Chiara Poggi. Dopo 18 anni un nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco.

di redazione 11/03/2025 TUTTI
img

Ci sarebbe un nuovo indagato per il delitto di Garlasco. A diciotto anni dall'omicidio di Chiara Poggi, secondo un'esclusiva Tg1, un avviso di garanzia è stato notificato ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. L'uomo, all'epoca dei fatti 19enne, era già stato indagato per via del Dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi, ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate.

Il nuovo avviso di garanzia nei confronti di Sempio - riferisce il Tg1 - arriva grazie ad una nuova indagine sul Dna sviluppata con metodi e tecniche di ultima generazione. Nell'avviso di garanzia l'accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, è omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi.

Fa l’impiegato, ora ha 37 anni, ne aveva 19 quell’estate del 2007 in cui fu uccisa Chiara Poggi. E Andrea Sempio, già entrato e già uscito dalle indagini di quello che nell’immaginario collettivo è diventato “il delitto di Garlasco”, si ritrova ancora una volta indagato. Omicidio in concorso, l’accusa che gli muove ora la procura di Pavia, e il concorso può essere con Alberto Stasi – il fidanzato di Chiara condannato per quell’omicidio – o con altri ignoti.

"Andrea Sempio è allibito e sconvolto", dice ora il suo avvocato Massimo Lovati, confermando che Sempio sarà obbligato a fare un prelievo di Dna, dopo essersi rifiutato la settimana scorsa. "Non regge il colpo. È distrutto e ha chiesto addirittura le ferie dal lavoro” aggiunge il legale, sottolineando come il 37enne neghi ogni responsabilità e si dica innocente.

Il prelievo del Dna è necessario per dare riscontro a una consulenza della difesa di Stasi, affidata a un esperto in genetica, che potrebbe riaprire il caso. Proprio i risultati di questa nuova tecnica per estrarre ed analizzare il Dna potrebbe consentire di tornare a indagare (come già fatto nel 2016) su Andrea Sempio. Secondo gli allora legali di Stasi sulle unghie della vittima ci sarebbe stata una traccia genetica riconducibile a Sempio. Il gip "evitando di interrogarsi sul rispetto dei principi di riservatezza" per reperire il Dna di Sempio - estratto da una bottiglietta d'acqua, una tazzina da caffè e un cucchiaino sottratti da un bar da un investigatore privato - concordava con il pubblico ministero nel considerare come "radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto oggi dalla difesa Stasi".

Il pm 'smontava' le presunte incongruenze di Sempio relative al giorno dell'omicidio, così come l'ipotesi che lui - amico del fratello e che frequentava la villetta a due piani - si fosse invaghito di Chiara.

"In conclusione, se è (non condivisibile ma) umanamente comprensibile l'intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l'esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie - sottolineava il gip di Pavia - ci si deve tuttavia arrestare di fronte all'inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi" per trovare un colpevole alternativo all'omicidio di Chiara Poggi. "Escluso - scrive il gip nelle dieci pagine del decreto di archiviazione - qualunque valore" della consulenza genetica realizzata dalla difesa, "non residuano elementi indiziari a carico di Sempio".

Andrea Sempio: “Con Chiara Poggi solo rapporto di cortesia”

L’amico di Marco Poggi, fratello minore di Chiara: ecco chi era Andrea Sempio quando nel 2007 venne ascoltato subito dopo l’omicidio, come altre persone. Nel 2017 Sempio, indagato una prima volta a distanza di dieci anni dall’omicidio, si era fatto intervistare a Quarto Grado, raccontando che – all’epoca – Marco Poggi “mi è stato vicinissimo, sia lui che la sua famiglia. Ci vediamo ancora, usciamo insieme regolarmente. Cerchiamo di scherzare su questa vicenda: siamo passati da “conosci quella ragazza?” a “conosci quel giornalista?”. Lui mi è stato vicino, mi ha dato forza”. Raccontava, anche, di non aver mai incontrato Alberto Stasi, nonostante entrambi frequentassero la villetta di via Pascoli della famiglia Poggi.

L’ipotesi sempre emersa durante le indagini – nate da un esposto della madre di Alberto Stasi – è che Sempio si fosse invaghito di Chiara Poggi. Sempre nell’intervista diceva che si “salutavano” ma che “Non la conoscevo, l'ho incrociata qualche volta in casa. Me la ricordo come una ragazza bella, avvenente”. E ancora: “Con lei avevo un rapporto puramente di cortesia: ci incontravamo in casa, ci salutavamo e fine”.

AGGIORNAMENTO

Ci sarebbero "nuovi elementi indizianti" a carico di Andrea Sempio, accusato dell'omicidio di Chiara Poggi. Lo scrive la procura di Pavia nel ricorso col quale ha chiesto alla Cassazione di riaprire l'indagine sul delitto di Garlasco. In particolare, gli inquirenti vorrebbero svolgere ulteriori approfondimenti su due dei temi cardine dei processi a carico di Alberto Stasi: le impronte delle scarpe sulla scena del crimine e quelle sul dispenser del sapone nella villetta di via Pascoli della famiglia Poggi.

"Il pm avanzava una nuova istanza di riapertura delle indagini, nuovamente argomentando in ordine alle indagini che intendeva condurre - si legge nel documento - in aggiunta agli elementi già sottoposti, il pm richiedente, acquisita una nuova consulenza tecnica della difesa di Stasi inerente la compatibilità della grandezza delle impronte repertate sul luogo del delitto con la taglia delle scarpe di Andrea Sempio, avanzava una nuova richiesta di riapertura delle indagini, chiedendo di essere autorizzato a: completare, anche con accertamento peritale, le indagini genetico forensi aggiornate allo stato della tecnica e della scienza attuale; confrontare le impronte papillari repertate sul luogo del delitto con quelle mai acquisite di Andrea Sempio; escutere gli amici dell'epoca di Chiara Poggi e di suo fratello Marco al fine di ricostruire compiutamente le frequentazioni della vittima; interrogare Andrea Sempio".

 

Quindi non solo le due consulenze, una della difesa e una della Procura di Pavia, dalle quali è risultato che le tracce di Dna sui margini delle unghie di Chiara Poggi portano all'amico del fratello, Andrea Sempio, ma anche due elementi ritenuti indiziari e cioè tre telefonate e uno scontrino conservato per circa un anno ritenuti altamente sospetti. Riparte da qui la nuova inchiesta, coordinata dai pm pavesi, sull'omicidio di Chiara, assassinata il 13 agosto 2007, a Garlasco e per il quale l'allora suo fidanzato Alberto Stasi sta espiando 16 anni di carcere, e che ora vede indagato anche Sempio.

Le indagini, delegate ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, già da tempo hanno cominciato a sbrogliare la matassa fatta di accertamenti parte dei quali eseguita in modo raffazzonato se non errato, valorizzando alcuni elementi un tempo non considerati idonei ad aprire una pista alternativa. Innanzitutto le tre chiamate partite dal cellulare di Sempio, il 4, il 7 e l'8 agosto. Tutte brevissime, rispettivamente di 10, 2 e 21 secondi e che hanno destato sospetti. Soprattutto la seconda e la terza in quanto Sempio avrebbe saputo benissimo che Chiara era a casa da sola e che Marco, con i genitori, era in vacanza in Trentino. L'altro elemento che ha destato sospetti, il biglietto del parcheggio di Vigevano, mostrato dall'amico del fratello di Chiara, per dimostrare che la mattina del delitto non era a Garlasco, mentre gli accertamenti sulle celle telefoniche dicono il contrario.

L'ipotesi che è stata avanzata è che si tratti di un alibi precostituito in quanto, è il ragionamento, in genere il biglietto di un parcheggio a pagamento si getta via una volta scaduto, ed invece è stato conservato per oltre un anno.

Consulenza Stasi: “Leggibilissima traccia di Dna di Sempio”

La consulenza della difesa di Alberto Stasi, firmata dai genetisti Lutz Roewer e Ugo Ricci, che ha di fatto dato nuovo impulso all'inchiesta sul caso di Garlasco, chiarisce, come spiegato da fonti difensive, che il tracciato del materiale genetico maschile, che era stato repertato nelle unghie di Chiara Poggi, è "leggibilissimo". Dalla consulenza successiva disposta dai pm di Pavia, come si legge nel provvedimento di Cassazione di riapertura indagini, è emerso, poi, che uno dei "cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo" ad Andrea Sempio "risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima".

Nel provvedimento della Cassazione si legge che la Procura di Pavia, con la pm Valentina De Stefano e l'aggiunto Stefano Civardi, "a seguito di atti di impulso (tra dicembre 2022 e gennaio 2023) da parte della Difesa" di Stasi ha "conferito incarico a propri consulenti al fine di analizzare le conclusioni cui erano giunti i consulenti di parte", ossia quelli nominati dai difensori Giada Bocellari e Antonio de Rensis. E per "verificare se, allo stato attuale della scienza e della tecnica, le tracce di Dna maschile repertate nelle unghie della vittima (all'epoca delle prime indagini ritenute non utilizzabili a fini di comparazione), fossero utilizzabili per una comparazione genetica".

Sulla base "della risposta ai quesiti da parte dei consulenti (per i quali uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima), il pm ritenendo di non poter proseguire le indagini nel procedimento contro ignoti, essendo emersi elementi indizianti a carico di Andrea Sempio", già sottoposto ad "indagini nel procedimento penale 8236/16/21, inoltrava al Gip istanza di riapertura indagini".



Ti potrebbero interessare

Speciali