Olimpiadi Rio. Esclusa la squadra di atletica leggera russa. La Iaaf "doping di stato". Mosca "Solo un complotto contro la Russia"

di redazione 18/06/2016 ESTERI
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Negli anni della Guerra fredda esisteva il boicottaggio e così alle Olimpiadi poteva capitare che alcune non partecipassero ai Giochi olimpici per dimostrare la propria avversità o inimicizia nei confronti dei paesi organizzatori. Celebre il boicottaggio americano alle Olimpiadi di Mosca 1980, gentilmente ricambiato dai russi a Los Angeles quattro anni dopo.

Oggi non si registrano forme di protesta di questo tipo ma alle ormai imminenti Olimpiadi di Rio che si accenderanno i 5 agosto non ci saranno gli atleti russi, ossia una delle compagini più forti del panorama mondiale.

La Russia rimane fuori dall'atletica mondiale. Questa la decisione unanime dei 24 membri del consiglio della Iaaf riuniti a Vienna in una delle loro più drammatiche sedute. E controversa, visto che c’era da confermare o sconfessare una decisione già presa qualche settimana fa per sospetti doping di Stato nei confronti di Mosca.

Da Mosca fanno sapere che quella di Vienna è una decisione contro i diritti umani a cui faranno ricorso nei tribunali internazionali.

Nessun risultato ha prodotto lo sforzo di mettersi in regola con i parametri richiesti dalla task force dell'investigatore norvegese Rune Andersen, che non ha avuto modo di rilevare apprezzabili cambiamenti nel "corrotto" sistema anti-doping nazionale: "Solo piccoli ma insufficienti progressi".

Singolarmente gli atleti russi banditi potranno ricorrere al Tas di Losanna.

La vicenda si tinge di toni di guerra fredda visto che l’intervento di Putin il quale aveva chiesto riguardo nei confronti degli atleti e sostenendo che “Non è mai esistito doping di stato, non si possono punire atleti puliti per colpa di atleti macchiati, bisogna fare distinzioni. È un trattamento ingiusto e iniquo. Ci sono principi di diritto universalmente riconosciuti e uno di questi è che la responsabilità dovrebbe essere sempre personificata".

 E’ opportuno ricordare che i casi doping non riguardano solo gli atleti russi, ma anche kenioti e giamaicani e casi -isolati? – di atleti praticamente ai quattro angoli del pianeta. E’ovvio che servono decisioni condivise e soprattutto eque. Difficile credere che la questione doping verrà risolta gli atleti russi impedendo agli atleti russi di partecipare a Rio 2016.

 


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