3 maggio Giornata mondiale per la Libertà di stampa

di redazione 03/05/2019 CULTURA E SOCIETÀ
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ll 3 maggio si celebra la ventiseiesima Giornata mondiale della libertà di stampa. Indetta dalle Nazioni Unite nel 1993, rappresenta l'occasione per accendere i riflettori sullo stato di salute del 'quarto potere' in giro per il mondo e per ricordare ai singoli Paesi l’importanza di una stampa indipendente per la salute delle democrazie. A tal proposito, si è espresso anche l'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, che in una dichiarazione a nome dei 28 Stati membri dell’Unione Europea ha detto: "La qualità dei processi democratici è strettamente connessa con i livelli della libertà di espressione e anche della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione. Mezzi di comunicazione liberi, diversificati e indipendenti sono la base stessa di una società pluralista e aperta, e la loro responsabilità è grande: garantire al pubblico informazioni verificate e corrette".

Si celebra oggi la ventiseiesima Giornata mondiale della libertà di stampa, indetta dalle Nazioni Unite nel 1993, che rappresenta l'occasione per fare il punto su quella che è la situazione del “quarto potere” nel mondo, ricordando anche a tutti i Paesi quanto sia importante preservare l’indipendenza della stampa, che rappresenta una spia sulla salute della democrazia. Il tema scelto per questa edizione della Giornata, infatti, è: "Media per la democrazia: giornalismo ed elezioni in tempi di disinformazione".
“Non vi sono soltanto gli assassini e i rapimenti, gli arresti e le persecuzioni di giornalisti al centro della giornata mondiale della libertà e dell’informazione indetta dall’ONU e che si celebra oggi in tutto il mondo”, ha dichiarato Paolo Serventi Longhi, Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, “Accanto al ricordo delle colleghe e dei colleghi scomparsi, alla richiesta di liberazione immediata dei giornalisti rapiti oppure in prigione, ci deve essere quest’anno una seria riflessione sui tentativi di condizionare l’informazione, di ridurne la qualità, di renderla funzionale soprattutto alle esigenze del marketing e della pubblicità”.
“Abbiamo il dovere oggi”, ha proseguito Serventi Longhi, “di ricordare Florence Aubenas, il suo interprete, e i colleghi rumeni ancora sequestrati in Iraq, di chiedere giustizia per l’uccisione di Nicola Calipari e il ferimento di Giuliana Sgrena, di ricordare Enzo Baldoni e tutti coloro che si sono sacrificati per fare informazione. Dobbiamo anche denunciare i drammi delle repressioni, degli arresti, delle minacce e delle aggressioni di giornalisti in tanti Paesi. Ne parleremo a Roma in occasione della sessione del Comitato Esecutivo della Federazione Internazionale che si riunirà il 4 e 5 giugno prossimi e che sarà preceduta da due conferenze mondiali sul giornalismo al femminile e la guerra e sulla difesa del ruolo dei servizi pubblici radiotelevisivi”. 
“Ma oggi”, ha concluso il segretario generale della FNSI, “almeno noi giornalisti italiani di un sistema informativo collocato al 78/mo posto della classifica internazionale della libertà dell’informazione, riflettiamo sul nostro contributo individuale e collettivo, di ogni giorno, per difendere la verità e i diritti dei cittadini”.
A tal proposito, si è espresso anche l'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, che in una dichiarazione a nome dei 28 Stati membri dell’Unione Europea ha detto: "La qualità dei processi democratici è strettamente connessa con i livelli della libertà di espressione e anche della libertà e del pluralismo dei mezzi di comunicazione. Mezzi di comunicazione liberi, diversificati e indipendenti sono la base stessa di una società pluralista e aperta, e la loro responsabilità è grande: garantire al pubblico informazioni verificate e corrette".
Il "World Press Freedom Day" è stato istituito nel dicembre del 1993 dall'Assemblea Generale dell'Onu, su raccomandazione della Conferenza Generale dell'Unesco. La volontà di festeggiare questa ricorrenza proprio il 3 maggio è legata all'anniversario della Dichiarazione di Windhoek, che nel 1991 concluse, nella città namibiana, il seminario Unesco sulla Promozione di una stampa africana libera e pluralistica.
Nel 2018, secondo l'osservatorio Unesco, sono stati 99 gli operatori dei media ad essere stati uccisi, numero che tocca le 1307 unità se si prendono in considerazione i delitti portati a termine negli anni compresi tra il 1994 e il 2018. 
In questo contesto, il Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto in cui sono elencate le principali minacce alla libertà di espressione nel 2018, come intimidazioni, violenze e bavagli. Due gli esempi più recenti di giornalismo sotto attacco: lo slovacco Ján Kuciak e la maltese Daphne Caruana Galizia, entrambi uccisi lo scorso anno a causa del loro lavoro investigativo su casi di corruzione e crimine organizzato.
Ma nel rapporto rientrano anche Ungheria, Russia e Turchia, sotto osservazione per il trattamento che viene riservato ai giornalisti, e anche l’Italia, dove Luigi Di Maio è finito sotto la lente del Consiglio per aver esercitato pressioni finanziarie sui media per limitare la libertà di stampa nel nostro Paese. 
Tante le iniziative: questa mattina, la Federazione nazionale della stampa italiana, insieme con Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, associazione Articolo21, Amnesty International Italia e Rete NoBavaglio, ha dato vita a un sit-in in piazza Santi Apostoli, nei pressi degli Uffici della Rappresentanza dell'Unione Europea. Sempre a Roma, alle 16, verrà presentata e firmata la "Carta di Assisi: manifesto internazionale contro i muri mediatici e l'uso delle parole come pietre.

La Giornata viene celebrata anche dal Consiglio d'Europa (COS'È), secondo il quale "garantire un ambiente favorevole per i media indipendenti è una sfida decisiva per tutte le democrazie". Per questa ragione, attraverso una reale volontà politica, è necessario difendere la stampa dall'influenza dei governi e dagli interessi dei potentati economici. Sforzo che, per il Consiglio d'Europa, è necessario intensificare a maggior ragione quando si parla di servizio pubblico. In generale, secondo l'organizzazione internazionale autonoma con sede a Strasburgo, è particolarmente preoccupante la diffusione di disinformazione online e l'impatto penalizzante della rivoluzione digitale sulla sostenibilità finanziaria del giornalismo di qualità e di inchiesta

In occasione della Giornata mondiale sulla libertà di stampa, il Consiglio d'Europa ha pubblicato un rapporto che elenca le principali minacce alla libertà di espressione nel 2018 e le azioni che i governi dovrebbero intraprendere per contrastarle. A tal proposito l’organizzazione si dice preoccupata per l'aumento delle violenze e delle intimidazioni contro giornalisti e ricorda che almeno due di loro - la maltese Daphne Caruana Galizia e lo slovacco Ján Kuciak - sono stati assassinati lo scorso anno mentre lavoravano ad inchieste su casi di corruzione e crimine organizzato. Tra le situazioni critiche segnalate nel rapporto ci sono le condotte di Russia ed Ungheria, ma anche il governo turco che, nell’ultimo anno, ha chiuso e confiscato tre giornali e una televisione dopo il fallito colpo di Stato del 2016. Sotto la lente dell'organizzazione è finito anche il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio, per aver esercitato pressioni finanziarie sui media per limitare la libertà di stampa nel nostro Paese. "In Italia - si legge nel rapporto nella parte dedicata all'indipendenza dei media - il vice primo ministro ha chiesto alle imprese detenute dallo Stato di smettere di fare pubblicità sui giornali e ha annunciato piani per una 'riduzione dei contributi pubblici indiretti ai media nella legge di bilancio 2019'". Una condotta che, secondo il Consiglio d'Europa, minerebbe in modo preoccupante l'indipendenza delle testate.

In occasione della Giornata verranno organizzate diverse iniziative anche in Italia. Nello specifico la Federazione nazionale della stampa italiana insieme con Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, associazione Articolo21, Amnesty International Italia e Rete NoBavaglio, il 3 maggio alle 10.30, darà vita a un sit-in in piazza Santi Apostoli, nei pressi degli Uffici della Rappresentanza dell'Unione Europea. Presenti in piazza alcuni ospiti internazionali, come: Jan Krempasky, giornalista slovacco, Manuel Delia, reporter maltese, Asmae Dachan, giornalista e scrittrice siriana, e Fazila Mat, ricercatrice turca dell'Osservatorio Balcani e Caucaso. Sempre a Roma, alle 16, verrà anche presentata e firmata la "Carta di Assisi: manifesto internazionale contro i muri mediatici e l'uso delle parole come pietre".


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