Governo Gentiloni. Fiducia al Senato. 169 SI.

di Redazione 12/12/2016 POLITICA
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Il governo Gentiloni ottiene la fiducia alla Camera. I voti a favore sono stati 368, 105 i contrari. 

Dopo la Camera nel pomeriggio del 14 dicembre il governo Gentiloni ottiene il via libera anche al Senato: 169 i voti a favore, 99 i contrari, nessun astenuto.Le previsioni accreditavano il nuovo esecutivo di un sostegno tra i 166 e i 172 favorevoli, contando sulla presenza in Aula di ministri, senatori a vita e di tutte le forze della maggioranza. I lavori si sono svolti, come alla Camera, in un Senato svuotato delle opposizioni, ma anche con gli scranni dei ministri quasi vuoti. Assenti in particolare Lega Nord, M5S e Verdini con gli altri senatori di Ala. I 35 senatori M5s in mattinata hanno polemicamente lasciato sui loro banchi deserti una copia della Costituzione. Se i 18 senatori di Ala di Verdini, esclusi da incarichi ministeriali, hanno voltato le spalle al nuovo premier, il governo Gentiloni guadagna invece i due sì non previsti dei senatori ex Sel Dario Stefano e Luciano Uras. Per il nuovo governo si è espresso anche l'ex premier e senatore a vita Mario Monti.

Alla sua prima fiducia al Senato, Paolo Gentiloni ha pareggiato il numero di voti a favore registrati dall'esecutivo Renzi alla sua prima volta a Palazzo Madama. Anche l'ex premier infatti, il 24 febbraio del 2014, ottenne 169 sì contro 139 no, su 308 votanti (268 per la fiducia a Gentiloni) e senza alcun astenuto. Rispetto ad allora si sono comunque verificati passaggi dalla maggioranza alla minoranza e viceversa, soprattutto è nato il gruppo di Ala, a sostegno di Renzi durante il suo mandato e che oggi, come detto, non ha partecipato al voto.

l premier nel suo discorso in Aula a Montecitorio ha definito il prorio un governo "di responsabilità" che durerà "fin quando avrà la fiducia del Parlamento". Gentiloni "rivendica" come un punto di forza quello che altri considerano "un limite": la continuità con il governo Renzi e il "grande lavoro fatto". Su due temi proverà a fare di più: il sostegno alla classe media disagiata e il Sud. Ma in Aula va in scena l'Aventino del M5s, della Lega e di Ala: uno spicchio di emiciclo è vuoto. E il premier a loro si rivolge sul finale: "La politica è confronto, non odio o post verità. Chi rappresenta i cittadini non deve diffondere paure".

l discorso di Gentiloni: Intorno alle 13, prima delle dichiarazioni di voto, come di rito ha preso la parola il presidente del Consiglio: "Non siamo innamorati della continuità, avevamo chiesto una maggiore convergenza, ma dalle forze politiche c'è stata indisponibilità. La presa d'atto di questa situazione ha spinto le forze che compongono la maggioranza a formare questo governo. Per responsabilità. Sarebbe stato più utile sottrarsi a questa responsabilità, ma il segno di questo governo è farsi carico di questa situazione", ha detto il premier all'Aula.

"Chiedo fiducia al Senato e ho fiducia nel Senato" ha aggiunto Gentiloni, perché "abbiamo impegni immediati sui quali il governo è al lavoro: penso al sostegno al sistema bancario, all'emergenza terremoto e ricostruzione, su cui oggi pomeriggio ho la prima riunione. E l'impegno europeo di domani. E il tema del lavoro, lavoro, lavoro, già sottolineato alla Camera". Durata del governo? "E' stabilita dalla Costituzione (ovvero, finché è sorretto da una maggioranza in Parlamento, ndr), ma certo solleciteremo la nuova legge elettorale, a prescindere da quanto durerà l'esecutivo, è urgente avere regole chiare che consentano di votare per Camera e Senato in modo armonico". Anche ieri, alla Camera, il presidente del Consiglio aveva parlato di "esecutivo di responsabilità, che andrà avanti finché avrà la fiducia del Parlamento", ricevendo poche ore dopo gli auguri del Cremlino e le congratulazioni del presidente Usa Obama.

 

I ministri del nuovo governo annunciati da Paolo Gentiloni, che giureranno alle 20.

 Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

Sottosegretario alla presidenza: Maria Eelena Boschi

Ministri senza portafoglio

Anna Finocchiaro: Rapporti con il Parlamento
Marianna Madia: Pubblica Amministrazione
Enrico Costa: Affari Regionali
Claudio De Vincenti: Coesione Territoriale e Mezzogiorno
Luca Lotti: Sport con deleghe su editoria e Cipe.

Ministri con portafoglio

Angelino Alfano: Esteri
Marco Minniti: Interno
Andrea Orlando: Giustizia
Roberta Pinotti: Difesa
Pier Carlo Padoan: Economia
Carlo Calenda: Sviluppo Economico
Maurizio Martina: Agricoltura
Gianluca Galletti: Ambiente
Graziano Delrio: Infrastrutture
Beatrice Lorenzin: Salute
Dario Franceschini: Cultura
Valeria Fedeli: Istruzione
Giuliano Poletti: Lavoro.


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