I grandi delle Olimpiadi: Dorando Pietri

di Massimiliano Amato @nocciolone 30/07/2016 SPORT
img

Oggi inauguriamo la nuova rubrica che ci terrà compagnia per tutte le Olimpiadi di Rio, l’atleta di cui parleremo oggi non ha vinto l’oro ma è entrato nella storia delle rassegna a cinque cerchi per la sua sofferenza e la sua storia di recente è stata oggetto di un film sulla Rai.

DORANDO PIETRI

Nato e cresciuto nella sua Emilia a Carpi, la leggenda vuole che si affermi come maratoneta battendo indossando il grembiule da pasticcere tenendo il passo del maratoneta più forte in quel momento Pericle Pagani negli ultimi chilometri di una corsa a Carpi.
Qualche giorno dopo fa il suo esordio ufficiale a Bologna correndo i tremila metri arrivando secondo, e si afferma sul panorama nazionale vincendo titoli nazionali a raffica dai 5000 metri in poi, vincerà la 30 chilometri di Parigi dando agli avversari sei minuti.
Vinse la corsa per la qualificazione alla maratona delle Olimpiadi di Atene con il tempo di 2 ore e 48 secondi, ma il suo esordio olimpico non fu positivo fu costretto a ritirarsi per problemi intestinali, quando era in testa alla gara.
Nel 1907 era un maratoneta affermato in grado di vincere su qualsiasi distanza nel mezzofondo, dominatore indiscusso in Italia si affermava anche all’estero per buoni risultati in corse di rango internazionale.
L’anno successivo la maratona per la qualificazione olimpica si corre nella sua Carpi, vinta con un tempo di 2 ore e 38 minuti tempo mai corso prima in Italia, e cosi Pietri si qualifica per la seconda volta consecutiva per le olimpiadi che quell’anno si tenevano a Londra.
La maratona olimpica per la prima volta si correva sua una distanza di 42,195 chilometri, è una giornata molto calda per essere a Londra, Pietri come suo solito non parte forte ma al comando della gara ci sono tre inglesi, la rimonta dell’italiano inizia nella seconda parte di gara recuperando molte posizioni.
Al 32 chilometro è secondo con un distacco di quattro minuti dal sudafricano Hefferson, a Pietri viene comunicato che il leader della corsa è in crisi e cosi aumenta ancor di più il ritmo e al 39 chilometro raggiunse e superò Hefferson.
Mancano un paio di chilometri alla fine il sogno dell’oro sembra vicino ma Pietri per la rimonta ha speso molto e ora entra lui in crisi per il caldo gli ultimi chilometri sono un calvario perde lucidità, entra allo stadio e sbaglia strada, i giudici lo fecero tornare indietro ma poco dopo crollò a terra.
E’ a 200 metri dal sogno olimpico i 75000 spettatori presenti allo stadio tifavano tutti per lui, attorno a lui c’erano i giudici e i medici per soccorrerlo, cadde altre quattro volte e sempre fu aiutato a rialzarsi e con la forza della disperazione ormai esausto sorretto da un giudice e medico tagliò il traguardo per primo.
Vinse in 2 ore e 54 ma solo per percorrere gli ultimi metri ci mise dieci minuti, tagliato il traguardo fu portato via in barella, secondo arrivò l’americano Hayes e la squadra americana presentò subito ricorso, in un primo momento venne dichiarato vincitore ma successivamente il ricorso di Hayes venne accolto e venne tolto l’oro a Pietri.
La sua storia commosse il mondo cosi tanto che la Regina Alessandra lo premio con una coppa di Argento dorato con lo stadio olimpico che lo incoraggiava ormai entrato nel cuore degli inglesi.
Il 25 Novembre 1908 Pietri si prese la rivincita fu organizzata al Madison Square Garden di New York la rivincita fra Pietri e Hayes dovevano percorrere 263 giri la stessa distanza di una maratona fu un testa a testa per tutta la gara ma negli ultimi 500 metri Pietri supera l’americano e si prende la rivincita dimostrando che il vero vincitore di Londra era lui.

Dal blog Sport Town Magazine


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali