Capodanno, sempre di lunedì

di Settembre 02/01/2016 TRANNE TUTTO
img

Per me tutti i primi di gennaio dovrebbero essere dei lunedì, così poi quando il due si torna a lavoro, per quelli che ci tornano, si è un po' più tranquilli, che il lunedì atroce è già passato, travestito da giorno in rosso sul calendario. 

 Dico, la settimana dovrebbe azzerarsi il primo dell'anno. Ad ogni modo ci sarebbe un giorno lavorativo in meno. Invece quest'anno cade di venerdì. 

 Vabbè, come non detto, meglio ancora, perché per i lavoratori è il pretesto del primo ponte, ve lo ricordo oggi che ormai è troppo tardi, per chi non se ne fosse accorto. Comunque, dicono che nel 2016 a chiedere 7 giorni di ferie tatticamente distribuiti nelle settimane giuste e studiando gli intervalli tra i santi, i morti, i patroni, le festività (e altri sinonimi di sveglie non impostate), se ne potranno avere ben 30, di giorni di ferie, guadagnando così ben un mese di vacanza, più o meno spalmato in pacchetti compatti. 

 Sbuccio un'arancia, ne sbuccio un'altra e la lascio sul tavolino di legno. Faccio sempre questa cosa, che bisogna sempre essere preparati all'eventualità di un'esigenza. 

Metti che mi riaddormento, mi sveglio e ho voglia di nuovo di un'arancia, e l'arancia sarà già lì, pronta. Ecco, bisogna essere pronti. Arance a parte. 

 Sono ancora sul divano sotto la coperta di pile blu, da ieri sera. 

Qualcuno ha spento le luci dell'albero di Natale, sento il rumore secco del gas che si accende, l'odore dei petardi e del caffè, poi uno sciacquone. 

 Dalla cucina esce mia sorella con una scacchiera in mano, si siede al tavolo del salone e inizia a sistemare i pedoni, i cavalli, gli alfieri. 

 Giochi? Chiede. 

No, rispondo. 

Okay, prendi i neri, ma mi accorgo che non parla con me, perché si gira quasi subito con un sopraccigliosopracciglio alzato, oh, ma sei sveglia allora.

 Stendo le gambe nel pigiama troppo corto, mi esce un piede smaltato di rosso. Che bell'effetto con il pigiama bianco di flanella, penso. Mi rifiuto di festeggiare il capodanno per obbligo, ma continuo con questa stupida abitudine del rosso all'ultimo dell'anno. 

Il primo che vedrà le mie gambe nude, lo smalto e tutto il resto, quest'anno, sarà il solito spigolo della doccia troppo stretta, quando in mattinata tornerò a Roma.

 Solo allora mi accorgo della TV. È sintonizzata su un canale a pagamento. Di quelli della Rai intendo. 

E c'è questa bionda che parla e parla, ma chi è? 

Sono le due di notte e lei un po' guarda fisso in camera, poi distoglie lo sguardo, un po' sorride a qualcuno alla sua destra, con le sue labbra rosa enormi in sovrimpressione, circondate da una cornice biondo-dorata, vaporosa. Risponde a delle domande che nemmeno ho sentito e dà risposte che sembrano tutte finire con un punto di domanda rivolto a sé o forse a me. 

A me che sto sotto il pile blu, con le gambe che sbucano da una parte e gli occhi incollati dal sonno, alle due di notte. A Capodanno

Mi concentro sul conduttore, sembra Gigi Marzullo. Ah ma è Gigi Marzullo. Prendo la seconda arancia, sono pronta a capire tutto ma non capisco niente.

Lei, la bionda, intanto si gira un ricciolo tra le dita, muove le mani come fossero tergicristalli, le sue unghie smaltate di rosso mi sembrano dei lamponi infilati a coprire i polpastrelli. Tiro fuori un piede da sotto il pile e vedo gli stessi lamponi anche lì, a partire dall'alluce

 Marzullo continua a fare domande piene di avverbi di tutti i tipi, di modo, di luogo, di tempo, interrogativi. Soprattutto interrogativi. 

 Quando è arrivato il successo, ha fratelli, ha passato un'infanzia difficile? 

 Ho una famiglia meravigliosa, una madre eccezionale, è tutto splendido, ma non parlo della mia vita privata, però ho davvero una splendida famiglia, ma proprio bella.

Certo, certo. E la bellezza, questo suo dono naturale, come ci convive con la bellezza? 

 Mah, per meeee la bellezza è una cornice.... non una gabbia, quello che conta è la sostanza. La sostanza quella dentro.

 Poi mi accorgo che, porca la miseria, è Valeria Marini. Valeria Marini, a Capodanno su RaiUno. Valeria che parla della bellezza naturale e di come è importante piacere a donne e bambini, non solo agli uomini.  Mi chiedo quale sia la scaletta dei prescelti per il programma di Marzullo, per il mese di gennaio, così per curiosità. 

 Ma sì, iniziamo così l'anno, avranno detto in regia, poi vediamo. 

Ad ogni modo, alla fine dell'intervista depongo il senso del discorso, che mi esce chiaro e tondo come un uovo: tutti in studio sembrano volere la pace nel mondo.

 No, in realtà non capisco nulla, vorrei spegnere, girarmi sull'altro lato e riprendere almeno a dormire, visto che sembra vietato andarsene nella propria stanza, la notte tra l'ultimo e il primo dell'anno. Che fai, te ne vai? Ma stai con noi. Adesso aggiungo anche questa cosa, invece, perché mi prude: tra i reclami dell'articolo precedente, scritto il giorno dopo quello di Natale, ci metterei pure il mio.  

 Ma non basta stare stipati in autobus, nelle file in posta, nel traffico, negli uffici, nei supermercati, attendere il proprio turno tutto l'anno?  Non so, ci raccontano una bella favola, dove qualcuno lavorò per quasi tutta la settimana, creò una bella sfera verde e blu, poi l'ultimo giorno si riposò. 

Diamine, io sto da dio, ad aver passato il mio ultimo giorno dell'anno a riposo, sul divano. Scrivo tutto questo per non far sunti della settimana appena conclusa, passata a cucinare, sfornare polenta, girare sughi, affettare prosciutti, togliere canditi dai panettoni e spelare arance per tutti i cugini arrivati per le feste. 

Arrivata al cenone del 31 mi chiedo a che mi serve festeggiare per forza qualcosa o che me ne faccio del pretesto per stare da qualche parte insieme a qualcuno quel giorno esatto? 

Per passare il tempo? 

La prossima volta, i parenti, li raduno tutti il 6 aprile. O il 20 di giugno, così, per cambiare. 

 Non ho fatto niente a capodanno, io. Quasi quasi ci metterei il senso di colpa nei reclami generali, invece dei propositi per l'anno nuovo

 Il primo di gennaio non voglio occhiaie, appena esce il sole me ne vado a fare una corsetta per la campagna con il cane, mi dico, non fa nemmeno freddo. 

 Ci stanno i fagiani coloratissimi nei prati e qualcuno ha liberato dei canarini, stormi di canarini gialli ovunque. Poi faccio la valigia e me ne torno in capitale, a festeggiare il due di gennaio

Bisogna essere pronti, prontissimi, sempre, a festeggiare un giorno meraviglioso. Ovvero uno qualsiasi, come gli altri 365 di questo 2016. 

 


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali