"Crimini contro l'umanità". LA Corte suprema di Coblenza infligge l'ergastolo a un ex colonnello del regime siriano

Sentenza storica applicata in base al principio della "giurisdizione universale"

di redazione 13/01/2022 ESTERI
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Ritenuto responsabile di aver torturato oltre quattromila persone, tra il 2011 e il 2012, e di averne uccise almeno 27, nel tristemente famoso braccio 251 di Al-Khatib, la prigione dei servizi segreti del regime di Assad, a Duma, poco a nord della capitale siriana, dove venivano trattenuti i sospettati sostenitori dell'opposizione e stando all'accusa elettroshock, calci, botte e altre vessazioni erano inflitte quotidianamente: per questo oggi la Suprema corte regionale di Koblenz, in Germania, ha condannato all'ergastolo Anwar Raslan, ex colonnello dell'intelligence di Damasco e secondo quanto emerso capo militare della struttura detentiva. All'esterno del Tribunale, in contemporanea, ha avuto luogo un sit-in.

Nel 2013, quando il regime sembrava prossimo alla sconfitta, gli oppositori in esilio si erano fatti convincere dal colonnello Raslan a farlo fuggire di nascosto verso la Turchia in cambio di informazioni segrete sulla struttura del potere di Damasco, in realtà mai fornite.

L'ex militare fu poi arrestato nel 2019 a Berlino, dove si trovava in qualità di rifugiato politico, dopo essere stato riconosciuto da alcune vittime sia nella capitale tedesca sia a Zweibruecken, in Renania Palatinato. Il processo era iniziato ad aprile 2020 sulla base del principio della giurisdizione universale, riconosciuto dalla giustizia tedesca, ed è stato il primo mai celebrato al mondo per i crimini contro l'umanità nel paese mediorientale, dove la guerra civile si trascina da quasi undici anni. Si sono susseguite 108 udienze e sono stati ascoltati 80 testimoni, tra i quali numerose vittime di tortura e esponenti di organizzazioni non governative.

Le richieste della Procura, compreso il riconoscimento della colpa particolarmente grave, che praticamente renderebbe impossibile un rilascio dopo 15 anni, sono state tutte accolte dai giudici di Koblenz. Raslan ha continuato sempre a dichiararsi innocente e la difesa aveva chiesto l'assoluzione, affermando di non aver torturato nessuno e di non aver neanche pronunciato ordini in tal senso. Durante le udienze, è sempre rimasto in silenzio. Ora potrà ricorrere in appello contro la sentenza.

 

Ong: vittoria frutto del coraggio di sopravvissuti e attivisti, ora altri stati seguano l'esempio tedesco

"Un verdetto importante per tutti i siriani che hanno sofferto e stanno ancora soffrendo per i crimini del regime, un primo passo verso la libertà, la dignità e la giustizia", ha affermato Ruham Hawash, un sopravvissuto del braccio 251. Secondo Balkees Jarrah di Human Rights Watch "stiamo iniziando a vedere i frutti di una spinta determinata da parte di coraggiosi sopravvissuti, attivisti e altri per ottenere giustizia per le orribili atrocità avvenute nelle prigioni siriane"

Una "vittoria della giustizia" secondo Amnesty International, la cui direttrice per il Medio Oriente e il Nordafrica, Lynn Maalouf, ha invitato "gli stati in tutto il pianeta" a "seguire l'esempio della Germania e iniziare procedimenti simili contro individui sospettati di aver commesso crimini contro il diritto internazionale. Quando perseguire crimini in Siria è inconcepibile e non ci sono strade percorribili per segnalare i casi alla Corte penale internazionale, la giurisdizione universale è l'unica strada percorribile".

Sarebbero 149.000 le persone detenute o scomparse in Siria, più dell'85% per mano del governo di Damasco, secondo l'organizzazione non governativa britannica Syrian Network for Human Rights.



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