La grandezza di Monica Vitti si misura sulla distanza tra due battute cinematografiche: "Mi fanno male i capelli" e "Ma 'ndo hawaii se la banana non ce l'hai". Lei è stata capace - unica nella sua generazione - a coprire tutta la gamma di espressioni del cinema italiano. La donna borghese, nevrotica, dolente dell'incomunicabilità di Michelangelo Antonioni. La popolana, sguaiata, di un'allegria contagiosa, con Alberto Sordi. Punto di riferimento imprescindibile per tutte le attrici venute dopo di lei, Monica Vitti è stata tutto: profonda, enigmatica, sensuale, spiritosa. Intellettuale, popolare, malinconica, intelligente. Bellissima.
Negli ultimi anni, a causa di una malattia degenerativa, non è più apparsa in pubblico ma la sua eredità è rimasta fortissima nel mondo del cinema che, in occasione di anniversari e compleanni, non ha mancato di tributarle affetto con mostre fotografiche e rassegne dei suoi più di cinquanta film. Una carriera straordinaria e molti riconoscimenti: 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), 3 Nastri d'Argento, 12 Globi d'oro (di cui due alla carriera) e un Ciak d'oro alla carriera, un Leone d'oro alla carriera a Venezia, un Orso d'argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastián, una candidatura al premio BAFTA.
Con la scomparsa di Monica Vitti l’Italia perde un’attrice di rara versatilità, capace di passare dal cinema d’autore a prove comiche di grande popolarità, sempre con lo stesso talento e la stessa qualità artistica”. Così la presidente Rai Marinella Soldi e l’amministratore delegato Carlo Fuortes esprimono il proprio cordoglio per la morte dell’attrice. “Protagonista al cinema e in teatro, Monica Vitti ha anche attraversato la storia della Rai, fin dagli esordi della televisione, con la partecipazione ai grandi varietà, per arrivare negli anni ’90 a condurre una edizione di grande successo di Domenica in. Nonostante la prolungata assenza dalle scene, Monica Vitti conserva e avrà sempre un posto importante nell’immaginario degli Italiani”.
A Monica Vitti era stato dedicato, in occasione dei suoi 90 anni, un film-documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma. "Una grande attrice portabandiera della dignità della donna": così l'aveva definita Fabrizio Corallo, che aveva diretto "Vitti d'arte, Vitti d'amore". Il docu-film ripercorreva la vita e la carriera dell'antidiva per eccellenza, dalla voce roca e gli occhi magnetici, spiritosa, drammatica, con una verve innata, simbolo del cinema italiano.
Sono le prime parole di Pippo Baudo che ricorda: "Era speciale: comica, autoironica e capace di fare tutto. Basti pensare a 'Polvere di Stelle' con Sordi. Avevamo un rapporto affettuoso - ricorda - abbiamo fatto 'Canzonissima' insieme e le piaceva parlare in dialetto siciliano per giocare, perché era originaria di Messina".