Legge elettorale e maggioranza. Gli alfaniani all'attacco di Renzi "E' da febbraio che ci chiede di far cadere Gentiloni". Alfano "Leali con il governo ma la collaborazione con il Pd è finita"

di redazione 01/06/2017 POLITICA
img

"Renzi ha la smania di prendersi la rivincita dopo la sconfitta del referendum, per questo da febbraio chiede a noi di fare fuori Gentiloni. In cambio ci ha detto che avremmo potuto scrivere la legge elettorale".

Così il deputato di Alternativa Popolare Sergio Pizzolante arrivando alla direzione del partito dopo lo strappo consumato tra Ap e Pd sulla legge elettorale. "Perché non lo abbiamo denunciato prima? Se lo avessimo fatto, Gentiloni sarebbe caduto subito - spiega Pizzolante -, in politica la trasparenza assoluta è una cosa stalinista". "Renzi è inaffidabile", ha aggiunto Fabrizio Cicchitto.

Intanto il leader del Nuovo Centrodestra ha detto che: "Noi continueremo a sostenere il governo Gentiloni e non faremo ostruzionismo sulla legge elettorale. Accettiamo la sfida del 5% e non presenteremo emendamenti per abbassarla".  Dopo la Direzione del partito. 

"La mia collaborazione con il Pd è conclusa", aggiunge Alfano che spiega: "La soglia del 5% sarà "la scintilla per organizzare una rappresentanza di liberali e popolari che tutti i sondaggi dicono possa superare il 10%". Incarico a Maurizio Lupi a fare da ambasciatore con gli altri soggetti centristi.

M5S: "Accordo non scontato" - "L' accordo sulla legge elettorale non è affatto sancito. In queste ore si lavora ancora in Commissione perchè l' emendamento Fiano crea delle nuove problematiche". Così il deputato di M5S e presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai Roberto Fico, parlando con i giornalisti a Napoli. "Se i problemi saranno risolti, bene - ha aggiunto Fico - diversamente continueremo a riunire il gruppo parlamentare, che ieri ha lavorato fino a mezzanotte, per valutare il da farsi, ma non c'è niente di scontato".

Slitta a martedì 6 giugno l'approdo in Aula della legge elettorale. A comunicare l'accordo intercorso tra i gruppi - secondo quanto apprende l'Ansa - è stata la presidente della Camera Laura Boldrini al presidente della commissione Affari costituzionali Andrea Mazziotti. Ciò spiega la convocazione da parte di quest'ultimo dell'Ufficio di presidenza della Commissione per ridefinire i tempi dei lavori alla luce dello slittamento.


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali