Addio a Kirk Douglas. A 103 anni si spegne l'ultima star della Hollywood d'oro

di redazione 06/02/2020 ARTE E SPETTACOLO
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 L'ultima stella della Hollywood degli anni d'oro, la leggenda Kirk Douglas si è spento all'età di 103 anni. Secondo fonti vicine all'attore pare che si sia spaventato una volta sola quando è stato colpito da un ictus all'inizio del 1996 e arrivò in ospedale ''letteralmente terrorizzato'' come si affrettarono a raccontare i medici ai cronisti.

Ma poi è arrivato alla meravigliosa età di 103 anni, ictus a parte Issur Danielovitch, vero nome di Kirk Douglas, icona di Hollywood e star di film classici come Spartacus 

Fisico roccioso, carattere spigoloso come ben sanno i registi che lo hanno diretto, Douglas ha affrontato con orgogliosa caparbietà la difficoltà che la vita gli ha posto davanti: dalla cronica povertà dell'infanzia ai rapporti difficile con il il padre che pure lo incoraggiò nella sua carriera, alla non facile gestione dei quattro figli maschi: oltre a Michael, anche Joel, Peter ed Eric dei quali fu padre-padrone egocentrico ed invadente. Ma il ruolo di 'macho' non è stato l'unico che amava ricordare in una lunga ed articolata carriera.

Nato ad Amsterdam nello stato di New York il 9 dicembre 1916 da una famiglia di russi analfabeti (il padre, come ricorderà nella sua autobiografia era un ''venditore di stracci'') si mantenne agli studi facendo il cameriere, poi il lottatore, poi finalmente il direttore dell'Accademia d'arte drammatica lo ammise gratuitamente per merito.  

Il suo esordio nel cinema dopo l'apprendistato a Broadway si deve a Lauren Bacall. Fu infatti la moglie di Bogart a segnalarlo al produttore de ''Lo strano amore di Marta Ivers'', che segnò l'inizio della sua carriera nel 1946. Proprio ai suoi primi film faceva riferimento per parlare della versatilità della sua carriera, accanto alla Stanwyck era stato infatti un procuratore alcolizzato in ''Letterá a tre mogli', poi nel 1949 sarà nel film che gli darà la popolarità e una candidatura all'Oscar (''Il grande campione'), nei panni di un pugile egoista. Intanto due anni prima sul set de 'Le vie della città'' aveva incontrato Burt Lancaster, l'amico di una vita con cui girerà altri sedici film fino a ''Due tipi incorreggibili''.

È cosa nota, infatti, che Douglas si avvalse dei poteri di produttore-vedette per cacciare Anthony Mann dal set di Spartacus; e, a dire del regista Robert Aldrich, avrebbe anche massacrato in sede di montaggio il western L'occhio caldo del cielo. Ma se questi sono gli aspetti negativi della sua personalità dominante, a compensarli ci sono stati tanti altri "effetti collaterali" della stessa meritevoli di rispetto e, spesso, di ammirazione.


Come le volte in cui Douglas sfruttò carisma e potere per ottime cause. Basterà ricordarne due. La prima riguarda Orizzonti di gloria, al quale il giovane Kubrick, per compiacere i produttori, sarebbe stato disposto a dare un finale più "soft" e accomodante. E invece Kirk tenne duro su quello originale, convincendo il regista ad andare contro la produzione e assicurando al film la sua durevole fama di capolavoro del cinema antimilitarista. Il secondo episodio riguarda la protezione agli sceneggiatori della "lista nera" Dalton Trumbo e Albert Maltz; e, in particolare, l'altro film generato dalla coppia Douglas-Kubrick, ovvero Spartacus. Messo al bando da Hollywood per la militanza comunista, Trumbo non poteva più autografare le sue celebri sceneggiature, che firmava con uno pseudonimo. Fu Douglas a risarcirlo del lungo silenzio, imponendo che fosse citato col suo vero nome nei titoli di Spartacus e ratificandone, così, la riammissione nel Writers Guild of America. Perché Kirk Douglas è sempre stato, in fondo, un po' eroe. Forse è questo il motivo per cui, nella fase più recente della sua lunga carriera, ha voluto interpretare quasi soltanto personaggi eroici. Ed è in fondo un peccato perché - attore tutt'altro che a senso unico - probabilmente non è mai stato così bravo come quando faceva il cattivo (Le catene della colpa, Le vie della città) o l'uomo maturo in crisi (Due settimane in un'altra città, Il compromesso).

Tutti film nei quali incarnava il classico duro. Protagonista di film iconici come 'Spartacus', 'Orizzonti di Gloria', 'Il bello e il brutto'. Il giorno del suo compleanno da anni lo festeggiava donando agli altri: "Dare in beneficenza e' un atto egoistico - diceva - perche' mi fa stare bene". Nel 2015 insieme alla moglie Anne Buydens - anche lei centenaria -, con la quale aveva condiviso la vita per oltre 60 anni, ha donato 15 milioni di dollari ad una clinica di Los Angeles per ex attori e lavoratori di Hollywood colpiti dal morbo di Alzheimer. Nominato all'Oscar tre volte, Douglas ha ricevuto l'onorificenza piu' prestigiosa dell'Academy: l'Oscar alla carriera nel 1996.

Dopo la morte del figlio Eric per overdose, altre tragedie colpirono l'attore negli anni Novanta: nel 1991 Douglas sopravvisse per miracolo ad un incidente di elicottero dove due dei suoi compagni di volo persero la vita. Nel 1996 un ictus gli tolse la parola. Ma tenace come sempre, con ore ed ore di terapie riabilitative, Kirk riprese almeno un po' la capacita' di comunicare fino a conquistare l'oscar e superare il secolo. Di lui, tra gli ultimi rappresentanti della Hollywood degli anni d'oro, rimane il fisico atletico, lo sguardo azzurrissimo e un inconfondibile fossettá in mezzo al mento. La notizia della morte della leggenda del cinema è stata data da suo figlio, l'attore Michael Douglas, con un post su facebook: "E' con grandissima tristezza che io ed i miei fratelli annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciati, all'età di 103 anni. Per il mondo era una leggenda, un attore dell'epoca d'oro del cinema che ha vissuto a lungo nei suoi anni d'argento, un attivista umanitario la cui dedizione alla giustizia ha indicato uno standard al quale tutti noi possiamo aspirare. Ma per noi era solo un papà".


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