Teatro. Lino Musella sulle tracce di Pinter e di un potere che corrompe e oscura le menti

di Anita Laudando 18/04/2024 ARTE E SPETTACOLO
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Napoli.
Teatro San Ferdinando. Dall’11 al 21 aprile 2024 Lino Musella si conferma fine regista oltre che conosciuto attore. Pinter Party.
Testi tradotti da Alessandra Serra, sul palco con lo stesso Musella e Paolo Mazzarelli: Betti Pedrazzi, Totò Onnis, Eva Cambiale, Gennaro Di sono Biase, Dario Iubatti, Ivana Maione, Dalal Suleiman e Matteo Bugno (in video).
Una produzione Teatro di Napoli-Teatro Nazionale che punta sul filo conduttore di tre atti unici del londinese Harold Pinter: "Il bicchiere della staffa", “Il linguaggio della montagna" e "Party Time".
“La ricerca della ferita non può essere rinviata”, e così su di un palco cupo che richiama i forni crematori (scene Paola Castrignanò), sorretta da silenzi assordanti, la dialettica tra vittime e carnefici si fa avanti. Con concretezza, il punto di vista del regista ruota nel buio delle dinamiche antropologiche, nelle ombre delle anime impegnate a mantenere il potere: “A volte ci si dimentica che a torturare, spesso, ci si annoia, coloro che torturano hanno bisogno qualcosa per cui ridere, per tenere alto lo spirito”.
 
La circolarità è il vero sotto testo della performance. Si temporalizza a piccoli passi per esplodere nell’universo parallelo di un Olimpo vissuto da super eroi corrotti e viziati.
La profonda concentrazione degli attori, imprigiona lo spettatore in una sospensione del giudizio di fatti innegabili e gravi, coinvolgendoli nel peso etico dello scomodo teatro politico di uno scrittore evidentemente ancora molto attuale.
“Per mantenere il potere è necessario che la gente rimanga nell’ ignoranza, che viva nell’ ignoranza della verità, anche riguardo le proprie vite. Quello che ci circonda è un vasto tessuto di menzogne del quale ci nutriamo”.
 
Tra le musiche di Luca Canciello e sotto le luci di Pietro Sperduti il pubblico ringrazia per tanta incisione.



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