A Gaza i bombardamenti israeliani hanno ucciso oltre 52mila persone dall'inizio dell'invasione. Ancora raid nelle ultime ore. La Mezzaluna Rossa annuncia il rilascio dell'unico paramedico sopravvissuto alla strage delle ambulanze del 23 marzo e arrestato dai soldati di Tel Aviv dopo l'uccisione a sangue freddo di 15 suoi colleghi che stavano soccorrendo i feriti.
Su una cosa Israele e Hamas sono d'accordo. Al Cairo non c'è stata alcuna svolta. Smentiti i passi avanti per il cessate il fuoco annunciati da fonti egiziane.
"Non ci ascoltano". Il dolore e la rabbia di Sabah all'obitorio dell'ospedale Nasser: "Nella mia famiglia sono stati uccisi tutti e non importa a nessuno". Nelle immagini si vedono anche donne e bambini tra le vittime dei bombardamenti dello Stato ebraico a Khan Younis, sulle tende della zona umanitaria di Mawasi e a Beit Hanoun. Attacchi motivati dall'esercito israeliano con l'eliminazione di tre “terroristi”, tra cui il capo del battaglione Jabalia di Hamas e uno dei comandanti dell'attacco al kibbutz Kissufim il 7 ottobre.
Rilasciato Asaad Al-Nsasrah, il paramedico arrestato a Rafah lo scorso 23 marzo per cui si era mobilitata la Croce Rossa internazionale. Nell'attacco furono uccisi 15 soccorritori e l'esercito israeliano aveva rimosso il comandante dell'operazione.
Due mesi di blocco totale. Da quando Israele ha chiuso i cancelli a tutti gli aiuti per fare pressione e riavere gli ostaggi presi da Hamas. Nei campi profughi i bambini stringono al petto ciotole vuote. Anche loro ostaggio. Della fame. A Rafah la cucina da campo riesce a dare solo riso e lenticchie o pasta, dopo ore di attesa. "A Gaza ai bambini manca l'essenziale per combattere la malnutrizione" spiega un volontario. Ahmed, sfollato del campo di Al Shati, non riesce a trovare l'insulina per il diabete. La devono razionare. Nella clinica dell'Unrwa gli scaffali sono sempre più vuoti.
Anche di questo parlano le testimonianze davanti alla Corte di Giustizia internazionale, che già a gennaio 2024 aveva ordinato a Israele di fornire assistenza umanitaria ai palestinesi sotto assedio.