Arresto di De Vito. L'ex presidente dell'assemblea capitolina non risponde al Gip

di redazione Roma 21/03/2019 ROMA
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Durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Regina Coeli l'ormai ex presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito si è avvalso della facoltà di non rispondere. A riferirlo è il suo legale Angelo Di Lorenzo, il quale precisa che De Vito chiederà di essere ascoltato nei prossimi giorni per chiarire la sua posizione. 

"Chiarirò tutto. Sono sereno anche se molto dispiaciuto per quanto sta succedendo", ha riferito De Vito al suo nuovo legale Di Lorenzo. L'avvocato ha spiegato che De Vito era pronto a parlare e chiarire la sua posizione già oggi "ma - spiega - gli ho chiesto di avvalersi della facoltà di non rispondere per darmi il tempo di organizzare la difesa e di chiedere che sia ascoltato in un secondo momento".

L'ARRESTO - Marcello De Vito di M5S, presidente dell'assemblea capitolina, è stato arrestato dai carabinieri per corruzionenell'ambito della inchiesta della Procura sul nuovo stadio della Roma. Sono in corso perquisizioni in Campidoglio da parte dei carabinieri nell'ambito dell'operazione che ha portato all'arresto. Le perquisizioni stanno interessando anche uffici di Acea, l'Italpol e la Silvano Toti Holding Spa. "Marcello De Vito è fuori dal MoVimento 5 Stelle. Mi assumo io la responsabilità di questa decisione, come capo politico, e l'ho già comunicata ai probiviri", annuncia Di Maio via Facebook. "Nessuno sconto a chi ha sbagliato", dice anche la sindaca Virginia Raggi aggiungendo che "non c'è spazio per le ambiguità".

Arresto De Vito, carabinieri in Campidoglio

"Quanto emerge in queste ore oltre ad essere grave è vergognoso, moralmente basso e rappresenta un insulto a ognuno di noi, a ogni portavoce del MoVimento nelle istituzioni, ad ogni attivista che si fa il mazzo ogni giorno per questo progetto. Non è una questione di garantismo o giustizialismo, è una questione di responsabilità politica e morale: è evidente che anche solo essere arrivati a questo, essersi presumibilmente avvicinati a certe dinamiche, per un eletto del MoVimento, è inaccettabile". Il pentastellato Enrico Stefàno, già vicepresidente dell'Assemblea Capitolina e presidente della commissione Trasporti, sarà il nuovo presidente del consiglio comunale di Roma al posto di Marcello De Vito. È questo a quanto si apprende l'intendimento della maggioranza a 5 Stelle in Campidoglio e della sindaca Virginia Raggi. 

"Marcello De Vito ha messo a disposizione la sua pubblica funzione di presidente del Consiglio comunale di Roma Capitale per assecondare, violando i principi di imparzialità e correttezza cui deve uniformarsi l'azione amministrativa, interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi", scrive il gip.

Gip, da Toti mazzetta a De Vito e Mezzacapo - Per favorire l'ok al progetto di riqualificazione degli Ex Mercati Generali, i fratelli Toti avrebbero pagato una consulenza-tangente a Marcello De Vito e a Camillo Mezzacapo. Emerge dall'ordinanza del Gip in cui si legge che De Vito e Mezzacapo "si facevano indebitamente promettere e quindi dare dai fratelli Toti a titolo di prezzo della mediazione illecita ...110mila euro sotto forma di corrispettivo di incarico professionale conferito allo studio legale" di Mezzacapo che poi trasferì "48mila euro sul conto intestato alla società Mdl srl di fatto riconducibile a Mezzacapo e a De Vito".

'Marcé sfruttiamo 'sta cosa ancora due anni' -L'INTERCETTAZIONE

De Vito è stato arrestato nell'ambito di una operazione del Comando Provinciale di Roma che ha portato ad altri tre arresti e una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale nei confronti di due imprenditori. I reati ipotizzati, a seconda delle posizioni, sono di corruzione e traffico di influenze illecite. L'indagine riguarda, oltre alle procedure connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma, anche la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell'area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense. L'indagine ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate da imprenditori attraverso l'intermediazione di un avvocato ed un uomo d'affari, che fungono da raccordo con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.

"Siamo e restiamo sempre garantisti, ma i romani non meritano questo indegno spettacolo", dicono i capogruppo del Pd in Assemblea Capitolina Giulio Pelonzi e il segretario romano del Pd Andrea Casu". Come Pd, aggiungono, "chiediamo da mesi alla Sindaca Raggi di dimettersi al più presto, non per le inchieste giudiziarie ma per il totale fallimento politico e amministrativo".

"Mi auguro che la vicenda possa chiarirsi, perché Roma e i romani si meritano trasparenza, onestà e capacità, si meritano una amministrazione e una politica che possano valorizzarli e valorizzare le straordinarie qualità della nostra capitale. Ma per la Giunta Raggi oggi è il tempo della riflessione sul proprio futuro, perché non è da escludere un passo indietro", dice Federico Pizzarotti.

"Gravissime le accuse che hanno portato all'arresto di Marcello De Vito. Ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura con l'auspicio che si faccia chiarezza al più presto su questa inquietante vicenda. L'onestà deve essere sempre la nostra stella polare". Così in un tweet la capogruppo M5s in Consiglio regionale del Lazio Roberta Lombardi.


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