Caso Stadio Roma. "Di Maio "Lanzalone deve dimettersi"

di redazione Roma 14/06/2018 ROMA
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"Luca Lanzalone si deve dimettere" da presidente di Acea. Lo ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, a Rtl, spiegando che chi è agli arresti domiciliari non può rimanere in quella carica. "Mi aspetto" che si dimetta, ha sottolineato il ministro. "Da noi chi sbaglia paga", ha aggiunto Di Maio.

LA VICENDA

Nove arresti e 16 indagati. Il nuovo stadio della Roma rischia di impantanarsi nell'inchiesta della Procura di Roma su una presunta corruzione nell'ambito della variante del progetto licenziato nel febbraio dello scorso anno col taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale. Ad essere arrestati infatti sono stati politici, consulenti e il costruttore che hanno concorso al nuovo progetto: in carcere sono finiti il costruttore Luca Parnasi e i suoi collaboratori Luca Caporilli, Simone Contasta, Naboor Zaffiri, Gianluca Talone e Gianluca Mangosi. Ai domiciliari invece Adriano Palozzi, vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia,Michele Civita, ex assessore regionale del Pd, Luca Lanzalone, presidente Acea e consulente per M5S sullo stadio.

La Sindaca di Roma Virginia Raggi ha convocato in Campidoglio l'ad di Acea Stefano Donnarumma. A quanto si apprende nel corso dell'incontro la sindaca ha sollecitato una rapida soluzione tra quelle tecnicamente possibili per la governance dell'azienda dopo l'arresto del presidente Luca Lanzalone. Non si escludono le dimissioni dello stesso Lanzalone dalla carica. 

"Lanzalone è stato messo a Roma da Grillo per il problema stadio insieme al professore Fraccaro e Bonafede". E' quanto afferma Luca Parnasi nel corso di una cena citando gli attuali ministri per i Rapporti con il parlamento e Giustizia. L'intercettazione è presente nell'ordinanza di custodia cautelare. "Parnasi - è detto nel provvedimento - dice che Lanzalone l'hanno portato i 5 Stelle ed è presidente della Acea e ha studiato a Genova. E' una persona molto dotata".

Un facilitatore con il compito di fare combaciare gli interessi pubblici con quelli privati nell'operazione stadio, un'opera con un giro di affari di un miliardo di euro come volume d'affari. Questo il ruolo di Luca Lanzalone che emerge dalle carte dell'inchiesta sull'opera che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle. Lo stesso Luca Parnasi sintetizza la figura del presidente di Acea come "Wolf" il personaggio del film Pulp Fiction che risolveva i problemi. "Il 30 marzo 2018 - è detto nell'ordinanza di custodia cautelare - Lanzalone parlando dello stadio comunica a Parnasi di aver individuato un escamotage idoneo ad accelerare i tempi della procedura.. Parnasi è entusiasta e pronuncia più volte la parola Wolf". "Eh ma quando c'è Lanzalone... - ripete l'imprenditore - quando c'è Wolf... quando c'è Wolf.., la questione..".

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo dunque ipotizza una rete di corruzione trasversale, che tocca sia Campidoglio che Regione Lazio, e 'tripartisan' coinvolgendo esponenti locali di spicco del Pd, M5S e Forza Italia: secondo l'accusa il metodo corruttivo veniva considerato dalla società di Parnasi un "asset di impresa" e si sostanziava in soldi,consulenze e fatture per operazioni inesistenti a Lanzalone e Palozzi e la promessa di assunzione del figlio all'ex assessore Civita. Luca Lanzalone, attuale presidente di Acea, tra il gennaio e il febbraio del 2017 si occupò del dossier Stadio nelle vesti di consulente per gli M5S e portò avanti una mediazione con la Eurnova, la società dell'imprenditore Luca Parnasi che acquistò i terreni dell'ippodromo di Tor di Valle, destinati ad ospitare lo Stadio, dalla società Sais della famiglia Papalia. Su questa compravendita ci fu un'altra inchiesta ora approdata in aula.

La mediazione di Lanzalone portò ad una modifica del primo progetto con una riduzione delle cubature, di alcune opere di servizio e la cancellazione delle due torri. Michele Civita, da sempre vicino a Nicola Zingaretti, invece seguì la vicenda stadio in veste di assessore all'urbanistica. Indagati il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Campidoglio, Paolo Ferrara e, Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia al Campidoglio. "Se è tutto regolare, spero che il progetto andrà avanti. Chi ha sbagliato pagherà, noi stiamo dalla parte della legalità": ha detto oggi la sindaca Virginia Raggi. Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dell'interno Matteo Salvini che riferendosi al costruttore Parnasi ha detto: "lo conosco personalmente". Nella vicenda "non sono implicati nè la Raggi nè l'As Roma", hanno precisato gli inquirenti.


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