Bollette gas e luce. 82 miliardi in più di spesa per il nostro Paese. Le ricette - attuabili? - dei partiti in vista del voto. Intanto Draghi prepara l'ultimo provvedimento per contenere la spesa energetica degli italiani

di redazione 11/09/2022 ECONOMIA E WELFARE
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Ammontano a 82,6 miliardi di euro, togliendo gli aiuti sin qui erogati, i rincari di luce e gas che le famiglie e le imprese subiranno quest’anno rispetto al 2021, una "cifra monstre" che corrisponde a circa la metà del Pil annuo del Veneto. È la stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia.

 
 Un incremento che, secondo l'associazione, è destinato a diminuire grazie agli effetti del tanto atteso decreto Aiuti ter che il Governo Draghi approverà la settimana prossima.

"Se, in linea puramente teorica, il Governo avesse a disposizione tutte le risorse necessarie per azzerare gli aumenti senza ricorrere a un nuovo indebitamento - sottolinea la Cgia - dovrebbe, per l’appunto, approvare una misura da 82,6 miliardi. In realtà, stando alle notizie apparse in questi ultimi giorni, il nuovo decreto, proprio per non incorrere in un aumento del deficit, dovrebbe portare in dote non più di 12-13 miliarì". 

Le stime della Cgia sono state costruite a partire dai dati 2021 dell’indagine sulla spesa mensile delle famiglie dell’Istat relativamente alle voci energia elettrica e gas naturale/di città. Inizialmente è stato quindi stimato il costo sostenuto dalle famiglie per l’energia elettrica e il gas, successivamente è stato aggiunto quello riconducibile alle imprese, arrivando a un costo totale per l’anno 2021 di 80 miliardi di euro.

Per l’anno 2022, invece, si è stimato un costo energetico complessivo, sempre a carico delle famiglie e delle imprese, di 207,4 miliardi di euro.

Pertanto, l’aumento del costo energetico totale 2022 su 2021 è stato di 127,4 miliardi di euro (+159 per cento). Se a questa cifra in valore assoluto si sottraggono i 44,8 miliardi di aiuti economici contro il caro bollette erogati quest’anno dal governo Draghi, l’incremento del costo dell’energia in capo a famiglie e imprese rispetto l’anno scorso è, di 82,6 miliardi. 

Per dare una “dimensione” dell’amontare di questi 82,6 miliardi, l'associazione ha provato a stimare quante tasse in meno dovrebbero pagare famiglie e aziende per compensare gli aumenti delle bollette di luce e gas. Secondo i calcoli elbaorati, senza nuovi aiuti, pareggerebbero il conto se quest’anno non versassero agli enti locali e all’erario il bollo auto, l’Imu, l’Ires e l’Irap.

"Appare evidente - conclude la Cgia - che se vogliamo mettere in sicurezza il Paese entro la fine dell’anno bisognerà intervenire con almeno 30 miliardi di nuovi aiuti. La metà circa di questa cifra sembra essere stata recuperata dal governo Draghi senza dover ricorrere a nuovo debito. Crediamo, vista la gravità del momento, che non sarebbe 'un'eresia' ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio per almeno altri 15-20 miliardi. Ovviamente, con l’assenso di Bruxelles che, nel frattempo, dovrebbe allentare i vincoli normativi sugli aiuti di Stato. Ricordiamo che per fronteggiare la crisi pandemica in Italia, tra il 2020 e il 2021 - attraverso i ristori, i contributi a fondo perduto e i prestiti agevolati - abbiamo sostenuto famiglie e imprese con oltre 180 miliardi di euro. Ed è stato grazie a queste misure se siamo riusciti a superare quel momento così difficile. Ora, con una spesa pubblica che in Italia ammonta a circa mille miliardi di euro all’anno, non possiamo recuperarne altri 20 per tamponare questa situazione che è altrettanto drammatica, fintantochè l’Ue non troverà un accordo sull’introduzione del tetto al prezzo del gas?".

COSA FARANNO, SE LO FARANNO, I PARTITI DOPO IL VOTO?

L'unico fattore che mette d'accordo i partiti è quello che riguarda il tempo: bisogna intervenire immediatamente per arrestare la corsa al rialzo dei prezzi di luce e gas. Sulle misure da mettere in campo, tuttavia, le forze politiche sono distanti e non sembrano nemmeno interessate a trovare una quadra.

Il provvedimento dovrebbe valere 11-12 miliardi, ma dal Consiglio dei ministri di ieri non sono arrivati segnali se non l'approvazione, su proposta del premier Mario Draghi e del ministro Franco, la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica sulla base di maggiori entrate pari a 6,2 miliardi di euro.

Il governo presenterà la relazione alle Camere per l'autorizzazione necessaria affinché l'esecutivo possa utilizzare le risorse previste. Le maggiori entrate rappresenteranno la componente principale del nuovo dl aiuti che il governo approverà, dopo il passaggio parlamentare, con l'obiettivo di contrastare gli effetti su famiglie e imprese del caro energia.

Il decreto aiuti ter arriverà in due round: nel pomeriggio il Consiglio dei ministri ha esaminato l'ammontare dei fondi per arginare il caro energia. Ma solo dopo che il Parlamento avrà autorizzato l'uso delle maggiori entrate per gli aiuti (con ogni probabilità la prossima settimana), potrà essere varato il decreto con il dettaglio delle misure.

Intanto, complice anche la campagna elettorale, i partiti si confrontano su un ventaglio molto ampio di proposte. Uno dei temi è il price cap, il tetto al prezzo del gas da imporre per legge a livello nazionale, prima, ed europeo, poi.

Una proposta che ha come sponsor di peso il presidente della Repubblica: "È urgentissimo procedere" con il price cap "superando le ultime resistenze che ci sono nell'Unione perché questo significa mettere le famiglie e le imprese al riparo dalle speculazioni politiche e finanziarie", ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella.

Tra chi sostiene la proposta c'è Giorgia Meloni che, tuttavia, riscontra delle difficoltà dovute ai dubbi di Germania e Olanda. Per Luigi Di Maio la difficoltà di introdurre un price cap europeo "ha nome e cognome: Matteo Salvini". Sarebbe il leader della Lega, a causa dei suoi legami con Putin, a frenare sul tetto europeo al prezzo del gas.

Anche il segretario Pd, Enrico Letta, è tornato sull'argomento e invitando Meloni a prendere le distanze dall'alleato leghista e a chiedere formalmente che Salvini e la Lega rompano con Russia Unita, il partito di Putin.

Ad alimentare questi sospetti, c'è la posizione di Salvini contro le sanzioni su Mosca, giudicato dal capo del Carroccio "inefficaci". Che l'Europa non sta facendo abbastanza è chiaro anche a Carlo Calenda: "Sta andando molto lenta ed è la ragione per cui credo che il governo Draghi deve intervenire appiattendo immediatamente il costo dell'Energia".

Il commissario agli Affari economici dell'Unione Europea, Paolo Gentiloni, sente di poter rassicurare i leader politici italiani: "Ciò che è cruciale dal nostro punto di vista è cooperare con la politica fiscale e la politica monetaria, mantenere il percorso dell'inflazione verso il basso. Ma per riuscirci è importante avere un pacchetto energia efficiente. Ed è molto importante che il prossimo martedì la Commissione presenterà le proposte per affrontare la questione energetica".

Se l'Europa si muove lenta è perché "c'è una volontà politica, ma purtroppo mancano gli strumenti", spiega Benedetto Della Vedova, segretario di più Europa: "Se avessimo un Commissario all'Energia con poteri reali probabilmente le decisioni sarebbero prese in tempi più rapidi", aggiunge.

In attesa che l'Europa trovi la quadra, si moltiplicano gli appelli al governo perché si mettano in campo misure a livello nazionale. Il segretario Pd parla di "grande preoccupazione sulla questione energetica che deve trovare risposte sia a livello europeo che nazionale. Se le risposte europee tardano bisogna che le risposte nazionali siamo più forti. Chiediamo al governo", aggiunge Letta che propone un 'pacchetto di misure per il medio e lungo termine: "Un tetto europeo al prezzo del gas e, per la durata di un anno, un regime di prezzi amministrati per l'energia elettrica con il disaccoppiamento tra fonti fossili e rinnovabili. E poi il raddoppio del credito di imposta per le imprese e un nuovo contratto 'bolletta luce sociale' per piccoli esercizi e famiglie con redditi medi e bassi. Infine, non è più rinviabile un grande piano per le rinnovabili e il risparmio energetico", aggiunge Letta.

Il verde Angelo Bonelli propone di agire a livello nazionale: "Non possiamo più aspettare, Draghi deve introdurre il price cap nazionale seguendo il meccanismo spagnolo", dice. Per Silvio Berlusconi si potrebbe istituire "un fondo per il finanziamento ultra agevolato e garantito dallo Stato alle aziende distributrici di Energia che si impegnino a limitare gli aumenti", così che il mancato rincavo derivante dall'aumento del prezzo delle bollette sia compensato dallo stato. "È una emergenza da codice rosso", avverte invece Enrico Letta: "Le aziende rischiano di chiudere, tante persone di trovarsi materialmente senza un centesimo a ogni fine del mese. 



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