Guerra in Ucraina. Sarà l'est del Paese il fronte più "caldo". Combattimenti ed evacuazioni, i russi puntano il Donbass e le città costiere

di redazione 07/04/2022 ESTERI
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La guerra in Ucraina si concentra nell'Est del Paese: dopo la fine della smobilitazione russa nella zona di Kiev e Chernihiv, le forze di Mosca si riorganizzano per l'attacco al Donbass, dove, come scrive nell'ultimo aggiornamento l'intelligence della Difesa britannica, "il progresso delle operazioni offensive in Ucraina orientale è l'obiettivo principale delle forze militari russe". In particolare, scrivono i servizi di sicurezza del Regno Unito, "l'artiglieria russa e gli attacchi aerei continuano lungo la linea di controllo del Donbass".

Da quando la Russia ha annunciato la sua intenzione di concentrarsi sulla "liberazione" del Donbass, i residenti della regione mineraria in Ucraina, in gran parte abbandonata, vivono con timore, preparandosi a un improvviso assalto. Hanno costruito posti di blocco militari e cercano di convincere le persone a evacuare la zona.

"Al momento tutti sono tesi, tutti aspettano che accada qualcosa, ma in realtà non sanno cosa stanno aspettando - dice Artur Nazarov, di Bogorodychne - ci sono molte persone anziane, non vogliono andarsene, sono attaccate alle loro abitudini".

 

"Siamo pronti a combattere gli invasori russo-fascisti che sono venuti nella nostra terra con la spada dal 2014 - spiega un tenente dell'esercito ucraino che ha voluto restare anonimo - come ho detto, chi viene con la spada morirà con la spada. La federazione russo-fascista è venuta nella nostra santa terra ucraina con la spada, quindi tutti moriranno qui con la spada".

Alcuni fanno previsioni sull'attacco. Andrii Bezruchko, ufficiale della difesa territoriale, racconta:

"Nel 2014 il 12 aprile Slovyansk è stata catturata da un gruppo di forze speciali russe e secondo le informazioni disponibili vogliono onorare questo anniversario prendendo Slovyansk entro questa data"

Alcune città sono completamente isolate perché i ponti di collegamento sono stati distrutti. Quelli rimasti, assicurano i soldati, verranno fatti saltare quando entreranno gli invasori.

Le autorità della regione spingono gli abitanti a lasciare le loro case, nonostante le difficoltà dovute ai continui bombardamenti, prima che la situazione peggiori ulteriormente. Stamattina, le fonti delle milizie filorusse della Repubblica di Donetsk hanno detto di avere conquistato alcune "zone popolate" nella regione di Zaporizhzhia, e di aver continuato ad evacuare persone da Mariupol, dove i combattimenti si sono spostati dal centro della città al porto. Intanto, mentre i ministri degli Esteri della Nato si riuniscono ancora una volta a Bruxelles, il capo della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba insiste nel chiedere "Armi, armi e armi". 

Come ci si aspettava, nelle ultime ore l’esercito russo si è riorganizzato per lanciare un’estesa offensiva nella regione del Donbass, cercando di allargare il proprio controllo oltre le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, includendo la città assediata di Mariupol e altri centri urbani, come Sloviansk, e poi in successione Rubizhne, Severodonetsk e Horlivka. Il suo obiettivo militare è riuscire a collegare direttamente le forze separatiste nel Donbass alle truppe poco più a nord, rompendo quindi la linea di difesa ucraina che resiste da settimane. Il timore di bombardamenti sempre più intensi, e probabilmente anche i racconti delle estese violenze compiute dai soldati russi nelle città del nord dell’Ucraina (come Bucha), hanno spinto la vice prima ministra Iryna Vereshchuk a esortare i civili a lasciare l’est del paese il prima possibile.

Est

Mercoledì 6 aprile Vadym Boichenko, sindaco di Mariupol, città del sud-est dell'Ucraina assediata da settimana dall'esercito russo, ha detto in una diretta video su Facebook che le persone uccise dall'inizio dell'invasione potrebbero essere in tutto 5mila.

Come sintetizza l'ISW, "le forze russe hanno continuato a ridispiegare le forze sull'asse Izyum-Slovyansk e nell'Ucraina orientale nelle ultime 24 ore ma non hanno ottenuto alcun progresso importante. Hanno completato il loro ritiro dalla regione di Sumy mentre le truppe già ritiratesi dal Nord-Est dell'Ucraina hanno continuato a ridispiegarsi a Belgorod, in Russia, per un ulteriore dispiegamento nel Donbass. L'esercito ucraino ha riferito che la Russia prevede di schierare elementi dall'asse di Kyiv a Izyum, ma queste unità probabilmente non riacquisteranno l'efficacia di combattimento per qualche tempo".

"Nonostante il riorientamento delle forze e delle capacità logistiche per sostenere le operazioni nel Donbass, è probabile che le forze russe continuino ad affrontare problemi di morale e carenze di forniture e personale", scrive l'intelligence britannica. "Gli attacchi russi contro obiettivi infrastrutturali all'interno dell'Ucraina sono probabilmente destinati a degradare la capacità dell'esercito ucraino di rifornirsi e aumentare la pressione sul governo ucraino".

A Mariupol, che rimane un obiettivo primario, nel porto, dove i combattimenti si sono spostati dal centro della città, le milizie filorusse dicono di stare spingendo la difesa ucraina "verso la zona industriale ad Azovstal".

I soldati ucraini che si trovano ancora nel porto sul Mar d'Azov, secondo le stesse milizie filorusse, sono circa 3 mila. Intanto, continuano le evacuazioni dei civili anche se con difficoltà legate ai continui bombardamenti.

Nord e Kiev

Dopo il completamento del ritiro russo da Kiev e da Chernihiv, confermato dal Pentagono, continuano le testimonianze sulle stragi di civili nelle città della zona durante le settimane dell'occupazione. Da Kiev, il ministro degli Esteri Kuleba è tornato a chiedere armi alla Nato. I russi hanno lasciato anche la regione di Sumy.

Sud

Le forze ucraine contrattaccano su Kherson, a Est di Odessa e Mykolaiv, sul Mar Nero; si segnala ancora il rischio che la Russia utilizzi la Transnistria, regione moldava occupata in modo illegale da Mosca, come base per nuovi attacchi da sud-ovest.

Ovest

Dopo le notizie dei giorni scorsi, da Leopoli, ormai sede diplomatica e base per la copertura giornalistica del conflitto, non si segnalano nuovi combattimenti nella zona. 


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