25 Marzo 1957. La firma dei Trattati di Roma. Nasce l'Europa unita. Dopo sessant'anni il pericolo di una nuova disgregazione

di Rosanna Pilolli 24/03/2017 POLITICA
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Sessant'anni fa, il 25 marzo 1957 i rappresentanti di sei Paesi europei firmavano a Roma nella Sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio, due Trattati con i quali nasceva, per la prima volta, un’Europa unita.

Prendeva forma e concretezza così un progetto grandioso  per l’impulso di grandi uomini di Stato come Winston Churchill, Alcide De Gasperi, Schumann. E a monte stava il sogno profetico di Altiero Spinelli , di Ernesto Rossi e di Eugenio Colorni confinati dal fascismo nell’isola di Ventotene che nel 1941 avevano immaginato un’Europa libera e unita priva di autarchie economiche, lontanissima  da regimi totalitari, con organi e mezzi sufficienti per  le esigenze dei singoli Stati  da rendere tangibili secondo le particolari caratteristiche dei singoli popoli. Aveva certamente il sapore del coraggio, della opposizione ideale e concreta questa idea concepita nel momento oscuro della storia d’Europa durante il quale la croce uncinata di Hitler dilagava tentando di spegnerne i popoli in un’orgia di sangue.

La firma dei Trattati di Roma dunque segnava la strada maestra verso la fine dei grandi conflitti che soltanto pochi anni prima avevano dilaniato il “Vecchio Continente”

Si erano impegnati solennemente con i due Trattati di Roma, l’Italia, la Francia, la Germania Ovest, il Belgio, i Paesi Bassi e il Lussemburgo. Con il primo documento veniva istituita la Comunità economica Europea (CEE), apertura alla creazione di un mercato comune europeo con la graduale abolizione dei dazi e delle barriere doganali, con l’attuazione di politiche agricole, commerciali e di trasporti comuni. Il secondo apriva la strada all’uso civile dell’atomo per sostenere la crescita delle industrie energetiche: era l’istituzione della Comunità europea per l’energia atomica (EURATOM). Si prevedeva inoltre l’istituzione dell’Assemblea parlamentare europea con 142 deputati nominati dai Parlamenti dei sei Paesi fondatori della Comunità. Trascorsero tuttavia cinque anni perché l’Assemblea prendesse il nome di Parlamento Europeo e dopo altri anni nel 1979, si svolsero le prime votazioni a suffragio universale per eleggerne i rappresentanti.

Ancora oggi i Trattati di Roma costituiscono la base legale di molte decisioni prese dalla UE  seguiti in seguito da altri provvedimenti fondanti: il Trattato di Maastricht del 1991 che segnava la nascita della Comunità europea e i successivi Trattati di Amsterdam del 1997 d i Nizza del 2000  e  il Trattato di Lisbona del 2009.

Erano tuttavia quei primi Trattati i portatori di molte attese e di molte speranze. Sono trascorsi sessanta anni e quell’Europa prima sognata dai confinati di Ventotene e poi configurata concretamene nei documenti di Roma, quella Europa unita ancora non c’è aggredita dalle mancate soluzioni al problema delle grandi e tragiche migrazioni, attaccata dai terrorismi pseudo religiosi e dagli attentati, dai ritiri di adesioni e del pericolo di altri abbandoni. E si continua a parlare sempre più spesso di muri e di campi di concentramento per le masse diseredate che tentano di sfuggire alle guerre, alla fame e alla negazione di ogni diritto.  Emergono in questa Europa dei nostri giorni impensate tendenze autoritarie. Mentre è drammaticamente urgente il cammino di ideali condivisi che abbattano i nazionalismi di ritorno, il razzismo vecchio e nuovo.  E sono inoltre pressanti le politiche partecipate con le quali mettere fine alla gravissima crisi economica che da troppi anni grava sui popoli.

Riuscirà il ricordo di quella firma a dare nuovo slancio ideale all’Europa e alle sue classi dirigenti?


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