Iran. Le donne protestano dopo la morte della giovane Mahsa Amini. In gioco i diritti e le libertà negate

di redazione 24/09/2022 NON SOLO OCCIDENTE
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In Iran è stata la settimana della protesta del velo.  Nonostante un'imponente contro manifestazione pro-governo e a favore dell'hijab, sono tornate le proteste degli oppositori del governo conservatore per la morte della 22enne curda Mahsa Amini, arrestata a Teheran dalla polizia morale e poi morta in un ospedale in circostanze ancora tutte da chiarire. 

La protesta si pone come una minaccia alle fondamenta dell'attuale governo conservatore al potere, a maggiornaza sciita.

La polizia iraniana ha arrestato "739 rivoltosi, tra cui 60 donne" nella sola provincia di Guilan nel nord del paese. Lo ha riferito sabato l'agenzia di stampa Tasnim citando il generale Azizollah Maleki, capo della polizia provinciale di zona. 

Il presidente Raisi ha detto in sede Onu di aver chiesto l'apertura di un'inchiesta, ma ha anche negato un'importante intervista alla Cnn perchè l'intervistatrice - non una qualsiasi ma Christiane Amanpour - non indossava il velo. E non sembra molto lontana quella di Oriana Fallaci all'Ayatollah Khomeini del 1978, in cui la giornalista del Corriere della Sera si tolse il velo alla fine del confronto in aperta polemica con il leader islamico d'allora.

La televisione di Stato IRIB dice che le vittime sono 35, mentre l'ong Iran Human Rights, con sede a Oslo, parla di 50 persone rimaste uccise nelle proteste dalla morte della giovane, avvenuta il 16 settembre. Secondo Amnesty International,  tra le vittime ci sarebbero anche 4 bambini. 

La Repubblica islamica dell'Iran sembra spaccarsi in due tra chi difende il Corano e chi lo brucia, insieme all'hijab. In migliaia hanno voluto seguire l'appello delle autorità e hanno così solcato, oltre alle strade della capitale, anche le piazze di altre città tra cui Ahvaz, Isfahan, Qom e Tabriz, inneggiando tra l'altro alle forze dell'ordine. "La grande manifestazione del popolo iraniano che condanna i cospiratori e i sacrileghi contro la religione", perché dicono che "sostenere la fine del velo è fare politica alla maniera americana". 

Mentre con gli stessi numeri gli oppositori anti-velo si radunano in diversi quartieri della capitale dopo le manifestazioni pro-governo.  Gli studenti di diverse università, tra cui quella di Teheran, hanno continuato a radunarsi anche oggi per condannare la morte di Mahsa. Le manifestazioni si tengono nel primo giorno di apertura delle università e delle scuole, mentre il governo ha annunciato che le lezioni universitarie si terranno online per almeno due settimane. 

La Bbc, in farsi, ha pubblicato immagini di agenti di polizia in uniforme che mirano direttamente ai manifestanti e sparano su di loro. Il regime ha arrestato un numero imprecisato di persone tra cui l'attivista Majid Tavakoli e la giornalista Nilufar Hamedi.

L'eco della protesta arriva in Europa, con manifestazioni spontanee di sostenitori come a Berlino e a Bologna.

A sostegno della battaglia civile iraniana interviene anche Anonymous, il popolare profilo di attivisti-hakers in rete scrive: “Dear Iranians, do not panic, you will have access to digital communication”.

 

In un tweet il Segretario di Stato Antony Blinken promette aiuto per liberare i social dal divieto governativo, e Elon Musk gli risponde subito dicendo di aver attivato il servizio satellitare Starlink per aiutare gli iraniani ad accedere a Internet. L'Ad di Space X aveva già messo a disposizione Starlink per l'Ucraina. 

Su Instagram interviene anche il mondo dello spettacolo e della cultura a favore della libertà delle iraniane: ecco il post della cantate iconica Patty Smith.



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