Primarie PD. Eletto segretario Nicola Zingaretti " Sarò leader non capo, adesso proposta politica per una nuova Italia". Oltre un milione e mezzo i votanti

di redazione 04/03/2019 POLITICA
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Nicola Zingaretti è incoronato nuovo segretario del Pd con un bagno di consensi nel voto popolare delle primarie: con un'affluenza oltre il milione e settecentomila votanti, il governatore del Lazio ha ottenuto circa il 70 per cento, oltre un milione di preferenze, largamente al di sopra della maggioranza necessaria del 50% più uno. "Un risultato straordinario, più votanti delle ultime primarie - esulta Zingaretti -. Viva la democrazia italiana!".

"Viva la democrazia italiana. Si è riaccesa la speranza". Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del Partito democratico, ha vinto le primarie con una maggioranza ampia, anche se i risultati sono parziali e lo spoglio riprenderà in mattinata. Il suo primo discorso è stato un inno all'unità, ma anche al cambiamento. "Siamo tra il 65 e il 70 per cento dei voti. Grazie all'Italia che non si piega a un governo pericoloso", ha detto parlando nel suo comitato vicino al Circo Massimo. E subito ha ringraziato gli altri due candidati: "Abbiamo dato una buona immagine di confronto nella battaglia politica in questo Paese ferito".

Ha dedicato la vittoria a Greta, la ragazza svedese che si batte per la salvezza del pianeta. A quelli che il 15 marzo scenderanno in piazza per la stessa causa. Ai 5 milioni di poveri e ai troppi "giovani disoccupati che il potere ignora". Ma soprattutto ha tracciato l'identikit del nuovo Pd: "Non sono il capo, ma il leader di una comunità. Molti elettori che hanno votato per altre forze politiche stanno tornando. Da domani unità e cambiamento". Poi ha scherzato, riferendosi a Matteo Renzi e al suo ultimo libro, Un'altra strada: "Mi ha fregato il titolo".

Primarie per l'Italia, le aveva ribattezzate. "Non sarò un capo, ma il leader di una comunità - dice nel primo discorso in mezzo alla festa dei suoi a Roma -. Grazie all'Italia che non si piega e che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso". Zingaretti dedica la vittoria a Greta, la ragazza svedese che lotta contro i cambiamenti climatici, ai poveri e ai giovani disoccupati. Promette un Pd inclusivo, "aperto a una nuova alleanza" di centrosinistra. "I delusi sono tornati e torneranno", assicura, "stavolta non possiamo deluderli". La sua leadership viene riconosciuta da tutti i big del partito, a iniziare dagli altri candidati. Roberto Giachetti, terzo con il 12% ufficioso, chiama Zingaretti e si complimenta. "Altro che macerie", dice sottolineando l'alta partecipazione. "Buon lavoro Segretario!- twitta Maurizio Martina, intorno al 18% -. Da oggi sempre più #fiancoafianco nel PD per l'Italia". 

"Quella di Nicola Zingaretti è una vittoria bella e netta. Adesso basta col fuoco amico - lo saluta Matteo Renzi, il convitato di pietra -: gli avversari politici non sono in casa ma al Governo". Dall'ex Rottamatore la promessa di evitare il "fuoco amico" del quale si é sentito a lungo vittima lui stesso. Nel pomeriggio, parlando già quasi da segretario in pectore, Zingaretti aveva detto: "Sono contento di queste lunghe file in tutti i Comuni italiani, avevo chiesto fiducia e passione come i grandi punti di ripartenza. Ora sta a noi non tradire questa fiducia, e se tocca a me giuro che non la tradiro mai".

E a lui toccherà tentare di risollevare il Pd già in vista della difficile sfida delle Europee. Finora Zingaretti ha sempre vinto le elezioni alle quali si é presentato: dal consiglio comunale di Roma all'Europarlamento, dalla presidenza della Provincia di Roma a quella della Regione Lazio, dove é stato rieletto lo scorso marzo mentre il Pd si inabissava, fino alla segreteria. In via dei Cerchi, accanto al Circo Massimo, militanti e volontari si mischiano ai parlamentari che hanno sostenuto il candidato; tra loro la coordinatrice della mozione Paola De Micheli, Gianni Cuperlo, Francesco Boccia - ex candidato -, il 'grande elettore' Dario Franceschini, che con la sua AreaDem ha spostato parecchi voti.

 Zingaretti diventa segretario di un partito, il principale di opposizione nonostante tutto, che a un anno meno un giorno dal tracollo delle politiche del 4 marzo sembra dare un segno di vitalità e alle primarie porta al voto quasi un milione e ottocentomila persone. Fin dalla mattina si sono viste file in molti dei circa 7.500 seggi allestiti in circoli e gazebo, tanto che in molti casi si é dovuto tenere aperta la 'sezione' oltre le 20 per permettere a tutti di votare. L'ultima volta, per la rielezione di Renzi, avevano partecipato alle primarie circa 1,8 milioni di persone, ma era un altro Pd e l'affluenza di oggi non era scontata. I maggiorenti del partito hanno votato nelle rispettive città: tra i candidati, Zingaretti e Giachetti a Roma, Martina a Bergamo. Renzi, ultimo a essere eletto, ha votato a Firenze andando al seggio in vespa. A Roma ha votato Paolo Gentiloni, che con Zingaretti potrebbe diventare presidente del Pd e forse anche candidato premier. Molti gli uomini di spettacolo visti ai gazebo, tra cui Roberto Benigni, Paolo Virzì, Nanni Moretti, Francesco Guccini, Renzo Arbore e Stefania Sandrelli, tra gli altri. Tutti ora a guardare cosa porterà il nuovo leader.

Alla consultazione nei gazebo hanno partecipato durante la giornata oltre 1,7 milioni di cittadini.  Il presidente della Commissione congresso, Gianni Dal Moro ha affermato che "l'affluenza è stata omogenea in tutto il territorio nazionale, senza sacche di difficoltà e con un leggero picco al centro-sud, in particolare nel Lazio e in Campania".  Ai seggi (FOTO) , aperti dalle 8 si sono registrate  code, in alcuni casi anche lunghe.  

 Il primo a votare alle primarie, tra i volti noti del Pd, è stato Walter Veltroni. L'ex segretario si è recato al gazebo di piazza Fiume, a Roma, alle 8 in punto, per esprime la sua preferenza. In mattinata a Roma il voto di Paolo Gentiloni, poi quelli di Luca Zingaretti e Roberto Giachetti. Maurizio Martina vota invece nella sua città, a Bergamo. Carlo Calenda vota e fa lo scrutatore in mattinata nel Gazebo di Piazza del Popolo, sempre a Roma, mentre Matteo Renzi ha votato alla Leopoldina, a Firenze. 


Carlo Calenda scrutatore al gazebo di Piazza del Popolo.  'E' il momento più alto della democrazia, perché le persone scelgono direttamente il proprio segretario', spiega. In un tweet Calenda aveva invitato ad andare a votare alle primarie: 'Un gesto di democrazia e un modo per mobilitarci contro il tentativo del Governo di farci uscire dall'Ue nel silenzio', aveva scritto. 'Più siamo, meglio è per l'Italia'.

L'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha votato questa mattina alle Primarie del Pd in un seggio allestito in un circolo Arci di via Goito, nei pressi della Stazione Termini di Roma. "Speriamo sia una bella giornata, sarà una bella giornata - ha detto - Cosa mi aspetto dall'affluenza? Io penso che ieri a Milano sia stato un bel sabato, e possiamo avere oggi in tutta Italia una bella domenica‎"

"Non è un voto contro il Governo, è un voto per il cambiamento". A dirlo Romano Prodi, al suo arrivo al seggio. "Non si deve mai votare contro, si deve votare pro", ha spiegato l'ex premier, aggiungendo: "Ma attenzione che se si continua così, il Paese va proprio in serie C o D, questa è la situazione che abbiamo".

Anche il mondo dello spettacolo in coda a Roma per partecipare alle Primarie del Pd. Il 'romanissimo' Gigi Proietti ha votato al seggio sulla Cassia. Toscano d'origine ma evidentemente votante nella Capitale Roberto Benigni, che invece è stato visto in fila nel rione di Testaccio

 


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