Bankitalia "Le famiglie italiane gli autonomi in difficoltà. Ridotto drasticamente il reddito di metà degli italiani". PIL a meno 11% per il 2020

Oltre la metà della popolazione dichiara di aver subito una contrazione nel reddito familiare, in seguito alle misure adottate per il contenimento dell'epidemia. L'impatto è stato particolarmente severo per i lavoratori indipendenti". E' quanto emerge dall'indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta fra aprile e maggio dalla Banca d'Italia per raccogliere informazioni sulla situazione economica e sulle aspettative delle famiglie durante la crisi legata alla pandemia di Covid-19.
"Più di un terzo" degli intervistati nell'indagine straordinaria della Banca d'Italia sulle famiglie "dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all'emergenza Covid-19". Secondo l'indagine "questa quota supera il 50 per cento per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50 per cento del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria".
Quasi il 40 per cento degli individui indebitati dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi; la quota è più elevata nel Centro e nel Mezzogiorno. "Solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui. Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34 per cento".
Niente vacanza per quasi un terzo della famiglie. Dall'indagine straordinaria della Banca d'Italia emerge inoltre che circa il 30% cento della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate e quasi il 60 per cento ritiene che anche quando l'epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi.
PIL ED EUROZONA
Il Pil 2020 in Italia scenderà a -11,2%, il peggior calo dell'Unione, per risalire al 6,1% nel 2021: sono le nuove stime sulla crescita secondo le previsioni d'estate della Commissione Ue. Il Covid-19 e le misure di contenimento hanno provocato una "profonda contrazione" dell'economia italiana, e il blocco della produzione avrà un impatto sull'attività economica "ancora più pesante nel secondo trimestre" rispetto al primo, scrive Bruxelles. Nel terzo trimestre, in assenza di una seconda ondata di contagi, "l'attività economica riprende aiutata dalle politiche" del governo. La produzione industriale riprenderà "più rapidamente", ma turismo e tutte le attività associate impiegheranno più tempo. La spesa dei consumatori dovrebbe riprendere dalla metà dell'anno, e il sostegno della cassa integrazione o di altri schemi dovrebbe ridurre l'impatto della crisi sui salari. Ma gli investimenti delle aziende "rimarranno depressi quest'anno, data la alta incertezza sul fronte della domanda e la necessità delle aziende di conservare liquidità", nonostante i prestiti garantiti, crediti fiscali e altre forme di sostegno. Per l'Italia, conclude Bruxelles, "le stime di crescita restano soggette a rischi al ribasso, e un crollo del mercato del lavoro protratto, una volta che le misure di emergenza sono terminate, potrebbe frenare l'attesa ripresa".
Il Pil della zona euro scenderà a -8,7% nel 2020, per risalire al 6,1% nel 2021: sono le nuove stime sulla crescita secondo le previsioni d'estate della Commissione Ue. I dati peggiori per il 2020 sono quelli di Italia (-11,2%), Spagna (-10,9%), Francia (-10,6%). Per Bruxelles si tratta di "una recessione ancora più profonda" delle attese, e con "divergenze più ampie".
La Commissione europea presenta le previsioni economiche d’estate. A maggio le stime indicavano, per il 2020, una flessione del Pil dell'Eurozona del 7,7% (-9,5% per l'Italia) e un rimbalzo del 6,3% nel 2021 (6,5% il dato italiano). Le nuove previsioni, presentate dal commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni, certificheranno la gravità della situazione economica causata dalla pandemia a dieci giorni dal nuovo vertice Ue per trovare un accordo sugli aiuti previsti nel Recovery Fund per superare la recessione.
