Tav. Commissione europea "Stiamo valutando il dossier costi-benefici. Polemiche intanto sulla commissione che ha emanato il parere negativo

di redazione 13/02/2019 AMBIENTE
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"Stiamo ancora analizzando" l'analisi costi-benefici ricevuta la scorsa settimana, e "chiederemo alcuni chiarimenti alle autorità italiane".

Lo ha affermato il portavoce della commissaria Ue ai trasporti Violeta Bulc, ricordando che "non c'è una scadenza fissata" imminente sullo stop ai fondi Ue "ma certo più passa il tempo e accumuliamo ritardi, più i rischi aumentano". "Sappiamo che c'è una certa programmazione e una scadenza per l'accordo di finanziamento ed è vero che stiamo accumulando un certo ritardo" con la "sospensione di appalti pubblici importanti" sulla Tav, per questo Bruxelles sta "monitorando la situazione da vicino". E, "a seconda dell'evoluzione delle prossime settimane dovremo vedere se saranno realmente programmati cambiamenti all'accordo di finanziamento" e se saranno quindi "necessarie" modifiche "al livello di finanziamento Ue", ha spiegato il portavoce della Commissione Ue.

L'incontro con le autorità italiane in merito all'analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, secondo quanto si apprende, si terrà molto presto ma sarà solo a livello tecnico. Al momento non è infatti previsto nessun incontro tra il ministro dei trasporti Danilo Toninelli e la commissaria Bulc. Solo a giugno (quindi dopo le elezioni europee) è previsto il check-up dei progetti Ue prioritari finanziati con i fondi Cef, in cui rientra la Tav, mentre si fa di solito a fine anno il bilancio sui finanziamenti. Per una qualsiasi modifica dell'accordo di finanziamento con l'Ue in ogni caso sono necessari tempi tecnici lunghi, e questa non può quindi essere procrastinata sino all'ultimo momento.

Per questo, ha sottolineato, "speriamo di avere un incontro produttivo con le autorità italiane".

Intanto in Parlamento è stato sentito il professor Ponti, che ha guidato il gruppo che ha redatto il dossier di analisi costi-benefici. 

La Lega ribadsce la necessità dell'opera e dice che, in caso contrario, andrebbe riscritto il patto di governo. "Nel contratto di governo non c'è scritto no alla Tav", ha detto Gian Marco Centinaio, ministro dell'Agricoltura e del Turismo, in visita a Mosca. "E visto che spesso, quando apro bocca, mi trovo un deputato, o della Lega o dei Cinque Stelle, che alza subito la bandierina del contratto di governo, oggi la bandierina la alzo io", prosegue. "Io mi attengo a quel contratto e in caso contrario, se non va più bene, non è attuale, ci si siede al tavolo, si ragiona e si scrive che la Tav non è indispensabile". 

Anche l'opposizione va all'attacco. Il Pd, con il capogruppo Graziano Delrio, ha chiesto in Aula l'inversione dell'ordine del giorno per passare subito all'esame delle mozioni, già calendarizzate, sulla Tav. "Si finisce con il disattendere accordi internazionali ratificati con il voto del Parlamento, c'è un grande problema di credibilità del Paese", spiega Delrio contestando il metodo della redazione dell'analisi costi-benefici della Torino-Lione. Sulla richiesta di Delrio deve esprimersi l'Aula con un voto.

Nel parere dell'analisi costi-benefici sulla Tav non c'è stato "alcun atteggiamento ideologico". Lo ha detto il professor Marco Guido Ponti in audizione alla commissione Trasporti della Camera sull'analisi costi-benefici per la Tav. "La neutralità del gruppo di lavoro - ha detto - è come quella di un medico che vede il quadro clinico di un paziente con radiografie e analisi e lo vede molto ammalato. Se il medico è coscienzioso, allora risponde che il paziente è molto ammalato".

 - "E' sbagliato dire che il progetto è inutile. Nessun progetto è totalmente inutile. Ogni progetto ha dei benefici, qui ci sono per i passeggeri". Però "sono troppo pochi per giustificare" l'investimento. Lo ha detto il professor Francesco Ramella, membro del gruppo di lavoro che ha realizzato l'analisi costi-benefici sulla Tav, in audizione alla commissione Trasporti della Camera insieme al professor Marco Guido Ponti.

Governatori del Nord: "Tav va fatta, crea sviluppo"  - Sono unanimi i governatori delle Regioni del Nord sul 'sì' alla Tav e contro l'analisi costi-benefici. Per Sergio Chiamparino, Giovanni Toti, Attilio Fontana e Luza Zaia, intervistati dal Corriere della Sera, lo sviluppo che può derivare dall'opera non è misurabile a priori. Il governatore del Piemonte, Chiamparino, critica il metodo d'analisi: "quando vedo che alla voce 'costi' vengono inseriti i mancati introiti per il consumo di carburante penso di essere finito nel mondo al contrario", "come si fa a definire costo quello che ad ogni evidenza è un beneficio per l'ambiente?". Quello ligure, Toti, contesta "in radice l'idea di affidare a una istanza tecnica una valutazione che, per i mille aspetti che chiama in causa, tocca ai politici", perché "le infrastrutture servono a creare uno sviluppo per sua natura indefinito nell'immediato", "certo, mi auguro che la Lega tenga fede al suo dna di forza che difende le ragioni del Nord produttivo". I due governatori leghisti, Fontana e Zaia, legano l'opera allo sviluppo del territorio. "Resto dell'idea che ho sempre avuto - dice il presidente della Lombardia, Fontana -: la Tav si deve fare perché alla sua realizzazione è legato lo sviluppo del Nord", e "valutare i benefici che può apportare una infrastruttura non è come fare un'analisi di laboratorio. La Tav serve a collegare ancor di più il nostro Paese all'Europa. I benefici che ne possono derivare non si possono calcolare a priori". Il governatore veneto Zaia teme che il no abbia un "impatto negativo" sulle economie di tutto "l'asse padano", perché "i traffici con l'area danubiano-balcanica si sposteranno inevitabilmente a Nord delle Alpi".

Il prof Coppola: "Le mie obiezioni sul 'metodo Ponti' "- "Ho fatto presente al ministro Toninelli alcune obiezioni di merito sul metodo seguito dai miei colleghi" nell'analisi costi-benefici sulla Tav. Lo precisa - in un'intervista al Corriere della Sera - Pierluigi Coppola, professore di ingegneria dei trasporti a Torvergata, tra i sei componenti della commissione sulla Torino-Lione presieduta da Marco Ponti. Sull'analisi manca la sua firma perché, spiega, "non condivido la metodologia utilizzata". "Si tratta - dice - di un assemblaggio di approcci diversi. In alcuni punti si seguono le linee guida della Commissione europea. Poi si passa a un altro metodo, molto più inusuale", è "il metodo del professor Ponti". "Non mi esprimo sulla sua validità. Ho espresso la mia opinione in una nota consegnata al ministro", ma - aggiunge - "ho forti ragioni di perplessità sul metodo usato per l'analisi costi-benefici, e quindi anche sui risultati che ha prodotto". Tra queste "l'inserimento nei costi del mancato incasso delle accise sui carburanti", "una procedura inedita". In commissione "ci sono stati confronti piuttosto serrati, a causa di una evidente differenza di impostazioni". Uno contro cinque? "Sì, è così". Allora perché ha accettato di entrare in questa commissione? "Per una scelta del ministro. Molte altre analisi, a cominciare da quella sul Terzo valico, sono state assegnate al gruppo diretto da Ponti. Io sono stato inserito per produrre un secondo parere" ed "esiste un mio parere che ho scritto di mia iniziativa per consegnarlo al ministro".


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