". Quanto a Ford dice: "Aveva mille interessi: regista, sceneggiatore, produttore. Veniva da una famiglia benestante, di artisti. Diceva di essere il figlio della rockstar Lita Ford. Di certo non era uno sbandato. Mi aveva anche raccontato di un film che voleva girare tra Roma e Firenze".

 
 

L'arresto in Grecia

Rexal Ford è stato fermato il 13 giugno poco prima di mezzogiorno sull’isola di Skiáthos, in Grecia, dagli agenti del Servizio centrale operativo (Sco). L’uomo è di cittadinanza statunitense, come le vittime. A dare la notizia in anteprima esclusiva è stato il Tg1.

A mettere procura e polizia di Stato sulle sue tracce una segnalazione ritenuta decisiva. Un uomo, dopo la diffusione delle immagini dei quattro tatuaggi trovati sul corpo della donna 29enne, ha contattato “Chi l'ha visto?”, raccontando di avere notato una coppia litigare in maniera così violenta da richiedere l’intervento di una volante.

È stato uno spunto particolarmente utile per indirizzare le indagini”, ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Roma, Francesco Lo Voi. È così che è emerso che in quell'occasione l'uomo era stato identificato dalle forze dell'ordine fornendo le sue generalità e dicendo di essere il padre della bambina.

Gli Usa potrebbero chiedere la consegna del killer

Entro una settimana Ford dovrà comparire davanti al giudice ellenico. Intanto, per quanta riguarda le procedure per l'estradizione,  serviranno almeno una ventina di giorni, ma i tempi potrebbero allungarsi anche fino a due mesi, se il 46enne chiederà di essere estradato negli Stati Uniti.

Per lui le accuse, contenute nel mandato di arresto europeo, sono di omicidio volontario per strangolamento con l'aggravante della minore età della vittima e di occultamento di cadavere. L'eventuale aggravante per il legame di parentela con la bimba potrà essere contestata solo se dall'esame del Dna si accerterà  che Ford è effettivamente il padre. 

 

La carta d’identità presentata a una mensa Caritas

Poi il confronto con altri avvistamenti tra i tavolini di un mercato in zona San Pietro a Roma, dove un commerciante ha raccontato di avere udito un uomo e una donna parlare in inglese, e altri avvenuti in una mensa dei poveri della Caritas.

È lì che Rexal Ford avrebbe fornito un documento di identità, consentendone l’identificazione. L'uomo ha tratti latini e un video lo riprenderebbe con in braccio la neonata ancora viva e con indosso la stessa tutina rosa trovata poi in un cestino.

Lo Voi: “Indagini partite senza elementi in mano”

Il cadavere della donna, nuda, è stato trovato sabato chiuso in un sacco sotto a una siepe, a poca distanza quello della sua bambina di pochi mesi.

Siamo partiti senza avere alcun elemento in mano”, ha rivelato Lo Voi, che ha osservato di avere messo insieme tutti gli indizi possibili come l'ascolto dei testimoni, gli accertamenti scientifici, il controllo delle telecamere e di tutta la documentazione raccolta nei giorni precedenti, che potesse portare al riconoscimento di uno dei soggetti coinvolti nella vicenda”.

Come confermato da diverse testimonianze e dalle immagini acquisite da centinaia di telecamere di videosorveglianza, la coppia assieme alla neonata era stata avvistata spesso intorno a Villa Pamphilj e in altre zone. Spesso in particolare andava a mangiare ai tavoli del mercato San Silverio, in zona San Pietro a Roma, e si lavava nei bagni della struttura.

Come spiega sempre Lo Voi, le indagini si sono estese agli Stati Uniti e “hanno fornito elementi utilissimi per l'identificazione del soggetto”. È emerso così che le prime tracce dei tre in Italia risalivano ad aprile, anche se non si sa ancora quando sarebbero arrivati nel nostro Paese e non risulterebbero registrazioni in strutture ricettive.

 
 

Il volo Ryanair per la Grecia

Mercoledì Ford è partito dall’aeroporto di Fiumicino con un volo Ryanair per la Grecia. Il cellulare dello statunitense ha agganciato le celle dell'isola di Skiáthos ed è a quel punto che si è attivata la polizia greca.

Il procuratore Lo Voi ha rimarcato: “Le autorità greche ci hanno aiutati ad arrivare in tempo per evitare una possibile fuga verso altre isole. È solo l'inizio e l'indagine è ancora in corso e dovrà durare ancora per un bel po’”.

Restano ancora da chiarire il movente, l'identità della donna, le cause della sua morte e quella della neonata nei giorni successivi. Per gli inquirenti però “sono risultati formidabili per la rapidità con cui sono stati eseguiti. Una settimana fa non avevamo nulla in mano”.



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