I calcoli di Obama nella rinuncia alla candidatura del suo vice Biden

di Mario Benemeglio 22/10/2015 ESTERI
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Finalmente Biden, accanto al Presidente Obama, ha preso la parola per chiarire definitivamente le intenzione di una sua candidatura alla Casa Bianca. Ha pronunciato un conciso e commosso discorso. La rinuncia a partecipare alla corsa presidenziale è stata netta e inequivocabile. Tra le varie motivazioni elencate una ha prevalso e stimolato la sua determinazione irrevocabile.

La morte recente del figlio Beau, ucciso a quarantasei anni da un tumore al cervello, ultima di tante dolorose vicende familiari che hanno flagellato la vita di Biden.  Avrebbe “voluto essere il Presidente che vince la battaglia contro il cancro”.

Quest’ultima disgrazia ha prodotto qualche incertezza che ha ritardato la decisione di partecipare. Raccolta di fondi e elaborazione di un programma non si improvvisano. 

Ora c’è da porre qualche domanda sull’inattesa decisione di Biden. La scelta sembrerebbe il frutto ambiguo di una meditazione conflittuale, stabilita nelle ultime ore, poco convinta, quasi sollecitata dalle circostanze. Qual è la parte di Obama nella trama che conduce alle Presidenziali del ’16? Eppure il veterano di tante battaglie ha fatto capire che è un pretendente qualificato. Nel suo discorso ha puntualizzato vari aspetti della politica statunitense con la perizia dell’intenditore

Biden è tuttora  il Vice Presidente  delle due presidenze di Obama. Certamente era l’unico aspirante democratico che avrebbe potuto impensierire la Clinton. Gli altri competitori sono già svaniti dall’arena politica. Da questo momento alla data delle elezioni Hillary può correre su una strada liscia come un biliardo. Agguati o sorprese dal versante democratico non compariranno

E a chi pensa che Biden finirà in soffitta ha ricordato che “Parlerò forte e chiaro su ciò che mi sembra necessario per il futuro del nostro Paese”.

 


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