Tav e Caso Diciotti. Il governo vacilla.

di redazione 04/02/2019 POLITICA
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A un passo dalla crisi. La evocano Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma anche Roberto Fico per il quale ci sono «molte» divergenze e «alcune» ragioni per stare insieme nel rispetto del contratto di governo.

 Proprio in nome del contratto, Di Maio intende `riscuotere´ il No entro il mese di febbraio: «Su questo tema non è possibile tornare indietro», concorda Fico, ricordando la battaglia storica del M5s al fianco dei No-Tav. Ma Matteo Salvini non può accettare un No «secco». E così sale la spinta dei mediatori leghisti perché il premier Giuseppe Conte sposti più in là la scelta, a dopo le europee. È un sentiero stretto. Strettissimo, se si considera l’intreccio con l’altra partita incendiaria per il governo: il caso Diciotti. M5s non esclude infatti il rinvio della scelta ma per ora preme sulla Tav, sapendo di avere in mano `l’arma´ del voto del Senato sul processo al ministro dell’Interno: «Vedremo le carte poi decideremo sul voto», dice sibillino Di Maio. E Salvini, che probabilmente andrà in giunta a difendere proprie ragioni, sbotta: «Non è il mercato».
 
Di Maio

Per me valgono le priorità: in questo governo ce lo siamo detti chiaramente dall'inizio, ci sono cose su cui siamo d'accordo e altre no. Lavoriamo su quelle su cui siamo d'accordo, altrimenti devo concludere che si spinge su cose su cui non siamo d'accordo per creare tensioni nel governo? Io non lo consiglio".

"Nella nostra storia non abbiamo votato per utilizzare immunità parlamentari - ha spiegato Di Maio sul voto sulla Diciotti -. Questa è un po' diversa da un'immunità ma per quanto mi riguarda mio riferimento sono i senatori della giunta che seguiranno tutto il procedimento. Poi decideremo". "Io so bene che il voto arriverà tra qualche settimana, leggeremo le carte. Questa è diversa da un'immunità ma non per questo abbiamo già deciso", aggiunge.

"I giornalisti continuano a dirmi 'Salvini guarda i sondaggi ,la Lega è diventata il primo partito. Tu sei la persona più importante. Fai saltare tutto così eleggi più deputati e senatori'. A queste persone dico che la mia parola vale più di qualsiasi sondaggio - ha spiegato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini -. Non faccio saltare il governo per quello che dicono i sondaggi. Però le cose bisogna farle non bloccarle". 

"Non siamo al mercato, io ti do questo tu mi dai quello, è roba di vecchi governi, non ho bisogno di aiutini, ho fatto il ministro, io blocco gli sbarchi, sveglio l'Europa e fermo i morti e le partenze, l'ho fatto, lo farò, poi sulla Tav aspettiamo i numeri": così ha risposto Salvini a chi gli chiedeva se l'indecisione di Luigi Di Maio sul voto per il caso Diciotti fosse un grimaldello per avere un via libera sul Tav.

"Ci sono molte ragioni che possono portare a divergere e alcune per rimanere insieme rispetto a un contratto -  ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, a Che tempo che fa -. Si deve andare avanti rispetto a ciò che si è detto nel contratto e non per altre cose che sono fuori". "Sono presidente del Senato e rispetto in modo non solo formale ma sostanziale qualsiasi decisione prenderanno la giunta e il Senato: nel merito non entrerò nella decisione", ha poi aggiunto Fico. "Personalmente, dico che semmai arrivasse a me una richiesta della magistratura nei miei confronti per qualsiasi questione, pregherei la Camera di mia appartenenza di dare l'autorizzazione senza se e senza ma", aggiunge.

"Nel momento in cui ci sono persone che soffrono non c'è dubbio che non possono rimanere un minuto di più su una nave: vanno fatte sbarcare", ha detto il presidente della Camera Roberto Fico a 'Che tempo che fa'. "E' giusto fare la voce grossa" in Europa "ma non bisogna farlo facendo rimanere lungo tempo le navi fuori dai porti", aggiunge. Quanto all'accoglienza, dice: "Nel nostro Paese gli Sprar hanno funzionato e fanno parte dell'accoglienza che è un valore aggiunto ma la paura e il disagio non vanno stigmatizzate".

Gli replica il ministro Salvini: "Fico? Mi pare dica no a tutto, tranne che agli sbarchi di immigrati e ai processi. L'Italia ha bisogno di gente che costruisca, non che blocchi tutto".  


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