"Abbattere Allende". Alcuni documenti secretati stabiliscono che l'amministrazione Nixon favorì in Cile il golpe di Pinochet

E' di pochi gironi fa la notizia che l'Archivio della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, NSA, ha pubblicato una raccolta di documenti declassificati che forniscono una registrazione dettagliata di come e perché il presidente statunitense dell'epoca, Richard Nixon (1968-1973) e il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Henry Kissinger, stabilirono e seguirono una politica di destabilizzazione in Cile prima della vittoria di Salvador Allende.
I documenti sono stati resi pubblici in occasione del 50° anniversario di Salvador Allende a presidente del Cile. Mostrano come, diversi giorni dopo l'investitura di Allende il 4 novembre 1970, Richard Nixon convocò il suo Consiglio di sicurezza nazionale per una riunione formale su quale politica gli Stati Uniti dovrebbero adottare nei confronti del nuovo governo di unità popolare del Cile.
Secondo i verbali declassificati, solo pochi funzionari riuniti nel Gabinetto della Casa Bianca sapevano che, agli ordini di Nixon, la CIA aveva tentato di nascosto e senza successo di fomentare un colpo di stato militare preventivo. Il suo obiettivo era impedire ad Allende di entrare in carica, perché "minacciava gli interessi degli Stati Uniti".
Non si tratta più di ipotesi pertanto, di tesi probabili sorrette da una convinzione dominante durante e dopo i 17 anni della più feroce dittatura militare del secolo scorso. È quindi scritto nero su bianco. Lo confermano migliaia di documenti, trascrizioni, appunti, brogliacci, indicazioni, suggerimenti che fanno parte del file "Politica sul Cile".
Come riportato anche da Repubblica, Cinquant'anni dopo l'elezione a presidente di Salvador Allende (5 novembre 1970) la Nsa, la madre di tutte le agenzie di intelligence statunitensi, li ha desegretati e messi a disposizione del pubblico. Raccontano come, chi e in quali tempi attivò una fine strategia che non esponesse gli Usa a una condanna internazionale per un'interferenza considerata grave, visto che Allende era stato eletto in una libera e democratica elezione, ma agisse assediando in tanti modi il primo governo marxista nato in America Latina. Golpe in testa. Quegli scritti sono anche la testimonianza diretta di un intervento, una scelta politica e strategica decisiva per il successo di Augusto Pinochet.
Lo scopo era logorare ai fianchi l'uomo che aveva osato rompere il controllo Usa sull'America Latina con un progetto politico nuovo e diverso. Boicottarlo con pressioni sulle principali multinazionali affinché abbandonassero il paese, facendo crollare il prezzo del rame, tra i principali prodotti esportati dal Cile, esasperando una popolazione che si trovava senza più aiuti e spinta verso l'abisso della povertà. Fare di tutto per affossarlo. Fu soprattutto Henry Kissinger, all'epoca (1969-1974) segretario alla Sicurezza Nazionale, a sollecitare il presidente Richard Nixon per una linea d'intervento più diretta, poco condivisa dagli altri consiglieri della Casa Bianca favorevoli invece a quella che fu chiamata la "Strategia del modus vivendi": appoggiare i partiti dell'opposizione cilena, di centro e di destra, in vista delle elezioni che si sarebbero tenute nel 1976.
Le trascrizioni degli appunti sulle convulse riunioni che seguirono l'arrivo di un governo socialista in Cile, tratteggiano la serie di manovre di Kissinger per incontrare da solo Nixon prima che si vedesse l'intero Consiglio della Sicurezza Nazionale. Convocato alla Casa Bianca per il 5 novembre, il segretario riuscì a posticiparlo di 24 ore. Nel frattempo fece di tutto per vedersi di persona con il presidente per aggiornarlo sulla situazione in Cile e prospettargli in modo chiaro quello che andava fatto. Era Nixon a dover decidere, alla fine. L'importante era che decidesse bene, senza farsi convincere dalla linea morbida e prudente degli altri. Secondo quanto redatto dal funzionario che annunciava lo spostamento della riunione, Kissinger avrebbe avvertito: "Il Cile finirà per essere il peggior disastro della nostra Amministrazione: sarà la nostra Cuba del 1972".
Aveva fissato un principio. Adesso bisognava solo superare le obiezioni degli altri componenti il Consiglio di Sicurezza e gli inviti a non esporsi con interferenze che sarebbero state condannate a livello mondiale. Non restava altro che convincere il capo. L'incontro decisivo avviene nello Studio Ovale. Durante un'ora Kissinger si trova da solo con Nixon. Gli illustra uno studio dettagliato che suggerisce una linea aggressiva di lunga durata nei confronti del governo Allende.
"Nell'arco di 6 mesi-un anno", avvertirà Kissinger, "gli effetti di questa svolta marxista andranno oltre le relazioni tra Usa e Cile". Il riferimento era all'incubo comunista, all'influenza della via cilena al socialismo. "Uno degli esempi più vistosi", insisterà il massimo consigliere della Casa Bianca, "è l'impatto che avrà in altre parti del mondo, specialmente in Italia. La propagazione emulativa di fenomeni simili in altri luoghi a sua volta colpirà in modo significativo l'equilibrio mondiale e la nostra stessa sfera di influenza".
Nixon si fece convincere. Non tutti sapevano che, un anno prima, aveva già chiesto alla Cia di attivarsi per mettere a punto, in gran segreto, un golpe preventivo per evitare l'arrivo di Allende alla guida del Cile. Ma ognuno era ormai cosciente che la riunione si sarebbe svolta sulla base di un assunto preciso: l'elezione democratica del leader cileno e la sua agenda socialista per un cambio sostanziale minacciavano gli interessi degli Stati Uniti.
