La Casa di Leda. Il primo progetto in Italia per i bambini delle detenute parte dalla Capitale

di redazione Roma 12/07/2017 ROMA
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Un edificio di oltre 600 mq confiscato alla mafia nel quartiere dell’Eur è da ieri la ‘La Casa di Leda’ dove i bambini potranno vivere insieme alle loro mamme sottoposte alla misura degli arresti domiciliari.

È il primo progetto in Italia a dare concreta attuazione alla legge 62 del 2011 in materia di valorizzazione del rapporto tra detenute madri e figli minori. La casa è dedicata alla memoria di Leda Colombini che si è battuta tutta la vita per la difesa dei diritti dei bambini costretti dalla nascita a vivere in carcere.

La struttura accoglierà gradualmente fino ad un massimo di sei mamme e otto bambini, italiani e stranieri, per contribuire a un migliore dialogo interculturale. Per ora sono ospitate quattro ex detenute del carcere di Rebibbia. Le attività della casa sono stabilite grazie ad un regolamento e l’abitazione è sorvegliata notte e giorno. Al fine di un migliore sviluppo del progetto alcuni volontari  dell’associazione “A Roma Insieme” e della Fondazione Poste Insieme Onlus  si occupano del sostegno psicologico e dell’assistenza ai bambini.

Poste Insieme Onlus, la Fondazione di Poste Italiane, ha contribuito a finanziare il progetto con 150mila euro grazie ad un accordo della durata di un anno e rinnovabile con il Ministero della Giustizia e Roma Capitale.

 "Siamo orgogliosi di aver collaborato alla buona riuscita di questo progetto, un progetto che nasce dal basso e aiuta le persone che hanno avuto un momento di fragilità nella vita. Sono persone che hanno sbagliato, ma stanno scontando la loro pena e la comunità deve accoglierle e sostenerle affinché possano rientrare a far parte di questa società, a termine della pena", dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi.

 

“Si tratta di un’iniziativa che procede pienamente verso la costruzione di una comunità solidale, poiché tutela il superiore interesse di bambini immuni da qualsiasi colpa. In questo modo si permette loro di crescere lo stesso all’insegna dell’affetto, tentando di sradicare sul nascere ogni rischio di isolamento, solitudine e abbandono. Gli interventi di carattere sociale non possono infatti prescindere da un forte coinvolgimento della sfera affettiva, soprattutto quando si parla di bambini in tenera età”, spiega l’Assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale di Roma Capitale Laura Baldassare.

 “Ogni anno in Italia molti bambini sono costretti a vivere nel  carcere  dove sono detenute le proprie mamme. Come sancito da Convenzioni internazionali, e dalla stessa normativa nazionale,  riteniamo che vivere da reclusi sia contrario al superiore interesse di questi bambini.  Per questo motivo, abbiamo deciso di portare avanti il progetto  ‘La Casa di Leda’ dopo un lungo percorso di dialogo con il Ministero della Giustizia, in collaborazione con il Garante dei detenuti e il Garante per l’infanzia, il Municipio IX e grazie a Poste Insieme Onlus che finanzia l’iniziativa. Con la casa di Leda i bambini cresceranno in un ambiente sano”, commenta l’Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi di Roma Capitale Daniele Frongia.

 


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