Se questa è la Buona scuola. Arrivano i supplenti dei supplenti e i docenti di sostegno senza alcuna esperienza o formazione.

di M.L. 01/02/2016 POLITICA
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Il premier Renzi l’aveva annunciata come la “più rilevante” fra le novità che la Riforma Buona Scuola avrebbe introdotto. La fine della Supplentite, secondo il neologismo introdotto dallo stesso Renzi, sarebbe giunta rapidamente grazie sempre alla suddetta riforma.

Purtroppo per gli studenti, per i docenti, per i dirigenti e per tutto il personale della scuola, la supplentite non solo non è scomparsa ma sembra aggravarsi.

 Vediamo di capire come è ciò sia stato possibile.

 A settembre in tutta Italia sono stati assegnati posti a supplenza "fino all'avente titolo", vale a dire fino alla nomina dell'insegnante di ruolo che ha diritto a quella cattedra. Con la "fase C" del piano di assunzioni della Buona scuola, gli insegnanti sono stati indicati, molti, però, invece che accettare l'incarico definitivo hanno preferito restare nella scuola dove a settembre avevano iniziato a fare i supplenti. 

Poi, le immissioni in ruolo dei docenti nella cosiddetta Fase C, 55.000 insegnanti, assunti tra ottobre e dicembre, rientravano negli organici di potenziamento che ciascun istituto della Penisola ha avuto in dotazione. Il loro ordine di servizio è quello appunto di potenziare; gli organici strutturali, messi a completa disposizione del dirigente scolastico, avrebbero dovuto sopperire alle inevitabili defiance annuali dei docenti di ruolo. Ma, come era facile prevedere, non era in nessun modo certo che avrebbero potuto coprire razionalmente le molteplici esigenze didattiche. Questo perché non vi è stata proporzione tra i docenti immessi negli organici e le loro competenze didattiche. Ad esempio, ed il più banale, in istituti dove vi era necessità di insegnanti di matematica o scienze, sono arrivati in numero molto maggiore insegnanti di materie letterarie.

 Secondo punto. Era altrettanto semplice ipotizzare che anche questi docenti della fase C avrebbero avuto bisogno di sostituti nel caso di legittime richieste di malattie, malattie, permessi, congedi ecc ecc.

La domanda, basilare, che ci si doveva dunque porre al Miur e ovviamente nel Governo, era: chi li avrebbe sostituiti? La risposta altrettanto semplice e logicamente consequenziale è: quei docenti rimasti fuori dalle assunzioni della riforma, ossia i non abilitati della cosiddetta Terza fascia, docenti che da anni fanno le domande agli istituti e che vengono puntualmente chiamati in qualsiasi momento per portare a termine il regolare svolgimento delle lezioni.

Infine per non farsi mancare nulla, i docenti della fase C con l’anno nuovo hanno la possibilità di presentare una domanda di assegnazione di una nuova sede, naturalmente più confacente alle loro esigenze.

 Risultato? In questi giorni la giostra della supplenza nelle scuole di ogni ordine e grado si è messa in moto come forse mai era accaduto prima. Alla faccia della fine della Supplentite! Così si registrano casi di istituti dove l’insegnante di fisica o filosofia è già cambiato quattro, se non cinque, volte dall’inizio dell’anno, con “grande beneficio” della didattica.

In Toscana dalle primarie alle secondarie di secondo grado, la Cgil ha contato mille supplenti. In quella regione come in altre, soprattutto al nord, su alcune discipline come il sostegno, la matematica e la chimica, non essendoci addirittura più precari disponibili, i dirigenti scolastici hanno dovuto trovare soluzioni spostando i docenti di ruolo e assegnandogli nuove classi.

Dal Governo, la ministro Giannini si difende dichiarando che se lo aspettavano trattandosi di un anno di transizione dopo anni di immobilismo o di tagli.

Sarà, lo scopriremo già dal prossimo anno scolastico, intanto la realtà dice che dopo le vacanze di Natale, molti docenti di Terza fascia, si sono visti convocare su cattedre di tutte le ore, dalle 18, che rappresentano la cattedra completa, alle 2 ore settimanali che è il minimo.

 

Infine. Tra le fonti della Riforma scolastica voluta dal governo, vi era la preoccupazione, legittima e condivisibile, di apportare reali miglioramenti alla didattica, fare in modo appunto che gli allievi di ogni ordine e grado usufruissero di benefici tangibili sul fronte della qualità, quantità, del metodo e degli strumenti dell’offerta formativa. Bene, siamo tutti d’accordo. La realtà al momento sconfessa i proclami. In queste settimane di convocazioni dei docenti, i supplenti dei supplenti, molti vengono convocati su cattedre, anche di 18 ore, di sostegno, senza avere né abilitazione né alcuna esperienza o formazione in tal senso.  Chiunque si occupa di scuola sa quanto sia delicato il ruolo del docente di sostegno.

 Questa è la Buona scuola?





 


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