Stadio Roma. Grillo e l'amministrazione capitolina "Improbabile che si faccia a Tor di Valle"

di redazione Roma 23/02/2017 ROMA
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Il conto alla rovescia verso il 3 marzo corre, ma non c'è ancora una risposta del Campidoglio sul progetto del nuovo stadio della Roma, che però così com'è sembra sempre più a rischio. Beppe Grillo prima garantisce "Virginia Raggi farà una dichiarazione tra uno o due giorni". Ovvero venerdì, giorno a cui è slittato l'incontro con i proponenti previsto per oggi e rimandato su richiesta del Comune.

Ma più tardi il leader M5S boccia la "location" di Tor di Valle e scandisce: "Nessuno dice di no, diciamo di sì ma in una parte che non sia quella, e' meglio farlo in una zona che non esonda". A stretto giro la risposta di As Roma e del costruttore Luca Parnasi: "Dopo 5 anni di lavori su un progetto in stato avanzato di approvazione nel rispetto di leggi, regolamenti e delibere, non è in alcun modo ipotizzabile un sito alternativo a Tor Di Valle. L'area è sicura dal punto di vista idrogeologico e anzi il progetto, con investimenti totalmente a carico dei privati, va a sanare il rischio idrogeologico presente nel quartiere limitrofo di Decima, ben al di fuori del sito dove verrà progettato lo Stadio e dove abitano oltre 10 mila romani". 


Il botta e risposta arriva dopo una giornata in cui Grillo ha incontrato per 3 ore i consiglieri M5S in Comune, assente Raggi. La sindaca dovrebbe invece esserci venerdì al meeting chiave con i proponenti. 

Ma il progetto potrebbe anche essere riperimetrato nella stessa area, secondo l'idea dell'ex assessore all'Urbanistica Paolo Berdini. Cautelarsi da una causa milionaria, in caso di annullamento della delibera, è in questo momento la preoccupazione del Comune. Che però vaglia anche le cautele da prendere in caso di denunce e iniziative da parte della base e dei molti consiglieri contrari alla cementificazione che l'attuale progetto secondo loro comporta. 

"L'incontro è stato molto positivo. Stiamo valutando tutti gli atti. Quando ci sarà una decisione lo comunicherà la sindaca", dice il presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito, uno degli 'ortodossi', passato ieri al sit-in degli attivisti che chiedono di annullare la delibera dell'era Marino, disertato dalla Raggi. Una delibera sulla quale la sindaca attende il parere dell'Avvocatura del Comune per sapere cosa si rischia in caso di modifica o di annullamento. Non molto, secondo pareri legali di esperti consultati dai consiglieri contrari al progetto. Fino a due miliardi secondo stime ufficiose dei proponenti.

Il Codacons scova un parere dello studio Mobrici di Roma, agli atti della Conferenza di servizi, che definisce "illegittimo" il progetto perché il proponente non è una società sportiva come prevede la legge. Il parere era stato richiesto da un attivista M5S poi eletto in IX Municipio, quello di Tor di Valle. "Sono state rispettate tutte le norme - dice l'ex assessore all'Urbanistica della giunta Marino, Giovanni Caudo -. La legge sugli stadi prevede che le imprese costruttrici abbiano un accordo con la società sportiva, come nel caso del nuovo impianto della Roma". L'opposizione con il Pd in testa attacca ancora la sindaca. "E' contro i romani", dice il deputato dem Marco Miccoli. "Sono per natura positivo, ma è come una partita al Totocalcio, da 1X2", dice invece il presidente del Coni Giovanni Malagò, che con Raggi si è scottato sulle Olimpiadi. Il primo dei 'No' della sindaca, che a molti ancora scotta.


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