No Tav . Marcia a Susa per ricordare i dieci anni dalla "presa di Venaus"

di redazione Euroroma 09/12/2015 AMBIENTE
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Nella foto la testa del corteo. Foto dal Quotidiano piemontese.it

Anche se i riflettori dei media sembrano essersi spenti, la lotta delle valli piemontesi contro l’Alta velocità non “va in pensione”.  Martedì 8 dicembre si è svolto un corteo con migliaia di cittadini, i leader dei No Tav e una ventina di sindaci della Val Susa, con l’obiettivo di ricordare così l’8 dicembre 2005, la cosiddetta “presa di Venaus” quando gli attivisti impedirono l'insediamento del cantiere del tunnel geognostico della linea Torino-Lione (poi trasferito a Chiomonte).

Il corteo è partito da Susa per dirigersi verso Venaus ed è stato animato da canti, musica, dai colori delle bandiere, da decine di bambini e dai gonfaloni dei comuni valligiani. Le forze di polizia, ingenti, hanno controllato l’evolversi da lontano non intervenendo direttamente sul corteo

In testa al corteo lo striscione “8 dicembre 2005 - 8 dicembre 2015. Ora come allora la resistenza continua”. Con gli attivisti No Tav  anche il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista.

Lungo il percorso dalle rocce che incombono sull’abitato di  Venaus è stato calato uno striscione con la scritta  “No Tav liberi”, al suo apparireun lungo applauso è venuto dai manifestanti che hanno dedicato “a tutti i No Tav che non possono essere alla marcia perché sottoposti a misure restrittive per avere preso parte alla battaglia contro l'Alta Velocità”.

A Torino infatti riprenderanno a breve le udienze in cui sono imputati alcuni No Tav in primo grado assolti per terrorismo ma condannati per reati commessi al sabotaggio dei cantieri.

Nel primo pomeriggio la marcia pacifica si è conclusa a Venaus tra i canti della Resistenza. Soddisfatto il leader storico Alberto Perino che ha detto  “noi siamo gli anticorpi di questa società. Oggi è una giornata di festa, la gente è serena, felice, siamo gente che quando lotta sa ridere ed essere sempre se stessi. Dopo 10 anni siamo sempre in tanti e sempre gli stessi, sempre più incazzati...e adesso gli faremo girare ancora le scatole”.

 


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