Scuola. Arriva la Riforma della Riforma. Cosa cambia rispetto alla Buona Scuola

di redazione 08/04/2017 POLITICA
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Nuove modalità per la maturità (dal 2019) e per diventare insegnanti. Il consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva gli otto decreti attuativi della legge 107 (Buona scuola). I provvedimenti ridisegnano anche l'istruzione professionale, prevedono nuove risorse per il diritto allo studio e introducono novità per l'educazione della fascia 0-6 anni, per le scuole all'estero e per l'inclusione degli alunni disabili. 

Il consiglio dei ministri ha approvato stamani in via definitiva gli otto decreti attuativi della legge 107 (Buona scuola).

I decreti approvati oggi riguardano:

–      il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado;
–      la promozione dell’inclusione scolastica delle studentesse e degli studenti con disabilità;
–      la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale;
–      l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni;
–      il diritto allo studio;
–      la promozione e la diffusione della cultura umanistica;
–      il riordino della normativa in materia di scuole italiane all’estero;
–      l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

Le novità


NUOVA MATURITA' NEL 2019 - Se le novità per i cicli inferiori entreranno in vigore già nel 2018 per la nuova maturità bisognerà aspettare il 2019: c'è bisogno di più tempo, infatti, perché vada a regime l'alternanza scuola lavoro e perché vengano riformulate le nuove prove, dopo la scomparsa del quizzone. Le prove Invalsi, che testeranno anche la conoscenza delle lingue straniere, non saranno incluse né nell'esame di terza media né in quello di diploma, ma saranno obbligatorie per gli studenti. Aumenterà il peso del credito scolastico. 

RISORSE PER ASILI NIDO - Ammonta a oltre 600 milioni il pacchetto di risorse stanziate per la delega 0-6 anni che fa transitare dal welfare al sistema educativo e scolastico gli asili nido, assicurando ai Comuni il denaro per la loro gestione. 

PER INSEGNARE, CONCORSO - Con il nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento chi aspira a fare l'insegnante in tre anni entrerà direttamente in ruolo e la fase transitoria permetterà ai docenti di seconda e terza fascia con 3 anni di servizio di essere stabilizzati. 

Cambia il sistema di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, con un nuovo modello di reclutamento e formazione iniziale che punta a: evitare che si formino nuove sacche di precariato; offrire orizzonti temporali certi e un percorso chiaro fra concorso e immissione in ruolo alle giovani e ai giovani che vogliono insegnare; garantire l’elevata qualificazione del percorso di formazione delle future e dei futuri docenti.

Oggi chi vuole diventare insegnante della scuola secondaria deve abilitarsi, dopo la laurea, attraverso un tirocinio formativo (TFA). L’abilitazione dà accesso alle graduatorie di istituto per le sole supplenze. Per entrare in ruolo, infatti, bisogna attendere e superare un concorso. Dal 1999 il primo concorso bandito in tempi recenti è stato quello del 2012 seguito, poi, da quello del 2016. Con lunghi periodi di attesa e di vuoto, senza certezze per le e gli aspiranti docenti.

Con l’approvazione del nuovo decreto, tutte le laureate e tutti i laureati potranno partecipare ai concorsi, a patto che abbiano conseguito 24 crediti universitari in settori formativi psico-antropo-pedagogici o nelle metodologie didattiche. I concorsi avranno cadenza biennale, il primo sarà nel 2018.

Il nuovo concorso prevede due scritti (tre per il sostegno) e un orale. Chi lo passa entra in un percorso triennale di formazione, inserimento e tirocinio (FIT), con una retribuzione crescente che parte fin dal periodo della formazione. Le docenti e i docenti vengono valutati per tutta la durata del percorso. Alla fine del triennio, se la valutazione è positiva, vengono immessi in ruolo. Niente più anni di attesa nelle graduatorie dei supplenti, dunque, ma un percorso certo e definito per diventare insegnanti.

Il decreto prevede una fase transitoria che, in prosecuzione con il Piano di assunzioni della Buona Scuola, continua ad offrire risposte al precariato storico. Saranno esaurite innanzitutto le Graduatorie ad esaurimento e quelle dell’ultimo concorso del 2016. Ci saranno delle procedure concorsuali specifiche per chi sta già insegnando come supplente da tempo. Per le docenti e i docenti abilitati della seconda fascia delle graduatorie di istituto ci sarà un concorso nel 2018 con una prova orale seguita – quando si verificherà disponibilità di posti – da un anno di servizio con una valutazione finale. I partecipanti entreranno in ruolo, dunque, dopo una ulteriore verifica in classe. Le iscritte e gli iscritti nelle terze fasce di istituto, quelli con 3 anni di servizio, potranno accedere a concorsi con uno scritto e un orale, se vincitori accederanno al percorso FIT facendo il primo e terzo anno.


RESTA TETTO ATTUALE PER CLASSI CON ALUNNI DISABILI - Nel decreto relativo all'inclusione il tetto degli studenti per classe resta quello attuale (con un numero massimo di 20 alunni per classe in presenza di uno studente con grave disabilità), vengono snellite le pratiche burocratiche e garantiti insegnanti di sostegno più formati e preparati. 

Garantire una scuola sempre più accogliente alle alunne e agli alunni con disabilità, rafforzando il ruolo delle famiglie e delle associazioni nei processi di inclusione e coinvolgendo – anche e soprattutto attraverso la formazione in servizio – tutte le componenti del personale scolastico. Questo l’obiettivo del provvedimento approvato.

Insegnanti sempre più preparati: viene rivista la formazione iniziale delle e dei docenti di sostegno dell’infanzia e della primaria, attraverso l’istituzione di un Corso di specializzazione ad hoc a cui si accede dopo aver conseguito la laurea in Scienze della formazione primaria, comprensiva di 60 crediti sulla didattica dell’inclusione. Tutte le future e tutti i futuri docenti, anche nella secondaria, avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologie per l’inclusione e ci sarà una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi.

Coinvolgere tutto il personale nella formazione non vuol dire immaginare una riduzione delle docenti e dei docenti di sostegno, ma una maggiore partecipazione di tutte le componenti sul tema dell’inclusione, perché questa possa realizzarsi concretamente. La proposta di quantificazione del personale sul sostegno sarà fatta, infatti, dal dirigente scolastico sulla base del Progetto educativo individualizzato (PEI) di ciascuna alunna e ciascun alunno con disabilità e in coerenza con il Piano dell’inclusione di ciascuna scuola.

Il provvedimento introduce l’obbligo di tenere conto della presenza di alunne e alunni diversamente abili per l’assegnazione del personale Ata alle scuole. Nel processo di valutazione delle istituzioni scolastiche viene introdotto il livello di inclusività. Ogni scuola dovrà predisporre, nell’ambito del Piano triennale dell’offerta formativa, un Piano specifico per l’inclusione. Vengono poi rivisti, razionalizzati e rafforzati nelle loro funzioni gli organismi che operano a livello territoriale per il supporto all’inclusione, con un maggiore coinvolgimento di famiglie e associazioni.

Le commissioni mediche per l’accertamento della disabilità si arricchiscono di nuove professionalità: ci saranno un medico legale e due medici specialisti scelti fra quelli in pediatria e in neuropsichiatria infantile. Per la prima volta le e i supplenti potranno avere contratti pluriennali. In caso di un rapporto positivo con l’alunna o l’alunno e su richiesta delle famiglie le docenti e i docenti con contratto a termine potranno essere riconfermati per più anni senza passare dalle annuali trafile di assegnazione della supplenza. Viene rafforzato l’Osservatorio permanente per l’inclusione insediato al Miur.


TRIPLICATE RISORSE PER DIRITTO STUDIO - Passano da 10 a 30 milioni. Serviranno all'erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti agli ultimi due anni delle Superiori, per l'acquisto di libri di testo, per la mobilita' e il trasporto, per l'accesso a beni e servizi di natura culturale. Esonero dalle tasse scolastiche per gli studenti delle quarte e delle quinte Superiori (si parte nel 2018-2019). Carta dello studente anche per chi frequenta Accademie e conservatori. 

 ISTRUZIONE PROFESSIONALE - Nei percorsi dell'istruzione professionale arriva il 2+3: biennio unico e triennio unico, superando così l'attuale articolazione dei cosiddetti "due bienni più uno". Gli indirizzi passano da 6 a 11 e vengono rafforzate le attività di laboratorio (comprese le esperienze di scuola-impresa e di bottega-scuola). 

Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa sono alcune delle arti che verranno potenziate negli istituti scolastici. E l'alternanza Scuola-Lavoro potrà essere svolta presso soggetti pubblici e privati che si occupano della conservazione e produzione artistica. 
 In arrivo 50 nuovi insegnanti negli istituti italiani oltre confine che potranno partecipare ai bandi relativi al Piano nazionale scuola digitale. Rivisto il periodo di permanenza fuori dei docenti (6+6 con pausa in mezzo, salvo modifiche dell'ultima ora).


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