La Germania al voto per il dopo Merkel

di redazione 26/09/2021 ESTERI
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La Germania va al voto per le elezioni federali. Seggi aperti dalle 8 di questa mattina alle 18, con 60,4 milioni di aventi diritto chiamati alle urne per rinnovare il Bundestag attraverso due voti, uno - con metodo uninominale per l'elezione di 299 parlamentari, l'altro - secondo un sistema proporzionale con soglia di sbarramento - per scegliere un partito politico tra le 47 liste in lizza, poche delle  quali destinate a superare la soglia del 5% necessaria per entrare in  parlamento.  Il voto, che segna la fine dell' 'era Merkel', la cancelliera alla guida dei governi a Berlino negli ultimi 16 anni, è stato preceduto da mesi di sondaggi altalenanti, che hanno premiato alternativamente i  Verdi, quindi la Spd, determinando una brusca discesa dei consensi per l'Unione (Cdu/Csu), poi tornata improvvisamente a risalire negli ultimi giorni. Sarà una battaglia all'ultimo voto e, soprattutto, saranno determinanti gli indecisi.

  Sulla carta sono sei le possibili coalizioni di governo, da una riedizione della Grande Coalizione Cdu-Csu-Spd eventualmente allargata ai Verdi (coalizione Kenya) alla coalizione Giamaica (Unione-Fdp-Verdi) a una coalizione Germania (Unione-Spd-Fdp) alla squadra di governo rosso-rosso-verde (Spd-Die Linke-Verdi) a una coalizione semaforo (Verdi, Fdp, Spd). Molto dipenderà dai risultati  dei due partiti in testa nei sondaggi, da quale dei due prevarrà e con quale distacco sull'altro. A questo è legata anche la scelta del cancelliere.  Tre i candidati in lizza per la cancelleria: il  cristianodemocratico Armin Laschet, presidente della Cdu e premier del Nord Reno Westfalia, che corre per l'Unione (Cdu/Csu), l'ex sindaco di  Amburgo ed attuale ministro federale delle Finanze, Olaf Scholz, candidato dei socialdemocratici, Annalena Baerbock, candidata dei Verdi.    Gli ultimi sondaggi vedono i due principali partiti distanziati di pochissimi punti percentuali, e i rispettivi leader, il socialdemocratico Olaf Scholz e il democristiano Armin Laschet, impegnati in un testa a testa, con un lieve vantaggio per il primo. Per la prima volta dopo sedici anni non sarà dunque in campo Angela Merkel, che lascia l'incarico di cancelliera come una dei leader più longevi e come 'peso massimo' della politica globale, con un'eredità segnata da una serie di crisi e sfide. "È in gioco la stabilità del Paese", ha sintetizzato ieri ad Aquisgrana dove ha voluto dare lo sprint finale all'unione conservatrice che, nei sondaggi, appare ancora all'inseguimento dei socialdemocratici di Olaf Scholz.

"Non è uguale chi governa", ha scandito la cancelliera, mentre gli aumenti delle tasse, che a sua detta verranno imposti da un ipotetico governo guidato dall'Spd, "minacciano di strangolare la ripresa". L'appello del Presidente "Ogni voto conta, il vostro voto conta. Per questo vi chiedo: andate a votare", è l'appello del presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, in un intervento sulla Bild am Sonntag. Il presidente si è appena recato al suo seggio a Berlino per votare. "Chi vota partecipa, chi non vota lascia decidere agli altri", ha aggiunto il capo dello Stato sul tabloid. Ha votate anche il candidato dei socialdemocratici, Olaf Scholz. Affluenza e voto per posta L'affluenza alle urne è stata tradizionalmente molto alta nel paese  (anche più del 90%) fino alla fine degli anni Ottanta. Dopo la  riunificazione il tasso di partecipazione è sceso, con il 70,9  registrato nel 2009 e il 76,2 nel 2017. Quest'anno molti elettori ricorreranno al voto per posta. Il voto venne introdotto nel 1957 ma fino al 2008 chi voleva ricorrere a questo metodo doveva chiedere il  permesso e fornire una spiegazione che giustificasse la sua scelta. Dal 2009 questo obbligo non c'è più. La percentuale di elettori che ricorre a questa soluzione è salito da meno del 5% al 28,6 delle ultime elezioni federali e - anche a causa del Covid - si prevede che la percentuale dei votanti per posta cresca in modo determinante. 

Il voto postale è possibile già da diverse settimane, ma le schede devono arrivare entro l'orario di chiusura dei seggi nell'election day. Tutti i voti devono essere conteggiati entro lunedì mattina Quando si conosceranno i risultati Chi vince e chi perde dovrebbe essere chiaro entro poche ore dalla chiusura dei seggi, ma per conoscere il nome del nuovo cancelliere potrebbero volerci settimane o mesi. La coalizione uscente, composta dal blocco conservatore di Merkel e dai socialdemocratici della Spd, detiene il record di tempo impiegato per formare un governo (a seguito del fallito tentativo di formare un'altra alleanza, cioè una coalizione Giamaica fra Cdu, Verdi e Fdp): le elezioni si tennero il 24 settembre del 2017 e il Bundestag elesse Merkel per il quarto mandato da cancelliera il 14 marzo del 2018. Sarà necessario formare una coalizione di governo: solitamente, dai negoziati viene fuori un accordo dettagliato di coalizione, che ha bisogno di essere approvato dai partiti che ne fanno parte. Una volta che una coalizione è pronta, il presidente tedesco nomina un candidato alla cancelleria, che per entrare in carica ha bisogno di ottenere la maggioranza al Bundestag. Il vecchio governo rimane in carica finché il nuovo non è pronto. Se falliscono due tentativi di eleggere un cancelliere a maggioranza, la Costituzione permette al presidente di nominare il candidato che abbia ottenuto la maggior parte dei voti nella terza votazione oppure di sciogliere il Bundestag per andare a nuove elezioni: questo finora non è mai successo.

 A Berlino gli elettori saranno chiamati a compiere diverse scelte elettorali.

Non solo concorreranno al rinnovo del  Bundestag, ma eleggeranno l'Abgeordnete Haus, l'assemblea legislativa  monocamerale della città-stato tedesca, eletta ogni cinque anni, e  perciò concorreranno a scegliere il nuovo sindaco, rinnoveranno le dodici Bezirksverordnetenversammlungen (Assemblee distrettuali), e si  pronunceranno su un controverso referendum per decidere se la città può espropriare gli immobili di società che possiedono più di 3.000  appartamenti ciascuna.  Anche gli aventi diritto al voto nel Land tedesco del  Meclemburgo-Pomerania anteriore dovranno esprimere più di un voto:  oltre che per il Bundestag sono infatti chiamati a pronunciarsi sul parlamento regionale. La Spd locale del premier Manuela Schwesig si  avvia all'appuntamento forte di un chiaro vantaggio, e potrebbe  segnare un record, superando il 40,6% del 2002. 


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