Rogo di Centocelle. Torna libero Serif Seferovic

di redazione Roma 05/06/2017 ROMA
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Torna libero Serif Seferovic, il 20enne rom fermato a Torino giovedì scorso perchè sospettato di aver avuto un ruolo nella morte  delle tre sorelle della famiglia Halilovic, morte intrappolate nel camper in fiamme dove vivevano con altri otto familiari a Centocelle. Lo ha deciso il gip del capoluogo piemontese Alessandra Danieli che ha convalidato il fermo di polizia ma non ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Che siano stati i Seferovic gli autori del rogo di Centocelle ci sono pochi dubbi. Il furgoncino infatti ripreso dalle telecamere la notte del 10 maggio è quello di Renato Seferovic, fratello di Serif, latitante ricercato dalla squadra Mobile. Serif dunque è stato scarcerato non perché non sia ritenuto in qualche misura responsabile del rogo ma perché "allo stato - sottolinea il gip - non sono stati acquisiti sufficienti indizi al di là di ogni ragionevole dubbio" che giustifichino la detenzione in carcere.

"Come esposto - scrive il giudice nell'ordinanza - il dato di assoluto rilievo investigativo è rappresentato, da parte degli autori del delitto del furgone di proprietà di Renato Seferovic, fratello del fermato, consente di concentrare nel nucleo di appartenenza dei predetti indagati la responsabilità del fatto, tale medesimo elemento, non consente tuttavia di escludere, in mancanza di ulteriori acquisizioni di indagine che il soggetto ripreso dalle immagini del sistema di videosorveglianza, anziché il Serif fosse altro soggetto, in ipotesi appartenente allo stesso gruppo familiare ovvero semplicemente vicino al gruppo, che presentava le stesse caratteristiche fisiche, di per se non univocamente ascrivibili al solo Serif, a maggior ragione in mancanza di qualsiasi accertamento in ordine alle caratteristiche fisiche degli altri familiari di sesso maschile del predetto". Ovviamente soddisfatto per la decisione del gip il legale di Serif, l'avvocato Gianluca Nicolini.

Seferovic era stato fermato il primo giugno scorso a Torino in una operazione congiunta degli uomini della squadra mobile del capoluogo piemontese e di Roma.
Su di lui gravavano indizi di colpevolezza in relazione al lancio di una bottiglia incendiaria contro il camper dove dormiva l'intera famiglia Halilovic la notte del 10 maggio scorso, e dove morirono le tre sorelle di 20, 8 e 4 anni. Il giovane nel corso della convalida del fermo si era difeso affermando che quella notte non si trovava in zona Centocelle ma era con l'intera famiglia in una area di parcheggio a Prati Fiscali, periferia est della Capitale.


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