Spagna. Vincono i socialisti, Partito Popolare in crisi, la destra avanza Podemos tiene. Affluenza record

di redazione 29/04/2019 ESTERI
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Il partito socialista ha vinto le elezioni in Spagna. Il Psoe guidato da Pedro Sanchez esce dalle urne come primo partito e segna anche una certa distanza dal Partido Popular che segue ma con la metà dei seggi, registrando un tracollo storico. E di storico c'è anche l'ingresso in parlamento dell'estrema destra con Vox che ottiene 24 seggi, oltre all'affluenza record che supera il 75,7%. La Spagna si ritrova però senza una maggioranza chiara per formare il prossimo governo e i partiti indipendentisti potrebbero ancora una volta ricoprire un ruolo chiave nel rebus delle alleanze che si prospetta. "Il Psoe ha vinto le elezioni, e con questo ha vinto il futuro e ha perso il passato", le prime parole del premier.

Quarta forza del parlamento è Podemos (Up) con 42 seggi, ma nettamente ridimensionato. Infine l'estrema destra di Vox, che entra per la prima volta nel Parlamento nazionale, avrà 24 seggi.

L'alleanza Psoe+Up arriverebbe quindi a 165 seggi mentre l'eventuale coalizione delle destre unite (come Casado ha ipotizzato alla vigilia, ovvero Pp+C's+Vox) sarebbe ancora più lontana dalla maggioranza, fermandosi a 147 seggi.
Con questi dati un'eventuale alleanza Psoe-Up dovrebbe appoggiarsi anche al Partito nazionale basco (Pnv), Coalizion Canaria (CC) e ad altri partiti indipendentisti per racimolare i seggi che mancano. Il Pnv ottiene 6 seggi, i catalani Erc e Jxcat rispettivamente 15 e 7, i baschi di Euskal Herria Bildu 4, due per Coalicion Canaria  e Na+ 2 e uno a testa per Compromis, Prc e Cpm.

Un'alternativa numerica per un governo stabile potrebbe essere quella tra Psoe e i centristi di Ciudadanos: i due partiti insieme avrebbero 179 seggi. Ma Albert Rivera, leader di C's, ha più volte negato questa possibilità.

Rispetto alle scorse elezioni, lo Psoe guadagna decine di seggi: ne aveva solo 85. Crollano come previsto dai sondaggi il Pp, che aveva 137 seggi nel 2016, e Podemos, che ne aveva 71. Per Ciudadanos è una buona affermazione, migliorando rispetto ai 32 seggi di tre anni fa e anche rispetto ai 40 del 2015.

"Il partito socialista ha vinto le elezioni generali in Spagna e con queste ha vinto il futuro. E ha perso il passato". Sono le prime parole di Sanchez, dopo la vittoria. "Abbiamo mandato un messaggio all'Europa e al resto del mondo. Si può vincere l'autoritarismo e l'involuzione".

Poi Sanchez ha aggiunto: "Formeremo un governo pro europeo". La folla ha intanto scandito fra l'altro "Sì, se puede" lo slogan che richiama quello che fu di Barack Obama candidato presidente Usa: "Yes, we can".

Podemos ha subito aperto a un governo di coalizione con lo Psoe, chiedendo tempo per formare una maggioranza stabile, mentre nel fronte del centrodestra Rivera (C's) rivendica la leadership della coalizione, approfittando dello storico crollo del Partito popolare.

Esulta il partito di estrema destra Vox, per la prima volta in parlamento e con un importante 10% delle preferenze. Tre anni fa aveva preso lo 0,2% dei voti. Un risultato clamoroso, seppure atteso visti i sondaggi degli ultimi mesi

Sanchez dalle urne ha infatti ottenuto il mandato popolare che gli mancava, essendo arrivato alla guida dell'esecutivo dopo la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy travolto dagli scandali. E ha portato il Psoe a vincere come non faceva da 11 anni. Per questo a Ferraz - la strada che ospita la sede del partito socialista a Madrid - la festa è esplosa subito, con bandiere, canti, folla. Però il compito di Sanchez sarà arduo: pur forte di 123 seggi (sui 350 del Congresso dei deputati), il doppio del Pp - il vero sconfitto di queste elezioni che ne ottiene soltanto 66 dimezzando la sua presenza in parlamento - il leader socialista non ha comunque i numeri per formare una coalizione di sinistra con una maggioranza chiara, poiché con i 35 seggi che Podemos si è assicurato arriva soltanto a 158. Non basta.

Rivolgersi di nuovo al fronte indipendentista può solo confermare le accuse dell'opposizione. Che adesso si chiama anche Vox. E in molti osservano che proprio il vaso di Pandora dell'indipendentismo aperto negli ultimi anni ha 'creato' Vox.

 


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