Parlamento europeo. "Restoration nature law". Ripristinare gli ambienti naturali e contrastare il cambiamento climatico. A Strasburgo la battaglia tra due visioni opposte dello sviluppo umano

di redazione 12/07/2023 AMBIENTE
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Una deliberazione che potrebbe cambiare la storia del vecchio continente al Parlamento Europeo: con 336 voti a favore, 300 contro e 13 astenuti l’Eurocamera ha adottato il mandato negoziale sulla legge sul ripristino della natura, permettendo l’avvio di negoziati con il Consiglio Ue. Il Parlamento Ue aveva respinto la mozione del Ppe e delle destre di rigetto della legge. Quest’ultima proposta non è passata con 324 voti contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti.

Gli eurodeputati, nel festeggiare il voto favorevole dell’assemblea, sottolineano che il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare. Inoltre, evidenziano che la proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell'Unione Europea né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l'energia rinnovabile. È stato approvato, infatti, un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico.

Il Parlamento sottolinea inoltre che la nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell'Ue, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal. I deputati sostengono la proposta della Commissione di attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura che coinvolgono almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine del territorio dell’Unione. Il Parlamento propone ancora che la normativa si applichi solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi membri avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat.

Il Parlamento vuole anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali. Entro 12 mesi dall'entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l'eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso un apposito strumento.

Su quest’ultimo punto, non sono mancati i dubbi di alcune associazioni ambientaliste, schierate su posizioni più radicali. Mentre soggetti come Greenpeace o la Lipu hanno sottolineato l’importanza di un voto storico cruciale per la salvaguardia degli ecosistemi europei.

Il Parlamento europeo è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio Ue sul testo definitivo della legge. Oltre l'80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Il 22 giugno 2022 la Commissione aveva proposto un regolamento sul ripristino della natura per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata. Secondo la Commissione, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici.

 

Le reazioni, da Benifei alla Lega

Il voto è stato accompagnato da urla di gioia e applausi dal centrosinistra dell'emiciclo, in contrasto con la parte destra dell'Aula rimasta in silenzio. Tra i banchi del pubblico era presente anche Greta Thunberg, che ieri ha partecipato a una manifestazione a Strasburgo per chiedere al Parlamento di approvare in prima lettura la proposta di legge. Il socialista spagnolo Cesar Luena, relatore della proposta, dopo aver esultato e abbracciato diversi colleghi, ha dichiarato che “Questa legge è positiva anche per quelli che hanno votato contro, che spero possano gioire dopo questo voto. Dopo settant'anni di costruzione europea, potremo iniziare a lavorare per avere una vera e propria legge di ripristino della natura”, ha aggiunto alludendo ai negoziati con il Consiglio. “Voglio ringraziare soprattutto gli scienziati e i giovani: sono loro che ci hanno dimostrato e convinto che dovevamo mantenere questa proposta di legge” ha sottolineato Luena in Aula.

Dello stesso tenore il commento del capodelegazione Pd all’Eurocamera, Brando Benifei: “Vittoria! Il Parlamento Europeo approva la legge sul ripristino della natura. Sconfitto il Ppe alleato per questo voto con l'estrema destra: un segnale per il futuro. L'Europa va avanti, senza mai dimenticare il lavoro e le risorse necessarie. No a pericolosi passi indietro” ha twittato Benifei.

Sull’altro versante, lo scetticismo della Lega, attraverso l’eurodeputato Marco Zanni: “Altro che ‘ripristino della natura’, a farne le spese, ancora una volta, sono i cittadini europei. E a dispetto delle belle parole, il provvedimento per cui le sinistre festeggiano è uno schiaffo ad agricoltori e pescatori, avrà conseguenze disastrose e andrà a colpire duramente la loro attività”.

I pescherecci Ue che pescano al di fuori delle acque comunitarie devono rispettare le stesse norme di quelli che pescano nelle acque dell'Ue. Le condizioni di concorrenza nell'area del Mediterraneo devono essere equivalenti per tutti i 22 Paesi che fanno parte della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo. Queste le nuove regole adottate in via definitiva dal Parlamento europeo (a larghissima maggioranza: 645 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti), oltre al voto sul ripristino della natura. Il regolamento contiene disposizioni per combattere la pesca illegale dell'anguilla europea il cui stato di conservazione è a livelli critici, specifica le procedure relative alla cattura di altre specie, come il gambero rosso gigante, il gambero blu, il gambero rosso e il corallo rosso, in particolare l'autorizzazione delle navi, l'attività di pesca, la registrazione delle catture, la creazione di aree, restrizioni spaziali o temporali e punti di sbarco designati. Per quanto riguarda la pesca mista nel Mediterraneo, gli sforzi di pesca dovrebbero essere limitati nelle aree di riproduzione degli stock, per assicurare il recupero delle specie.

Cosa prevede la ‘Nature Restoration Law’ 

La legge europea in discussione stabilisce obiettivi di ripristino vincolanti per almeno il 20% del territorio terrestre e marino dell'Unione Europea entro il 2030, arrivando fino al 90% nel 2050. Operazioni di grande portata, come la rinaturalizzazione dei corsi fluviali abbattendo le barriere artificiali, il reinserimento di elementi naturali negli agroecosistemi, la trasformazione verde delle città. La legge, se venisse approvata, sarebbe immediatamente operativa. 

Il mese scorso la commissione Commissione Ambiente del PE si era bloccata sul 44-44. Il disegno di legge è una parte fondamentale del famoso Green Deal europeo che mira a stabilire gli obiettivi più ambiziosi al mondo in materia di clima e biodiversità e a fare del blocco il punto di riferimento globale sulle questioni legate alla crisi del clima.

La proposta di legge ha raccolto un ampio sostegno nei Paesi membri ed è stata difesa strenuamente dalla Commissione e dalla sua presidente Ursula von der Leyen. Ma il gruppo politico della stessa von der Leyen, il Partito Popolare Europeo, ha invertito la rotta e ora si oppone al provvedimento.

Con 177 dei 705 seggi, il gruppo dei Popolari è il più numeroso nel Parlamento europeo e la sua opposizione ha trasformato la questione in un acceso dibattito politico.

Se mercoledì il piano venisse respinto verrebbe rimandato in commissione ed è improbabile che si arrivi a una nuova proposta prima delle elezioni europee del giugno dell'anno prossimo.

"Questa legge è la bandiera del Green Deal europeo", ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, commissario Ue per l’ambiente. Il Green Deal comprende un'ampia gamma di misure, dalla riduzione dei consumi energetici al taglio netto delle emissioni dei trasporti e alla riforma del sistema di scambio dei gas serra dell'UE.



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