Licenziato dopo il trapianto al fegato "Sono idoneo, chiedo solo di poter continuare il mio lavoro". L'azienda ci ripensa "deve esserci stato un errore"

di redazione 09/03/2017 LA VOSTRA VOCE
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Licenziato dopo il trapianto al fegato. Accade a Rivoli a un operaio di 55 anniAntonio Forchione, dipendente della Oerlikon Graziano di Cascine Vica, alle porte di Torino, settore metalmeccanica di alta qualità. “Mi hanno fatto una visita e mi hanno dichiarato inabile, mi hanno costretto a tre settimane di ferie forzate. Poi lunedì scorso mi è arrivata la lettera di licenziamento”, racconta Forchione. 

“E’ una vergogna essere trattati così dopo 27 anni – aggiunge – Io all’azienda ho dato davvero tanto”. L’operaio farà causa all’azienda per ottenere un risarcimento, gli mancano cinque anni alla pensione. La Oerlikon ha 700 dipendenti a Rivoli, oltre 1.500 in Italia.

Davanti ai cancelli della Oerlikon di Rivoli Forchione incassa l’affetto e la solidarietà dei colleghi. Gli occhiali da sole non celano l’emozione.

 In un’intervista alla Stampa Forchione ha detto di provare “Tanta amarezza, ma vedere i miei colleghi battersi per me mi riempie di orgoglio. Ho lavorato per 37 anni e 27 li ho passati in questa fabbrica. Non amo stare con le mani in mano e non mi sono mai lamentato del mio lavoro. Non mi sarei mai aspettato di essere messo da parte così. Come si fa con gli stracci vecchi. Ora la questione è in mano agli avvocati. In ogni caso è un’offerta assurda, che non poteva essere presa in considerazione. A me mancano ancora 5 anni di contributi per la pensione e se i medici mi dicono che sono idoneo al lavoro vorrei che mi fosse data la possibilità di continuare a guadagnarmi da vivere. Tutto qui. Il mio legale ha impugnato il licenziamento, e mi auguro che le decisioni vengano prese in fretta. Ammetto che confido in un esito positivo di tutta questa brutta storia». 

 I vertici della società, che opera nel settore metalmeccanico, spiegano che la lettera di licenziamento non è stata scritta dal responsabile del personale locale e che dunque, in qualche modo, potrebbe essersi trattato di un errore. La decisione definitiva verrà presa intorno alle 17.

 Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato subito uno sciopero di due ore su tutti i turni, a cui hanno aderito anche i lavoratori dello stabilimento di Luserna San Giovanni. E’ il terzo caso simile – accusano i sindacati – dopo quello di due delegati Fiom nelle fabbriche di Bari e di Sommariva Bosco. “Sono un operaio universale, ci chiamano così ora – è il racconto di Forchione – Ho sempre lavorato su tre turni. Dicono che ora non posso più fare il lavoro che facevo e non sanno che mansione affidarmi. Non c’è nessuna posizione per me, ero anche disposto a un demansionamento, avrei accettato di fare qualunque cosa, fotocopie in un ufficio o il fattorino”.

Secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti “è una cosa inconcepibile, inaccettabile, sbagliata”. “Se una persona ha una situazione come questa – ha aggiunto – l’azienda si deve prendere la responsabilità di garantirgli un’opportunità. Se le notizie dei giornali corrispondono alla verità, è un errore molto grave che l’azienda deve immediatamente recuperare”. 

Aveva parlato di “licenziamento indegno e gesto riprovevole” il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd). “Auspico che l’azienda ritorni sui suoi passi e si sforzi di trovare una soluzione adeguata alle attuali condizioni fisiche del lavoratore. Bene hanno fatto i sindacati a dichiarare due ore di sciopero. I lavoratori hanno compensato con la loro solidarietà la vergognosa mancanza di umanità di cui si è macchiata la Oerlikon”.


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