Dopo il venerdì di sangue e rabbia dei palestinesi blitz di Israele contro Hamas. 25 capi arrestati. La Cisgiordania sull'orlo di una nuova Intifada

di redazione 22/07/2017 ESTERI
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Blitz dell'esercito israeliano in Cisgiordania nella notte durante il quale sono stati arrestati 25 alti esponenti di Hamas, nel contesto di misure straordinarie adottate dopo le violenze degli ultimi giorni. Fra gli arrestati, secondo fonti palestinesi, figurano un deputato e 5 miliziani di Hamas liberati anni fa da Israele nel contesto di uno scambio di prigionieri. Ieri il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha telefonato alla famiglia al-Abed di Kobar (Cisgiordania) per congratularsi con l'attentato condotto dal figlio che ha pugnalato a morte 3 civili israeliani ad Halamish.
   

Venerdi tre palestinesi sono stati uccisi negli scontri avvenuti a Gerusalemme est nei pressi della spianata delle moschee, dopo la decisione delle autorità dello Stato ebraico di permettere l'ingresso nel terzo luogo sacro dell'Islam esclusivamente alle persone con più di cinquant'anni di età. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Maan una delle tre vittime è un ragazzo di 17 anni, colpito da un colono israeliano a Gerusalemme Est, nel quartiere a maggioranza araba di Ras Al-Amoud. 

Gli scontri polizia ed esercito israeliano da una parte e palestinesi dall’altra sono avvenuti dopo la preghiera del venerdì, il giorno sacro per i fedeli musulmani, a causa dell’installazione di alcuni metal detector all’ingresso della Spianata delle Moschee di Gerusalemme e della restrizione dell’accesso al luogo sacro per gli uomini con meno di 50 anni. Secondo la Mezzaluna Rossa in tutta la Palestina 193 persone sono state ferite negli scontri, avvenuti anche nelle città palestinesi di Ramallah e Hebron. I tre palestinesi morti avevano meno di 20 anni, e tutti loro erano stati coinvolti nelle proteste.

In seguito alle restrizioni di Israele e agli scontri del pomeriggio, ieri sera il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha annunciato la sospensione di ogni rapporto con Israele fino alla rimozione dei metal detector. I metal detector sono stati installati dopo l’attentato del 14 luglio in cui due poliziotti israeliani erano stati uccisi: secondo le autorità israeliane le armi utilizzate per l’attacco erano state nascoste all’interno della Spianata delle Moschee. Abbas non ha dato dettagli sulla sospensione dei rapporti con Israele ma per ora non è stata interrotta la collaborazione dell’Autorità Palestinese con le forze israeliane riguardo la sicurezza.


La tensione, altissima, si è estesa in Cisgiordania, già teatro di proteste durante la giornata: in serata un palestinese di 19 anni, Omar al Abed, proveniente dal vicino villaggio di Kobar, è riuscito ad infiltrarsi nella colonia di Neve Tsuf e ha accoltellato quattro coloni, uccidendone tre, due uomini di 40 e 60 anni ed una donna di 40. Ferita gravemente un'altra donna di circa 60 anni. Poi il giovane è stato a sua volta ucciso a colpi di pistola.

Alla periferia nord di Gerusalemme, nel rione di a-Ram, un bambino di sette anni è rimasto intossicato da gas lacrimogeni, mentre era nelle braccia del padre. Fonti palestinesi riferiscono che le sue condizioni sono ritenute gravi.

Sono centinaia le persone ferite da proiettili di gomma o intossicate da gas lacrimogeni. Le forze israeliane hanno impedito alle ambulanze palestinesi di raggiungere la zona degli scontri e la Mezzaluna rossa ha fatto sapere che alcuni suoi addetti sono stati colpiti da candelotti lacrimogeni. Altri incidenti si sono verificati in Cisgiordania: all'ingresso di Betlemme e al valico di Qalandya, presso Ramallah.

Sempre secondo la Mezzaluna Rossa, i feriti sono almeno 193, sia a Gerusalemme sia in Cisgiordania. Oltre 4 poliziotti, sono 41 i feriti nel centro di Gerusalemme, portati in centri di soccorso medico, in maggioranza perché sono stati colpiti da oggetti, proiettili di gomma e hanno riportato ustioni, mentre altri 31 sono stati curati sul posto. Nel quartiere di Isariya, due persone sono state ferite da munizioni vere, 10 da proiettili di gomma, 40 sono state curate per aver inalato gas lacrimogeni e ustioni. 
 In Cisgiordania, 11 feriti sono stati registrati a Ramallah, a causa di granate stordenti, gas lacrimogeni e munizioni vere, mentre 38 a Betlemme, in gran parte per asfissia da gas. Disordini sono avvenuti anche nel nord e nel sud del Territorio paletinese, con tre feriti a Qalqilia, sei a Tulkarem e sei a Hebron, di cui due per proiettili veri.

La Spianata delle moschee - per gli ebrei il monte del tempio, ugualmente un luogo santo - è stata fonte di gravi tensioni negli ultimi giorni in seguito all'attacco terroristico contro due poliziotti israeliani, uccisi il 14 luglio scorso: gli assalitori infatti vi si erano rifugiati prima di essere abbattuti dalla sicurezza. Da allora il governo israeliano ha deciso di installare dei metal detector all'ingresso del sito, misura aspramente contestata dai palestinesi che per protesta hanno deciso da domenica scorsa di radunarsi a pregare all'esterno della spianata.

Proprio per evitare un eccessivo affollamento della città vecchia nel venerdì, principale giornata di preghiera islamica, e quindi ulteriori problemi di sicurezza la polizia israeliana ha deciso di consentire l'ingresso nella zona ai soli ultracinquantenni, provvedimento peraltro non inedito e che mira a ridurre il rischio di attentati.
 

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tuttavia più volte assicurato di non voler alterare in alcun modo lo statu quo (non scritto) che permette ai musulmani di accedere liberamente al sito mentre gli ebrei devono limitarsi ad ore precise e senza potervi pregare. Di fatto lo stato ebraico controlla l'accesso alla spianata ma la gestione degli edifici di culto è affidata alla Giordania.

Amman ha chiesto la "immediata e totale" riapertura del sito ai fedeli, lanciando un appello alla comunità internazionale perché intervenga sulla questione. Ieri era stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a chiedere la rimozione dei metal detector "vista l'importanza della spianata delle moschee per tutto il mondo musulmano" e sembrava che il premier ne stesse valutando la rimozione per oggi, giorno della preghiera del venerdì. Ma dopo le consultazioni con i capi della sicurezza e i membri del governo, Benjamin Netanyahu ha deciso di mantenerli attivi.

Nei giorni scorsi il Mufti di Gerusalemme ha ordinato che le moschee cittadine siano tenute chiuse e che i fedeli convergano invece verso la Spianata, al massimo delle loro capacità date le limitazioni imposte dalla polizia. In ogni caso, ha aggiunto, i fedeli avrebbero dovuto rifiutarsi di passare dalle porte elettroniche. Il presidente palestinese Abu Mazen ha convocato a Ramallah in Cisgiordania una riunione urgente dei vertici dell'Olp e di al-Fatah per discutere la "pericolosa escalation israeliana alla moschea al-Aqsa". Abu Mazen è stato costretto ad abbreviare una visita ufficiale in Cina per seguire da vicino l'evolversi della crisi a Gerusalemme. In serata il presidente ha annunciato il congelamento dei contatti con le autorità israeliane fino a che non sarà risolta la crisi dei metal detector agli ingressi della Spianata.


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