Esplosione della stazione di servizio. Morto per le ustioni uno dei feriti. Ora l'indagine è per reato di omicidio colposo

di redazione 09/07/2025 ROMA
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Claudio Ercoli, 54enne, ispettore dell'Eni, era tra i feriti più gravi, vittime dell'esplosione del distributore Gpl di via di Villa Gordiani a Roma. L'uomo era ricoverato all'ospedale Sant'Eugenio e sarebbe deceduto per lo shock causato dalle ustioni di III grado riportate sul 55% del corpo.    

Nel pomeriggio, invece, i poliziotti che hanno riportato le ustioni più gravi, il vice Ispettore di polizia Marco Neri e l'agente Francesco D'Onofrio, presso il reparto di chirurgia del Policlinico Umberto I, saranno sottoposti a intervento chirurgico per ricostruire le parti del corpo rimaste ustionate. 

L'ipotesi iniziale di reato di lesioni gravissime, dopo la morte odierna, verrà rubricata con quella più grave di omicidio colposo. Rimane invece invariata quella di disastro colposo. Nei prossimi giorni verrà effettuata, come disposto dalla procura della Repubblica di Roma, l'autopsia sul corpo di Claudio Ercoli. 

 
 

Livelli di diossina superiori al consentito ma calate drasticamente in 24 ore

L'esplosione ha comunque “generato diossina”, aveva riferito l' Arpa Lazio diffondendo i primi dati del monitoraggio dell'aria. Tuttavia, è drasticamente calata in 24 ore la presenza della diossina nell'aria. In particolare, si era registrata la presenza di diossine-TEQ pari a 1 pg/m3. “Per quanto riguarda le diossine, non esiste un riferimento normativo in aria ambiente. L'Oms (nel documento Air quality guidelines for Europe 2000) stima concentrazioni di tossicità equivalente (TEQ) di diossine e furani in ambiente urbano pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l'incendio ha effettivamente generato diossina” si legge nel documento.

Allo stesso tempo, i dati relativi alla diossina “inducono ad un cauto ottimismo” per merito del “rapido intervento dei vigili del fuoco”, aveva sottolineato in una nota Giuseppe Napolitano, direttore del Dipartimento Protezione Civile di Roma Capitale. “La velocità con cui hanno operato ha consentito di spegnere le fiamme in tempi rapidi e quindi ha ridotto la quantità di diossina sprigionata nell’aria”, dice ancora Napolitano.

I risultati del monitoraggio di Arpa LazioDownload (File - 621 KB)

Il campionatore è stato installato dai tecnici dell'Agenzia regionale della protezione ambientale e l'attività, spiega Arpa Lazio, è necessaria per verificare la presenza e la quantità di sostanze chimiche inquinanti. Le procedure standard in occasione di incendi prevedono la ricerca di diossine, IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili), in quanto si tratta delle sostanze che generalmente possono formarsi a seguito di eventi di questa natura.



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