Mozione di sfiducia di 5 Stelle, Sel e Lega contro il Ministro del lavoro Poletti dopo le frasi sull'emigrazione dei giovani italiani. La Lega "Si faccia chiarezza sui soldi pubblici versati al giornale del figlio"

di redazione 20/12/2016 POLITICA
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Sinistra Italiana ha depositato, questa mattina al Senato, una mozione di sfiducia nel confronti di Poletti, firmata anche da Movimento 5 Stelle, Lega Nord e da alcuni senatori del gruppo misto. Poletti, si accusa nella mozione, "ha nelle ultime settimane dato riprova di un comportamento totalmente inadeguato al suo ruolo, esprimendosi in più di un'occasione con un linguaggio discutibile e opinioni del tutto inaccettabili".

In particolare, suona inaccettabile la dichiarazione "che compromette la libertà di voto dei cittadini" fatta dal ministro Poletti nel giorno della fiducia al governo Gentiloni in Senato, quando aveva parlato di un inevitabile rinvio del referendum sul Jobs Act, sulla cui ammissibilità la Consulta è prossima a esprimersi a gennaio, in caso di elezioni anticipate e conseguente scioglimento delle Camere. Ma Sinistra Italiana impugna nella mozione anche per le "affermazioni gravissime" sui giovani italiani costretti ad andarsene all'estero, che avevano fatto ribollire il sangue delle leve giovanili del Pd.

lL ministro Poletti parla dei giovani che espatriano: "Non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola". E quando le sue parole diventano un caso rilanciato da agenzie e social, fa dietrofront: "Mi sono espresso male". Critiche da sinistra. Civati: "Incommentabile". Vendola: "Si tolga dai piedi lui".

Dopo la notizia del mezzo milione di euro di contributi pubblici ricevuti da Manuel Poletti, figlio del Ministro e direttore del settimanale Sette Sere, intervistato sul Fatto quotidiano di mercoledì 21 dicembre, la Lega Nord, per voce del segretario provinciale di Ravenna, Samantha Gardin, annuncia "un esposto in Procura e alla Guardia di Finanza per verificare la regolarità dei contributi all'editoria concessi a Poletti Jr. con suo padre nel ruolo di ministro". "E' evidente che sulla vicenda si deve andare a fondo - dichiara la Gardin - per questo motivo nei prossimi giorni ci muoveremo per presentare un esposto in Procura e far luce sull'effettiva regolarità nella procedura di assegnazione ed erogazione del contributo nonché sull'assenza di qualsiasi interferenza nel processo valutativo".

Un dietrofront che ha il sapore della beffa per le migliaia di italiani, giovani e non che negli ultimi dieci anni, almeno 300mila hanno lasciato il nostro paese per cercare in Europa un futuro migliore. 

Ecco le prime dichiarazioni. Fase uno a ruota libera: Poletti parla con i giornalisti a Fano della fuga dall’Italia di tanti ragazzi in cerca di occupazione, poche ore dopo avere commentato il boom dei voucher. Che hanno gonfiato le file dei precari. Prima saluta con sollievo la fuga di alcuni che il Paese non avrà più “tra i piedi”.

 Il ministro del Lavoro ha concluso il suo exploit in calcio d'angolo, utilizzando una metafora calcistica: “è bene che i nostri giovani abbiano l’opportunità di andare in giro per l’Europa e per il mondo. E’ un’opportunità di fare la loro esperienza, ma debbono anche avere la possibilità di tornare nel nostro Paese. Dobbiamo offrire loro l’opportunità di esprimere qui capacità, competenza, saper fare”.

 Da queste parole evidentemente si capisce come l'attuale classe dirigente, nonostante il chiaro risultato referendario, sia sempre più distante dal paese reale, dagli affanni dei giovani laureati che non riescono a trovare uno sbocco professionale adeguato ad anni di studio e sacrifici. Grave che simili affermazioni vengano dal Ministro del Lavoro, che dovrebbe avere una conoscenza non certo superficiale delle dinamiche lavorative in Italia. Grave che vengano da un esponente della cosiddetta "sinistra riformista". 


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