Trump firma la legge che permetterà ai provider di vendere i dati degli utenti.

di redazione 04/04/2017 ESTERI
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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato una legge che elimina le garanzie sulla privacy su internet che aveva introdotto il suo predecessore Barack Obama.

La nuova legge permetterà ai provider di vendere i dati degli utenti, come per esempio lo storico delle ricerche e la localizzazione. La norma, approvata dalla maggioranza repubblicana al Congresso la scorsa settimana, revoca le regole che erano state stilate dai democratici in seno alla Commissione federale per le comunicazioni, che prevedeva che i provider dovessero ottenere l'autorizzazione degli utenti prima di potere vendere i dati. I repubblicani hanno sempre ritenuto questo regolamento un eccesso e, con le nuove norme, provider come Verizon, Comcast e AT&T potranno utilizzare appunto i dati degli utenti per competere alla pari con Google e Facebook sul mercato degli affari pubblicitari online, che ha un giro d'affari di 83 miliardi di dollari. I provider si erano opposti ai tentativi del governo Obama di proteggere la privacy degli utenti e ritenevano ingiusto che Google e Facebook dovessero fare riferimento a norme diverse.

 Fra le altre cose, il regolamento della Fcc voluto da Obama prevedeva anche un rafforzamento delle difese digitali dei dati degli utenti contro gli hacker e in generale possibili furti digitali. Molti ne sono avvenuti negli anni scorsi, da Yahoo alla stessa AT&T. In realtà quelle norme non erano ancora entrate in vigore: le tutele sarebbero scattate alla fine di quest'anno. Così, i provider saranno in grado di tenere d'occhio in maniera stringente gli atteggiamenti, i gusti e le preferenze dei loro utenti. Acquisti, viaggi, siti consultati, carte di credito utilizzate. E, questo il punto, potranno commerciare queste importanti informazioni - personali ma in parte anche sociali e finanziarie - senza chiedere loro alcun permesso.

 Di fatto, i colossi delle telecomunicazioni s'infilano definitivamente nella gara per la torta pubblicitaria online da 83 miliardi di dollari insieme a leader come Google e Facebook. Il fatto è che chi fornisce il servizio di connessione ha evidentemente una posizione privilegiata perfino rispetto a Big G o al colosso di Mark Zuckerberg: può sapere qualsiasi sito navigato e monitorare con precisione le attività online. Se, insomma, è piuttosto semplice scegliere siti sicuri ed evitare piattaforme dubbie sotto il profilo della riservatezza, quasi impossibile è difendersi dal controllo di chi ti porta la rete in casa o sullo smartphone. Molti statunitensi, in particolare, possono spesso scegliere in certe aree fra due soli operatori.

 "Il voto di oggi significa una sola cosa: l'America non sarà mai sicura online dal momento che i dettagli più personali saranno segretamente sotto controllo e venduti al più magnanimo offerente" ha spiegato Jeffrey Chester, direttore esecutivo del Center for Digital Democracy.

Stessa reazione di altre organizzazioni come la Electronic Frontier Foundation, che parla del rischio di essere controllati in ogni aspetto della propria vita digitale. Secondo molti osservatori e attivisti il momento è dunque arrivato: l'abolizione di queste norme costituirebbe infatti solo il primo passo verso la progressiva deregolamentazione di internet.

 Senza lo scudo predisposto dalla Fcc i fornitori di connessione potranno infatti vendere questi dati in modo diretto ad agenzie finanziarie, compagnie di marketing e in generale a società che si occupano di analizzare e sfruttare queste informazioni a fini commerciali. Senza, lo ribadiamo, che gli utenti sappiano nulla. Come se non bastasse, il provvedimento approvato dal Congresso attraverso quanto stabilito dai meccanismi previsti dal Congressional Review Act mette all'angolo la Fcc, impedendole di tornare a stabilire regole su questo stesso argomento.

 


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