Cuba. Incontro storico tra Papa Bergoglio e il patriarca di Mosca Kirill

di redazione Euroroma 13/02/2016 ESTERI
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Chi si sarebbe mai aspettato qualche mese fa che l’incontro, giustamente definito storico, tra il Pontefice di Roma Papa Francesco e il patriarca di Mosca, Kirill avvenisse nell’aeroporto della capitale di uno degli ultimi stati “comunisti” del pianeta. Ma con l’attuale pontefice bisogna ammettere che tutto è possibile, anche avvenimenti, parole, prese di posizione, fuori dall’abituale etichetta del Vaticano.

Le due massime autorità del mondo cristiano si sono abbracciate in una stanza dello scalo de L’Avana a latere del viaggio del Papa in Centro America. I due si sono scambiati un affettuoso saluto di benvenuto e si sono seduti uno di fronte all'altro, davanti alle decine di fotografie e cameraman ammessi alla parte pubblico dell'incontro.

Storico l’incontro perché mai accaduto e perché nelle intenzioni dei due protagonisti, soprattutto di quelle di Bergoglio, dovrà spalancare le porte a nuove e inedite prospettive nei rapporti fra i fratelli cristiani d’occidente e d’Oriente. Una divisione questa che dura ormai da mille anni e che ha visto il susseguirsi di crisi, di diffidenze, di rotture, di aperte ostilità.

Somos hermanos”, siamo fratelli, ha ribadito il Pontefice al capo della Chiesa ortodossa russa. A un certo punto Kirill ha anche affermato: «Ora le cose sono più facili». E il papa, in spagnolo, subito tradotto in russo dall'interprete “È più chiaro che questa è la volontà di Dio”.

L’incontro è stato possibile anche grazie all’intercessione del padrone di casa, Raul Castro, che non ha nascosto l’orgoglio per aver fatto da testimone e da tramite all’evento. Castro aveva in precedenza accolto e salutato Francesco appena sceso dall'aereo con una calorosa stretta di mano. Anche con Cuba, Bergoglio sta lavorando per ripristinare relazioni finalmente amichevoli e collaborative.

Al termine dell’incontro che è durato più di un’ora, Papa Francesco e il Patriarca Kirill hanno diffuso un comunicato congiunto in cui hanno espresso la speranza di riunire le due chiese e hanno chiesto ai leader del mondo di proteggere i cristiani dalle persecuzioni.

Lo scisma risale al 1054 anche se i riti e le tradizioni delle due chiese avevano già cominciato a divergere secoli prima. Motivo scatenante la richiesta, l’ultimatum della Chiesa di Roma a quella di Costantinopoli, allora l’altra sede, orientale, della cristianità, di riconoscere e sottomettersi al primato del Vescovo di Roma. A Oriente rifiutarono il diktat, nacque così la scissione.

Papa Bergoglio riesce là dove Papa Giovanni Paolo II e lo stesso Benedetto XVI avevano “fallito”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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