Allarme della Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza "+27% comportamenti autolesivi rispetto al periodo pre-Covid"

di redazione 10/09/2023 CULTURA E SOCIETÀ
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Tagli, ferite, bruciature di sigarette sul corpo. Segni di autolesionismo sempre più frequenti fra gli adolescenti italiani, dai 13 anni 17 anni ma anche più piccoli, insieme a veri e propri comportamenti suicidari: pensare di togliersi la vita o provare a farlo. Lanciano l'allarme gli esperti della Sinpia, la Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza: "Rispetto al periodo pre-Covid sono circa il 27% in più i ragazzi e le ragazze che 'si tagliano', presentano pensieri inerenti il suicidio o mettono in atto tentativi di suicidio. Si tratta di un problema drammaticamente rilevante", avvertono gli specialisti in vista della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio che si celebra il 10 settembre promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità.   

L'autolesionismo riguarda in Europa circa un adolescente su 51 e, in generale, l'ideazione suicidaria o il tentato suicidio sono oggi tra le cause più frequenti di accesso in urgenza ai sevizi Npia, di Neuropsichiatria infanzia e adolescenza. "Comprendere le cause di questo fenomeno risulta complesso", afferma Elisa Fazzi, presidente Sinpia e direttore Unità operativa Npia Asst Spedali Civili e università di Brescia. "I comportamenti autolesivi nel loro insieme - spiega infatti l'esperta - vedono concorrere nella loro manifestazione aspetti legati alla predisposizione individuale cui si associano importanti componenti legate al contesto e all'ambiente familiare e sociale, con una forte comorbidità con i disturbi dell'umore, in particolare la depressione, e i disturbi d'ansia che sono tra le patologie psichiatriche maggiormente correlate ad atti autolesivi, ideazioni e atti suicidari".     

Inoltre, precisa la Sinpia, come indicato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità promotrice del World Suicide Prevention Day, la malattia psichiatrica non è l'unico fattore di rischio e la pandemia di Covid-19 ha acuito e accelerato un trend che era già in aumento negli anni precedenti, venendo meno alcuni dei fattori protettivi come il supporto della comunità e le relazioni sociali tra pari. Inoltre, recenti studi evidenziano nuovi scenari epidemiologici quali l'emergenza di una correlazione tra suicidalità e bullismo/cyberbullismo, in particolare per le categorie maggiormente a rischio di discriminazione. 

In Italia - riporta la Sinpia - i disturbi neuropsichici dell'età evolutiva colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, tra il 10% e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale nella fascia d'età 0-17 anni, con manifestazioni molto diverse per tipologia, decorso e prognosi. La loro incidenza è in ascesa: in meno di 10 anni è raddoppiato il numero di bimbi e adolescenti seguiti nei servizi Npia.   

La prevenzione del suicidio è stata individuata come obiettivo prioritario dai maggiori organismi internazionali, tra cui l'Oms. “E' infatti possibile e necessario fare prevenzione del suicidio -  sottolinea Rosamaria Siracusano, responsabile sezione Psichiatria  della Sinpia e dirigente medico dell'Uo di Neuropsichiatria Infantile  dell'Azienda ospedaliera Federico II di Napoli -. E' indispensabile mettere in atto politiche di prevenzione a livello nazionale con un approccio che tenga conto dei potenziali fattori di rischio a livello sociale, economico e relazionale”. 

"Quotidianamente i neuropsichiatri infantili italiani si trovano a interfacciarsi con ragazzi e ragazze con gravi problemi di salute mentale, che talora creano le condizioni per un  rischio di vita - evidenzia Antonella Costantino, past president Sinpia e direttore UoNpia Fondazione Irccs Policlinico di Milano - In  quest'ottica, e a fronte del rapido cambiamento della psicopatologia  cui stiamo assistendo, sia in senso di aumento di prevalenza sia nel  senso di un aumento della gravità e complessità, è fondamentale  diffondere evidenze scientifiche efficaci, buone prassi e saperi che  sono stati maturati in questi ultimi anni nell'ambito della  neuropsichiatria infantile". 



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