Una buona notizia per la Terra. Il Buco dell'ozono si sta restringendo

di Euroroma 12/09/2014 AMBIENTE
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Una buona notizia o quanto meno un indizio di buona notizia ci viene in questo scorcio di fine estate da l’Unep, Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, la cui commissione scientifica, in collaborazione con l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), ha diramato una relazione secondo la quale lo strato di ozono sui poli in grave difficoltà già dagli anni 80, si starebbe ricostituendo.

Strato di ozono

Lo strato di ozono è la parte dell’atmosfera in cui si concentra la maggior parte dell’ozono, che costituisce uno schermo e ci protegge dalle radiazioni solari pericolose per la vita sulla terra. A metà degli anni ottanta alcuni scienziati lanciarono il grido d’allarme osservando che quello schermo si stava pericolosamente assottigliando, anzi in alcune aree polari era completamente “sparito”.

La notizia diramata di recente è positiva perché si tratta della prima volta in 35 anni in cui si registra un aumento significativo delle molecole di ozono nella stratosfera. Dal 2001 ad oggi il livello di ozono è incrementato del 4% alla latitudini settentrionali.

Clorofluorocarburi

La riduzione delle particelle di ozono è stata studiata per primi da due scienziati Molina e Sherwood Rowlan che nel 1995 vinsero il premio Nobel per la chimica a seguito delle ricerche effettuate sui CFC, prodotti esclusivamente da alcune attività umane e che stavano distruggendo progressivamente l’ozono presente nell’atmosfera terrestre.

Protocollo di Kyoto

A seguito dell’allarme lanciato dagli scienziati, tutti i Paesi del mondo siglarono nel 1987 un trattato con cui furono vietati i Cfc, che in realtà non è stato mai realmente applicato almeno sino alla ratifica del Protocollo internazionale di Kioto del 1997 con il quale quasi l’intera comunità internazionale si è obbligata a ridurre attraverso  scansioni temporali adeguate ad ogni singolo stato, le emissioni di elementi inquinanti, i cosiddetti gas serra  (soprattutto biossido di carbonio, metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo) in una misura non inferiore all'8% rispetto alle emissioni registrate nel 1990.

Occorre ricordare però che al protocollo si sono sottratti in vario modo alcune nazioni che da sole contribuiscono quasi alla metà delle emissioni mondiali di questi gas. Gli Stati Uniti che non hanno ancora ratificato l’accordo e l’India e la Cina, che hanno per così dire beneficiato di una cervellotica deroga sulla base del fatto che la loro maggiore attività industriale sia cominciata solo negli ultimi vent’anni, quindi non sarebbero responsabili del buco dell’ozono apparso negli anni ottanta.

E’ evidente che si tratta di un compromesso politico che i due giganti asiatici hanno preteso, così come è chiaro che finché un Paese come gli Stati Uniti non aderirà pienamente ai parametri imposti, il livello di sicurezza e di salvaguardia della nostra atmosfera rimarrà costantemente in bilico.

 

 


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