Il Governo ci ripensa e propone la modifica di alcune norme riferite alle trivellazioni. I NO Triv replicano "solo un escamotage per evitare il referendum"

di Giu. Di.T 18/12/2015 AMBIENTE
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Il Governo ci ripensa e propone la modifica di alcune norme dello Sblocca Italia riferite alle trivellazioni.

Oggetto delle rettifiche, proprio le parti della legge che spinsero ben dieci Regioni italiane, contrarie alle estrazioni petrolifere, a promuovere un referendum sull’abrogazione di alcune parti dell’art.38 dello “Sblocca Italia” e dell’art.35 del “Decreto sviluppo”.

Con il via libera della commissione Bilancio della Camera al ddl Stabilità 2016, le modifiche approvate mercoledì 16 dicembre, nell’emendamento16.293, accolgono in sostanza le richieste di alcuni dei quesiti referendari contro le trivellazioni.

Il cambiamento avvenuto provocherà: il blocco dei procedimenti entro le 12 miglia; l’eliminazione della dichiarazione di strategicità, indifferibilità ed urgenza delle attività petrolifere; la cancellazione del vincolo preordinato all’esproprio della proprietà privata già a partire dalla ricerca degli idrocarburi; la garanzia della partecipazione degli enti territoriali ai procedimenti per il rilascio dei titoli.

Ma tra i passaggi normativi, denuncia il coordinamento nazionale Notriv, ci sono anche quelli che lo stesso definisce “ il vero cavallo di Troia del Governo”, ovvero l’abolizione del piano delle aree, volto a razionalizzare l'esercizio delle attività petrolifere ed il mantenimento in vita e a tempo indeterminato, di tutti i procedimenti attualmente in corso entro le 12 miglia marine.

Forse saranno bloccati alcuni dei progetti petroliferi ma di fatto, attraverso il sistema delle proroghe per le attività in mare, verrebbe neutralizzato il referendum abrogativo, uno strumento di partecipazione diretta dei cittadini alla democrazia, i cui risultati sono conclusivi, contrariamente ad una norma che può essere modificata, eliminata e reintrodotta.

Il coordinamento nazionale NoTriv, precisa in una nota: "E' chiaro che gli emendamenti del Governo hanno il solo scopo di evitare il referendum”, “eluderlo sarebbe un atto eversivo, violento e di grave irresponsabilità politica”. Se ciò accadesse vorrebbe dire che “la libertà di parola contraria”, per dirla con un espressione di Erri De Luca, risulta scomoda e per questo andrebbe evitata.

Su un tema così importante, come fu quello del nucleare e dell’acqua pubblica è giusto invece, lasciar decidere i cittadini, anche se la volontà popolare non sempre viene rispettata, basti pensare all’annosa questione dell’acqua che fa gola ai privati e che i governi di ogni parte politica, hanno favorito con sistemi simili a quelli che oggi si stanno usando per le trivellazioni.

 

 

 

 


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