In Ucraina i combattimenti in prima linea non diminuiscono di intensità. Lo ha riferito lo stato maggiore di Kiev. In totale, domenica sono avvenuti 155 scontri, con l'esercito russo che ha attaccato nell'Ucraina orientale e meridionale, ha riferito questa mattina lo stato maggiore ucraino. Nel dettaglio, lo stato maggiore ha segnalato 65 attacchi aerei con 125 bombe guidate, 3.500 colpi di artiglieria e l'impiego di 3.443 droni kamikaze negli oblast di Kharkiv, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson. Secondo lo stato maggiore, le forze russe hanno effettuato 70 assalti in direzione di Pokrovsk.
Il Papa Leone XIV
A poche ore dall’annuncio del cardinale Robert Prevost a Papa Leone XIV la Sala Stampa Vaticana aveva diramato un comunicato in cui rendeva nota la volontà del Pontefice di incontrare la stampa internazionale. Nell’Aula Paolo VI ha ricevuto per la prima volta in udienza i giornalisti che hanno seguito in Vaticano il recente Conclave durante il quale è stato eletto 267° pontefice della Chiesa cattolica.
Al suo ingresso nell'aula Paolo VI “Padre Bob” è stato accolto da lunghi applausi e cori da “Viva il Papa”. Durante l'udienza con più di 5000mila comunicatori presenti, Leone XIV ha ringraziato i giornalisti per il loro lavoro e per il servizio svolto alla verità. “Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua”.
Chiede a ciascuno dei presenti, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non arrenderci mai alla mediocrità, all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerchi il consenso a tutti i costi: “Non deve rivestirsi di parole aggressive, non sposa il modello della competizione ‒ sottolinea il Pontefice ‒, non separa mai la ricerca della verità dall’amore, e umilmente dobbiamo cercarla”.
Leone XIV ripete l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: “Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole ‒ aggiunge ‒ e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo ed agire in modo coerente con la nostra dignità umana”.
Inoltre, Leone XIV ha chiesto la liberazione di quei giornalisti che si sono spesi, pur perdendo la loro libertà, in vari paesi del mondo "per aver cercato e detto la verità". La sofferenza di questi giornalisti, ha detto il Papa, che stanno patendo gli arresti e il carcere, “interpella tutti e dimostra la necessità di custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”. Il pontefice ha detto che la Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere.
Si ferma a riflettere, inoltre, sul Discorso della montagna: «Beati gli operatori di pace», per esortare gli organi di comunicazione a una “comunicazione disarmata e disarmante. “La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri. In questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra”.
Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e da cui non dobbiamo fuggire. Al contrario, questo momento richiede a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, fuggire dalla tentazione di una comunicazione e di un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino ‒ aggiunge Leone XIV ‒ «Viviamo bene, e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi».
Si rivolge a chi opera in territori dilaniati dalle guerre: “Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”.
Ai giornalisti, che hanno applaudito in più momenti durante l’udienza, ha spiegato che oggi “una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla torre di Babele in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi”, sottolineando l’importanza della scelta delle parole e dello stile. La comunicazione, infatti, “non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto”.
L'immenso potenziale degli sviluppi tecnologici e dell'intelligenza artificiale esige ‒ ha sottolineato ‒ “responsabilità e discernimento, per orientare questi strumenti al bene di tutti, affinché possano produrre benefici per l'umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali”.