Venticinque anni fa moriva Sandro Pertini, il Presidente più amato

di Rosanna Pilolli 24/02/2015 CULTURA E SOCIETÀ
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Venticinque anni fa, il 24 febbraio 1990 moriva Sandro Pertini, un socialista al Quirinale eletto nel mese di luglio del 1978 come settimo Presidente della Repubblica. Il  più vicino al cuore degli italiani per i grandi valori ideali dei quali era portatore. La sua vita ha percorso l’ appassionante periodo della nostra storia lungo quasi un secolo.

Pertini nasce in provincia di Savona nel 1896. Giovanissimo  aderì al Partito Socialista Italiano mantenendone gli ideali per tutta le vita. Una coerenza ostinata e speciale. “Non vi è libertà senza giustizia sociale né giustizia sociale senza libertà”. Lottò così per il riscatto di tutti con intenso rigore morale. Una vita segnata da due guerre. Sul fronte dell’Isonzo durante il Grande conflitto mondiale: la medaglia d’argento al valore. Da socialista non poteva accettare il fascismo. Ne combatté con forza i metodi e i presupposti. Nel 1925 la  prima condanna e subito dopo la fuga in Francia per evitare un secondo arresto. Anche all’estero continuò la sua attività politica ma il cuore della sua azione era in Italia. Rientrò nel nostro Paese sotto falso nome, fu nuovamente arrestato e condannato prima al carcere e poi al confino. Liberato dopo la caduta del fascismo il 25 luglio del 1943 partecipò alla battaglia di Porta S.Paolo per la difesa di Roma dall’assalto dei soldati di Hitler che avrebbero occupato la Capitale per nove lunghi drammatici mesi. Catturato in quella occasione dalle SS e condannato a morte venne salvato dal rocambolesco intervento dei partigiani delle brigate Matteotti.

 Medaglia d’oro al valore organizzò l’insurrezione di Milano e fu membro del Comitato di Liberazione Nazionale che firmò la condanna a morte di Mussolini. La sua attività politica non ebbe soste nel dopoguerra. Deputato per più legislature, Presidente della Camera e infine, nel 1978, eletto Presidente della Repubblica con un grandissimo numero di voti. Appena nominato ricordò la figura dell’amico e compagno Antonio Gramsci e l’urgenza di porre fine al terrorismo giunto al suo culmine con la tragica fine di Aldo Moro.

 Di una forte ed autorevole personalità seppe riempire la sua presidenza, dalla impronta personale vigorosa e originale. La sua presenza e la sua statura morale contribuirono al riavvicinamento degli italiani alle istituzioni. Immediata e sincera la sua popolarità tra la gente. Al termine degli anni settanta, quando ebbe inizio il suo settennato  al Quirinale le regole democratiche in Italia erano minate dalla corruzione, dalle lobby affaristiche mentre le sanguinose azioni terroristiche  creavano sgomento nel popolo. Per un lungo periodo Sandro Pertini fu anche “il Presidente dei funerali di Stato”. Accompagnò il feretro del compagno Guido Rossa, sindacalista comunista assassinato a Genova dalle Brigate rosse. Quello del generale Dalla Chiesa, del giudice Emilio Alessandrini, la tragedia di Vermicino. E  ancora i funerali  di Stato dopo la strage di Bologna. Pertini infine volle accompagnare a Roma la salma di Enrico Berlinguer partendo dalla Capitale con un aereo, sentendosi vicinissimo al leader comunista per aver entrambi saputo additare la corruzione come il male principale dei partiti e della politica. Indelebili le immagini fra le macerie dei paesi distrutti dal terremoto dell’Irpinia quando scese tra le persone sconvolte e in ginocchio, promettendo che i responsabili dei ritardi sarebbero stati puniti. Dopo una settimana in diretta televisiva lanciò il suo anatema contro le istituzioni che avevano dimostrato un’imperdonabile inefficienza nel portare gli aiuti alle popolazioni colpite dal sisma. Una pagina politica e anche televisiva che ha definitivamente scolpito nella memoria di tutti il suo assoluto rigore morale.

 Il suo ultimo incontro da Presidente lo volle espletare in mezzo ai giovani, a quelle nuove generazioni che egli tanto ha amato: “Voi giovani non venite meno all’impegno per la giustizia e la libertà, non scendete a compromessi, difendete la vostra dignità, costi quello che costi”.

Il Video di Pertini che denuncia i ritardi e le responsabilità dei soccorsi dopo il disatroso terremoto dell'Irpinia del 23 Novembre 1980.



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