Marmolada. Le vittime salgono a 7. Quattro persone ritrovate, i dispersi sono 15. I soccorritori "Mai vista una cosa simile"

di redazione 04/07/2022 AMBIENTE
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Sono riprese lunedì mattina le operazioni di ricerca e i sorvoli degli elicotteri sopra l'area coinvolta dal maxi crollo del ghiacciaio della Marmolada, dopo la tragedia che ieri pomeriggio ha investito due cordate di alpinisti nel tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia.  Le operazioni si stanno svolgendo con l'ausilio di diversi mezzi.

La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa da una velocità di 300 chilometri l'ora. E' quanto hanno accertato i tecnici del Soccorso Alpino che hanno mappato tutta l'area della montagna in cui si è verificato il crollo del seracco.   Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un'altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell'equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza.   Il materiale che si è staccato è invece esteso su un fronte di due chilometri sulla via normale ad un'altezza di circa 2.800 metri: e questo significa, appunto, che la massa di materiale staccatosi ha percorso almeno 500 metri con una velocità stimata dai tecnici pari a 300 km l'ora.

Si aggrava il bilancio della tragedia della Marmolada.

Un altro corpo senza vita è stato recuperato dai soccorritori e le vittime accertate salgono dunque a sette.

Scende invece quello dei dispersi. Quattro persone ritenute disperse nel crollo sono state rintracciate e sono in salvo. Il conteggio dei dispersi dunque scende a 15.

Otto i feriti, di cui due in gravi condizioni, mentre quattro dei sette morti per ora accertati sono stati identificati. Si tratta di tre italiani, tra cui due guide alpine della provincia di Vicenza e di quella di Treviso. Atteso l'arrivo del premier Mario Draghi che si sta recando in auto a Canazei da Verona dopo che le condizioni meteo non hanno consentito all'elicottero dove viaggiava di atterrare. 

Le ricerche sul ghiacciaio della Marmolada "sono per ora sospese e ripartiranno dopo la pioggia con i droni". Lo ha detto il delegato del Soccorso alpino di Belluno, Alex Barattin, impegnato da ieri nelle ricerche in zona. "Stamattina - ha detto ai giornalisti - le ricerche sono iniziate subito alle sette, con i droni naturalmente, perché nessuno può entrare in ghiacciaio in questo momento. L'uso dei droni a comando remoto ci permette di individuare punti di dettaglio, per poi intervenire con gli elicotteri, fare i recuperi, tutto quello che possiamo fare in questo momento. Facendo questo monitoraggio in tempo reale riusciamo a capire se ci sono dei reperti e lì poi ci andiamo a concentrarci con gli elicotteri per fare i recuperi", ha concluso.

"Le tragedie che stiamo vivendo con il cambiamento climatico ci devono spingere a cercare urgentemente nuove vie rispettose delle persone e della natura", è il monito di Papa Francesco, che in un tweet assicura la preghiera "per le vittime del crollo sul ghiacciaio della Marmolada, e per le loro famiglie".

Il conteggio delle vittime sembra destinato a salire considerando il numero dei dispersi, tra cui ci sarebbe anche un 50enne di Alba di Canazei. Tra i feriti, invece, ci sono anche due cittadini tedeschi, come ha confermato all'ANSA il ministro degli Esteri a Berlino, ricoverati in terapia intensiva a Belluno. Si tratta di un uomo di 67 anni e di una donna di 58 anni, entrambi in prognosi riservata.

 

 
 

Quattro i feriti ricoverati a Trento. Due di questi si trovano in Rianimazione e altri due, meno gravi, sono invece in reparto. Si tratta di una donna di Pergine Valsugana di 29 anni, che è in Rianimazione, una donna di Como di 51 anni non grave ricoverata in reparto, a cui si aggiungono un 27enne di Barbarano Mossano (Vicenza), inizialmente portato in ospedale a Cavalese e poi trasferito al Santa Chiara di Trento.

In condizioni stabili, anche lui ricoverato in reparto, un 33enne di Pergine Valsugana (Trento) che inizialmente era stato portato a Bolzano ed ora è in rianimazione a Trento. Nei sopralluoghi è stato impegnato personale della Protezione Civile trentina, con il supporto del soccorso alpino e dei Vigili del fuoco. A Canazei (Trento), dove è atteso Draghi, è stata allestita la centrale operativa che sta coordinando le operazioni di soccorso e ricerca, e dove verrà fatto il punto della situazione sulla tragedia.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiamato questa mattina il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime, oltre che riconoscenza ai soccorritori e vicinanza alle comunità locali. A Canazei stanno arrivando da questa mattina parenti e familiari dei dispersi per chiedere notizie dei loro cari. Sarebbero stati identificati i proprietari delle 16 auto che ieri sera erano state ritrovate nei parcheggi attorno a Passo Fedaia, mentre ci sarebbe un'altra decina di veicoli parcheggiati di cui ancora non si conosce il proprietario. Squadre di soccorritori sono state inviate in mattinata nella zona del disastro, per l'avvistamento di alcuni resti sulla colata di ghiaccio e neve, come riferito dall'assessore veneto alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin.

Le ricerche, ha precisato, sono state riavviate dopo che l'ispezione con droni sulla zona ha portato ad individuare "alcuni elementi".

Un numero dove segnalare gli eventuali dispersi nel crollo del seracco di ghiaccio sulla Marmolada. Lo ha istituto il Soccorso Alpino sottolineando, in italiano e in inglese, che deve essere utilizzato esclusivamente per segnalare il mancato rientro di amici e familiari. Il numero da contattare è 0461/495272.

Il distacco, secondo le prime informazioni del Soccorso Alpino, si sarebbe verificato nei pressi di Punta Rocca, lungo l'itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta. Proprio sabato sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta. La procura di Trento ha aperto un fascicolo sul crollo del seracco. Disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti. Ad occuparsi delle indagini, con il procuratore Sandro Raimondi, è il pm Antonella Nazzaro.

"Il distacco del seracco di ieri è figlio di alcune concause. Per via dei cambiamenti climatici, i ghiacciai non sono più in equilibrio specialmente sotto i 3.500 metri perché si è creato un clima diverso da 30 anni fa che non sostiene più la loro esistenza". A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera, è Renato Colucci, docente di glaciologia a Trieste e ricercatore dell’Istituto di scienze polari del Cnr. "A influire, più del record di un giorno, (ieri sulla Marmolada la temperatura era di 10 gradi, ndr) sono le temperature anomale che si hanno da maggio in quota. A seconda dei posti sono state anche di 10 gradi sopra la media. Poi lo scorso inverno è fioccato poco ed è venuta meno la protezione che la neve fornisce d’estate ai ghiacciai. A questo scenario si è aggiunta l’ondata di calore dall’Africa: ha prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale che scorreva fra la base e quella parte di ghiacciaio. Purtroppo, accadrà ancora a causa del caldo".

Il ghiacciaio della Marmolada, conclude il glaciologo, oggi sta "molto male e starà sempre peggio. In una ricerca con il Cnr evidenziammo che, dal 2004 al 2015, il suo volume si fosse ridotto del 30% e la diminuzione areale fosse stata del 22%. Ipotizzammo che sarebbe scomparso entro il 2050. Negli ultimi sette anni, c’è stata un’accelerazione dei cambiamenti climatici e questo ghiacciaio potrebbe scomparire entro il 2042".

"A mia memoria di queste dimensioni no. Altri distacchi di seracchi ci sono stati ma con una normale evoluzione. Che una massa così grande di ghiaccio con un fronte di oltre 80 metri venisse giù non si era mai visto” spiega Mario Brunello del Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi.
“Il colore molto azzurro - aggiunge Brunello - vuol dire che è un ghiaccio molto profondo. Non abbiamo ricordo di una cosa del genere.”
Al momento il pericolo per i soccorritori è molto alto. Questo tipo di soccorso “rispetto a una ricerca su valanga è una attività similare ma molto più complessa, sia per la durezza del materiale che si è staccato che impedisce il normale uso delle sonde tradizionali, ma anche per le dimensioni. Potrebbero esserci persone sono parecchi metri.”


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