Pasta. Etichette d'origine per l'alimento più amato e consumato

Finalmente anche i consumatori potranno sapere l’origine del riso e della pasta che acquistano e mangiano. I ministri, Maurizio Martina per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, e Carlo Calenda, per il Ministero dello Sviluppo Economico, hanno firmato due decreti interministeriali per l’introduzione obbligatoria in etichetta della provenienza di riso e grano.
Si tratta di due decreti introdotti in via sperimentale, in mancanza degli atti di esecuzione del Regolamento UE n. 1169/2011. Ma il Governo italiano non poteva più attendere.
Nella consultazione pubblica lanciata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, l’80% dei 26mila cittadini partecipanti ha posto l’accento sull’importanza di conoscere l’origine delle materie prime, in particolare per la pasta e il riso, due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy, che tutto il mondo ci riconosce.
Ecco come cambieranno le etichette.
L’Etichetta per la pasta dovrà riportare:
· il nome del Paese di coltivazione del grano
· il nome del Paese di molitura, dove cioè il grano è stato macinato.
Se la fase di coltivazione e di molitura avvengono in più Paesi, le diciture che si possono utilizzare sono: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE e NON UE.
In caso di grano coltivato per il 50% in un solo Paese (ad es. l’Italia) la dicitura sarà: “Italia e altri Paesi UE e /o non UE”.
L’Etichetta per il riso dovrà riportare:
· il nome del Paese di coltivazione del riso
· il nome del Paese di lavorazione
· il nome del Paese di confezionamento.
Per le diciture valgono le regole sopra descritte per la pasta.
IMPORTANTE: Le aziende avranno 180 giorni di tempo per adeguare i propri sistemi e smaltire le vecchie etichette e le confezioni già prodotte. Le indicazioni sull’origine dovranno essere inserite in etichetta in modo bene visibile, chiaramente leggibili, indelebili e riconoscibili.
