Spagna dopo il voto. Il congresso nel caos. Falliti i tentativi socialisti di formare un governo

di Redazione 06/03/2016 ESTERI
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In foto i tre leader Rajoy (popolari), Sanchez (socialisti), Iglesias (Podemos)

In Spagna è caos a due mesi e mezzo dal voto. La situazione non è molto distante da quella vissuta in Italia dopo il voto del Febbraio 2013, quando ci volle quasi un mese e mezzo per formare un governo.  Il Leader socialista Pedro Sanchez incaricato per due volte di dare vita all’esecutivo non ha ottenuto i voti necessari al Congresso di Madrid. A sbarrargli la strada le altre formazioni uscite come determinanti dalle urne. I rivali storici del Pp e Podemos, vero ago della bilancia di questa tornata elettorale. IL tentativo dei socialisti era appoggiato solo dal partito di centrodestra Ciudadanos, ma i 131 voti a favore non sono stati sufficienti, visti i 219 contrari provenienti dalle fila dei popolari e della compagine di Pablo Iglesias, determinato più che mai a non concedere ai socialisti la chance di governo.

Podemos sta attuando una strategia molto vicina a quella che adottarono i5 Stelle all’indomani del voto con il partito democratico, mostrandosi irremovibile agli appelli dei socialisti per creare una coalizione di maggioranza.

Una situazione di stallo che non fa che acuire la crisi economica da cui il Paese sembra non riuscire ad uscire. I dati economici e del mercato del lavoro non sono positivi. La Spagna è il solo tra i grandi paesi europei che non ha invertito la rotta agli indicatori macroeconomici più rilevanti.

L’impasse del congresso è totale. I socialisti hanno tentato fino all'ultimo di convincere i 65 deputati di Podemos almeno ad astenersi, ma i “viola” hanno alzato un muro che allontana definitivamente ogni possibilità di alleanza.

Nelle prossime settimane sarà decisivo il ruolo di Re Felipe VI di Borbone
che deciderà a breve a chi affidare il prossimo tentativo, ad alto rischio. le prospettive sono due: la prima vede una grande coalizione che comprenda il Partito socialista e quello Popolare, la seconda, richiesta da Podemos, è una coalizione di sinistra, che comunque gli analisti giudicano fragile, e che va dai socialisti a Podemos fino ai deputati di Izquierda Unita.


Intanto  l'indipendentista catalano Francesc Homs ha offerto a Sanchez di appoggiare un suo governo di sinistra in cambio di un referendum ufficiale sulla autodeterminazione della Catalogna, che il Psoe rifiuta.

Senza un nuovo governo il 2 maggio il Paese tornerà alle urne, previste per il 26 giugno. 


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