I grandi delle Olimpiadi: Pietro Mennea

di Massimiliano Amato @nocciolone 30/07/2016 SPORT
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Secondo racconto nella classica rubrica del Venerdì, e dopo aver parlato la settimana scorsa di Dorando Pietri questa settimana ci occupiamo di un altro grande campione dell’atletica leggera italiana che come su Pietri è stato oggetto di una fiction;

PIETRO MENNEA

Nasce a Barletta leggenda racconta che i suoi inizi con l’atletica avviene sfidando alcune macchine del suo paese sulla distanza dei cinquanta metri e riuscendo sempre a vincere, venne tesserato dall’Avis di Barletta.
La svolta nella sua carriera avvenne nel 1968 nei campionati nazionali a Termoli venne notato dal responsabile tecnico della Federazione Italiana di Atletica leggera Carlo Vittori che lo notò e gli chiese di trasferirsi ad allenarsi a Formia dove c’era il centro federale.
Il suo debutto internazionale avvenne nel 1971 ai campionati europei con la 4x100 e conquistò il bronzo, e sui 200 metri arrivò sesto, il due Vittori Mennea lavorando sodo iniziava cosi a farsi conoscere al mondo con miglioramenti continui e nel 1972 avvenne l’esordio di Mennea alle olimpiadi.
Quell’anno i giochi erano organizzati in Germania a Monaco di Baviera, Mennea c’entra la finale dei 200 metri, e a sorpresa colse un fantastico bronzo dietro al russo Borozov che diventerà il suo grande rivale, e all’americano Back.
Nel 1974 ai campionati europei di Roma si prese la rivincita Argento sui 100 metri dietro a Borozov e nella staffetta veloce, e oro nei 200 metri, l’anno dopo vinse la coppa Europa sempre sui 200 a Nizza, e tutto faceva presagire viste le ottime prestazioni che alle Olimpiadi del 1976 Mennea poteva ambire all’oro olimpico.
Invece in quell’anno Mennea non fece prestazioni all’altezza degli anni precedenti dovuto principalmente alla rottura fra la Federazione e Carlo Vittori, che fu rimosso dal suo incarico, e questo destabilizzò Mennea che decise di saltare le olimpiadi ma fu convinto visto le proteste che montarono in Italia a parteciparvi.
Nonostante le condizioni fisiche precarie c’entra la finale alle Olimpiadi di Montréal nei 200 metri, ma vide sfumare il sogno dell’oro olimpico conquistato dal giamaicano Quarrie e perse anche il podio conquistato quattro anni prima a Monaco, piazzandosi quarto.
A quel punto tutti davano per finito il velocista di Barletta in quanto alle prossime olimpiadi sarebbe stato vicino ai 30 anni, ma il sodalizio Mennea Vittori si ricompose e Pietro tornò a volare, nel 1978 agli europei di Praga difese l’oro conquistato a Roma nei 200 metri e fece doppietta con l’oro sui 100 metri.
Mennea che non era solo un atleta ma era anche uno studente universitario nel 1979 decise con il proprio tecnico Vittori di andare alle Universitari a Città del messico per cercare di battere il record del mondo sui 200 metri del suo mito Tommy Smith.
Mennea si preparò in maniera certosina curando ogni dettagli, prima batte nei 100 il primato europeo con il tempo di 10.01, poi il 12 Settembre era il giorno della finale dei 200 metri, il tempo non prometteva niente di buono minacciava pioggia ma fortunatamente tenne, in più rispetto alle gare a cui prendeva parte Pietro nn aveva grossi rivali che potevano competere con lui, ma tutto questo non impedì a Mennea di compiere un’impresa straordinaria e con il tempo di 19.72 batte il record di Smith e divenne il nuovo detentore del record del mondo dei 200 metri.
Ora a Pietro per coronare una grande carriera mancava solo una cosa l’oro olimpico, ma rischiò di non parteciparvi in quanto si svolgevano in Russia e per protesta contro l’invasione in Aganistan alcuni paesi gli Usa, Germania Ovest, Giappone,Canada non mandarono in Russia i loro atleti.
L’Italia decise di non mandare atleti che facevano parte dei corpi militari Mennea nonfaceva parte di nessun corpo militare e poté prendere parte alle Olimpiadi, ma il clima di tensione che si respirava in Russia le polemiche in Italia circa la partecipazione degli azzurri alle Olimpiadi, la scelta del Coni di togliere il tricolore dalle divise degli atleti, creò tensione in Mennea come quattro anni prima in Canada e la prima gara i 100 metri non andò bene, Pietro non si qualificò nemmeno per la finale vinta dallo scozzese Wells.
Arrivano i suoi amati 200 metri i turni di qualificazione andarono via lisci si qualificò in finale senza problemi, era il 28 Luglio i grandi rivali dell’azzurro erano il campione olimpico in carica Quarrie, il vincitore dei 100 Wells, ad aumentare il nervosismo di Mennea fu la decisione di assegnargli la corsia otto lontano dai suoi rivali.
Wells parti fortissimo, Mennea meno a cinquanta metri dalla fine, il ritardo di Pietro era considerevole lo scozzese sembrava irraggiungibile ma Mennea sul rettilineo fece una delle rimonta più epiche nella storia dell’atletica e negli ultimi metri lo superò e conquistò uno storico oro e in Italia tutti iniziarono a chiamarlo PIETRO IL GRANDE.
Mennea nel 1981 annunciò il ritiro ma durò poco tornò alle gare l’anno dopo agli europei e prese parte ai giochi olimpici del 1984 la quarta consecutiva un record per un atleta piazzandosi settimo nei 200 metri, a fine annunciò il suo secondo ritiro, ma torno nuovamente alle gare e partecipò alle olimpiadi di Seoul del 1978 dove fu portabandiera per l’Italia ma dopo aver superato il primo turno sui 200 metri si ritirò.

Dal blog Sport Town Magazine


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